7 Dicembre 2015

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Benvenuti, questa che vi sto per raccontare è una delle mie vecchie avventure, ma non come le altre questa ha dell'incredibile e sono sicuro che vi piacerà.

Allora tutto incominciò il 7 dicembre 2015 a Roma, a quei tempi io lavoravo dentro a un giornale che si chiamava IL Messaggero. Ogni giorno io scrivevo articoli di casi che seguivo e di cui ne facevo indagini, che poi venivano pubblicati su una pagina del giornale. Quella mattina il nostro capoufficio andava in pensione e tutti insieme per ringraziarlo abbiamo deciso di fargli una piccola festa a sorpresa nel suo ufficio.

Io arrivai un po' in ritardo poiché avevo passato la notte in bianco per poter scrivere un articolo su un caso che mi era stato affidato.

"mamma mia!!! Farò tardi!" gridai guardando l'orologio che segnava precisamente 8:40. Mi vesti subito, presi i fogli del mio articolo che dovevo consegnare la mattina stessa per il giornale di dopodomani. presi le chiavi della macchina e parti in fretta verso il lavoro. Sulla strada di via del corso aspettando che il semaforo si facesse verde vidi un uomo sulla panchina sdraiato che osserva il cielo, con quel freddo che faceva doveva essere un pazzo, però era un tipo molto strano da guardare portava occhiali da sole capelli neri pelle molto pallida, ma nessuno si accorgeva di lui poiché tutti coloro che passavano erano soltanto concentrati sul loro telefono mentre andavano al lavoro.

Intanto il semaforo si fece verde e andai per via Tritone, e più avanti come ogni giorno appariva il grande palazzo del Messaggero, con la scritta bene evidenziata in alto. Parcheggiai la macchina e arrivai con tutti i fogli in mano, che mi ero stampato. Appena arrivato, davanti al palazzo, si aprirono le porte automatiche che erano sempre comode in momenti come questi. Però oggi non mi fu tanto fortunata la giornata, poiché stavano aggiustando l'ascensore e dovetti farmi tutte le scale a piedi, per arrivare al secondo piano nel mio ufficio.

"buongiorno! Ragazzi!" dissi ad alta voce in modo che mi asolassero tutti, poi tutti risposero alloro stessa volta, salutandomi.

Subito mi diressi al mio posto dove posai tutti i fogli mi levai il giubbino e lo infilai dietro la mia sedia della scrivania. Ancora in piedi presi alcuni fogli dentro il secondo cassetto sottostante alla scrivania e li uni con una spillatrice a dei altri fogli che mi ero potato da casa.

"Hey, Claudio, vieni dai che tra poco arriva il capoufficio." Mi disse Renato, un collega anche lui giornalista però che si occupava dello sport.

"Si si vengo, fammi soltanto posare questi fogli sulla scrivania di Stefano" dissi.

"certo che tu lavori molto!" mi disse Renato osservando tutti i fogli sparsi sulla mia scrivania (purtroppo io non ero molto ordinato).

"si fa cosi per pagare l'affitto" gli risposi alla frase che mi aveva rivolto sorridendogli.

"perché non ti trovi un coinquilino così da poter dimezzare il costo?"

"è una buona idea, potrei acchiappare uno come Watson nella casa Holmes" dissi scherzando.

"ahahahah...sei sempre divertente!" mi disse renato ridendo.

"dai, andiamo!" gli dissi avviandomi verso la porta dell'ufficio che era socchiusa.

Uscendo fuori dall'ufficio vidi dalle finestre del corridoio il capoufficio che stava parcheggiando la sua macchina nel solito posto accanto al marciapiede.

"ragazzi il capoufficio sta arrivando!!!" urlai per il corridoio. Subito dopo tutte le porte scorrevoli del corridoio si aprirono e uscirono tutti i colleghi che si diressero verso l'ufficio del capoufficio dove entrammo tutti.

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⏰ Last updated: Jun 13, 2018 ⏰

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