Filippo o non Filippo, la casetta era stupenda. Ovviamente, il bianco era il colore predominante e ciò rendeva tutti gli ambienti molto luminosi. Non che questo sia stato il mio primo pensiero. Quando sono entrata, stringendo forte la mano di Emma, ho subito gioito vedendo il giardino, poi la cucina, il divano, le camere e... beh, la palestra era definitivamente il mio posto preferito.
Esplorammo tutte le stanze ed io cercai di farmi trasportare dall'entusiasmo dei ragazzi, ma pian piano la mia felicità iniziale venne oscurata da una certa preoccupazione: sicuramente ero contenta di essere entrata al serale, ma avevo anche la consapevolezza che, da quel momento in poi, avrei dovuto vivere a tutti gli effetti con delle persone che, fatta eccezione per Emma, non conoscevo quasi per niente. Decisi che non avevo bisogno di ulteriori problemi, quindi avrei cercato di stringere un buon rapporto con tutti. Tutti tranne uno.
La possibilità di fraternizzare giunse quasi subito, quando realizzammo di doverci dividere le camere. La produzione non ci aveva dato assolutamente nessuna direttiva su quel particolare, nemmeno riguardo alla divisione dei maschi dalle femmine, ma questa sembrò subito a tutti la soluzione più semplice. Eravamo cinque ragazzi e tre sole donne, però, mentre i letti erano divisi equamente tra le due stanze: uno dei maschi doveva dormire con noi.
No, non fu Irama. Lui fu il primo a guardarsi intorno quando sorse il problema, prontissimo a lasciare l'onore ad uno degli altri ed io ne fui ben felice: già viverci insieme non sarebbe stato semplice, ma dormire e cambiarsi anche nella stessa stanza... l'imbarazzo avrebbe raggiunto le stelle. Alla fine, ci aggiudicammo Zic e io mi costrinsi a pensare che magari, stando in camera con lui, sarei riuscita a farci amicizia, cosa che fino a quel momento mi era rimasta alquanto difficile.
Quando ebbi finito di sistemare la mia roba nell'armadio e sotto il letto ( il materasso nascondeva uno spazio abbastanza grande da ospitare un'intera valigia), mi stesi sul divano e dopo poco fui raggiunta da Emma. L'entusiasmo di prima sembrava completamente scomparso dal suo volto.
"Che succede?" le chiesi, iniziando ad accarezzarle i capelli setosi.
Nessuna risposta.
"Ehi, Emmina, stai male?" Tentai di essere il più dolce possibile, visto il suo sguardo da cane bastonato.
"Un po'."
"Perché?" La risposta era scontata, ma domandai comunque.
"Mi hanno diviso da Biondo." Sussurrò.
Immaginavo. I due si erano messi insieme pochi giorni prima e avevano fatto così tanta fatica a confessarsi i loro sentimenti, che dividerli quando finalmente ci erano riusciti era stata proprio una cattiveria, anche se magari li avrebbe aiutati a concentrarsi di più sulla loro musica. Fosse stato per me, avrei immediatamente ceduto a Biondo il posto nei bianchi per passare alla squadra blu, ma sarebbe stato ingiusto e non l'avrebbero permesso. D'altronde, la produzione si era chiaramente messa d'impegno per dividere tutte le coppie: Biondo ed Emma, Carmen e Filippo, Lauren e Daniele... c'era solo una cosa che ancora non riuscivo a spiegarmi. Ma non volevo pensarci.
Tentai di tirar su il morale di Emma per come potevo, ma tra lei e Daniele non avrei saputo dire chi fosse più inconsolabile.
Per tutta la durata della cena, mentre gli altri ridevano e scherzavano, il ballerino si esibì in sorrisi chiaramente forzati. Beh, in effetti fu quello che feci anch'io, tenendo lo sguardo fisso su un'allegrissima Valentina ed un'esilarante Zic, giusto per non essere costretta a guardare davanti a me, dove scintillavano un paio di occhi di ghiaccio. Odiavo dovermi sentire così a disagio con Irama attorno, ma non potevo farci nulla, tranne che ignorarlo. Esattamente come stava facendo lui con me.
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Una storia senza una trama. [IRAMA]
FanfictionArianna è una ballerina e una ragazza distrutta. Tutto nella sua vita è filato liscio per diciannove anni, finché a sua sorella non è stata diagnosticata una patologia terminale che nel giro di sei mesi se l'è portata via. Aria si ritrova così con u...