Asking you to stay

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Asking you to stay

 

Prologue: two worlds

 

Jasmine

Era un calore. Un calore, ma molto doloroso che pressava violentemente sulle sue iridi azzurre torbide dalla stanchezza, come mare in cui le navi passavano. Strinse gli occhi per il dolore lancinante alla testa e si passò una mano sul ruvido viso sporco e ferito. Raccolse tutte le sue forze poggiando i deboli e bianchi polsi sulle lenzuola malandate del letto per poi piegare il suo gracile e fragile busto in modo da sedersi sul letto. Si guardò intorno notando i tanti e piccoli fratellini sul suo letto mentre si teneva al muro di cui l’intonaco cadeva a pezzi. La sua stanza era spoglia: c’era un letto matrimoniale in cui dormiva con altri cinque bambini che le stavano sulle gambe, un armadio di legno dove c’erano più tarli che vestiti e un poster semi strappato della grande leggenda del pop, Michael Jackson. Sospirò stanca facendo uscire un piccolo sbadiglio dalla sua bocca sottile. Poggiò i piedi sul freddo pavimenti provocando la pelle d’oca ben visibile sulla pelle candida della ragazza quando le prime luci del mattino colpirono le sue caviglie dandole un apparente senso di tranquillità e serenità.

Rimase con gli occhi chiusi e le mani tremolanti per poi alzarsi con insicurezza scendendo le scale. Fece attenzione scendendo con grazia le scale stando attenta a non produrre cigolii. I piccoli e magri piedini scesero fino alla strada.

Zayn

Musica, alcool e persone (troppe).

La sera stessa della fine della scuola, ottimo per iniziare un estate bella movimentata a Londra. Proprio loro due, Kenny e Zayn volevano ridere e divertirsi, anche se alla fine la prima si ritrovò dietro un muretto con la mano sullo stomaco e il suo amico che la teneva su. Lo sguardo di Zayn era concentrato sulla ragazza che teneva sulla spalla. I suoi lunghi capelli ricci e rossi erano diventati crespi e di un colore spento, mentre il suo viso aveva assunto un colorito verdognolo che si confondevano fra le lentiggini mentre camminava a testa bassa con la mano sullo stomaco. Eppure,  se lei fosse stata lucida e al corrente di questa situazione l’avrebbe baciata. Scrollò il capo tenendo i lineamenti rigidi facendo notare la sua mascella ben marcata tinta della carnagione ambrata delimitata dalla piccola e rasata barbetta nera. Anche i suoi muscoli erano ben tesi e tenevano saldi la vita dell’amica, le braccia muscolose che erano come tela per quei tatuaggi disegnati sulla sua pelle. Poi il ciuffo all’insù nero corvino, quasi a formare una cresta e gli occhi scuro sempre cupi di riflesso dalla bocca che non si increspava mai in un sorriso.

Rivolse uno sguardo pieno di tenerezza verso la rossa che aggrottava continuamente le sopracciglia in segno di smorfie di dolore. Chissà per quale motivo, ma provava una certa attrazione quando era ubriaca, più di quanto fosse da sobria e c’è anche da dire che amava curare l’aspetto essendo sempre in ordine. Ma Zayn aveva un certo debole per le ragazze in disordine, quelle semplici e fragili come le sembrava l’amica in quel momento.

Tutte queste emozioni svanirono quando vide uscire una ragazza da una casa che sembrava abbandonata. La squadrò da capo a piedi notando segni rossi su tutto il corpo che spiccavano nella pelle bianca e pallida.  Lividi e ferite coprivano le sue braccia, le sue gambe e il suo viso dove le ricadevano i lunghi capelli biondo platino che rimanevano lisci nonostante la fastidiosa umidità. Rimase a bocca aperta a quella visione passandosi una mano sulle stesse labbra. Si avvicinò discretamente guardandole il magro viso dove  un portava un’espressione spaventata e insicura, ma soprattutto stanca. Le guardò il corpo esile e rovinato, che era coperto solamente da una piccola vestaglia di colore bianco con dei pizzi verso il fondo che si confondevano con la pelle. La guardò sbadigliare per poi stiracchiarsi quando incrociò i suoi bellissimi occhi chiari che ricordavano, appunto, le onde del mare. La bionda arrossì violentemente al contatto visivo, lasciando in Zayn una voglia di scoprire velata da un raro e dolce sorriso. Il vento giocava coi suoi capelli chiari  abbastanza da far di quel biondo mille sfumature e il viso, dannato quanto bello, chiaro e fragile quanto vetro. Si, forse Zayn la vedeva come una scultura di cristallo, ancora vuota dentro perché troppo cara da riempire.

La ragazza risalì le scale facendo trasparire un sorrisetto, un sorrisetto di chi le aveva superate tutte.

Kenny

La presa della riccia si fece sempre più forte non appena lo sentii spostare lo sguardo. Non era lucida, ma forse la gelosia la portava a capire cosa accadesse, ma di cosa poteva essere gelosa? Del suo migliore amico? Era anche suo cugino. Il dolce profumo del ragazzo la cullò dolcemente mentre si reggeva a stento e le unghie dipinte di un blu elettriche si erano infilate fra il cotone del maglioncino che indossava. Riportò lo sguardo a terra facendo un sospiro di sollievo quando il dolore pian piano si arrestò e le palpebre si fecero pesanti. Cadde, ma cadde con tanto piacere fra le braccia della causa delle sue farfalle nello stomaco.

Lo aveva vicino, lo poteva avere, ma non lo voleva.

 Hey gente ^.^

Si, questa è il prologo della mia nuova fanfiction ed è anche abbastanza corto, ma i capitoli saranno sicuramente più lunghi. Vorrei sapere cosa ne pensate perché sono fra due fuochi se buttarla o no. Mi farebbe piacere se mi lasciaste una recensione. Non si capisce molto dal prologo, vero? Va beh, poi si capirà

Un bacio grande Giu

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 10, 2014 ⏰

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