Ma cerco solo un motivo

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Bucky tornò a casa la mattina dopo, mezzo ubriaco. Sam lo aveva cercato tutta la notte, ovunque e lo aveva chiamato chissà quante volte senza arrendersi. Il ragazzo era rimasto ad aspettare il moro per un pò e, quando capì che se ne era andato senza di lui, aveva iniziato a preoccuparsi. Non era mai successo, mai. Qualunque fosse il suo umore, dopo una rarissima litigata furiosa, mai lo aveva lasciato lì. Casa loro era troppo lontana per andarci a piedi e i bus non passavano, troppo tardi. Fermò Tony ma era arrivato in bici, non poteva accompagnarlo. Fermò Wanda, Thor, Steve, Natasha. Nessuno poteva accompagnarlo. Allora cominciò a chiamare Bucky. Lo chiamava e quello non rispondeva. Gli mandò messaggi su messaggi che l'altro non leggeva. Si preoccupò, si preoccupò da morire. Era successo qualcosa di troppo grave, per forza. Aveva pensato al peggio e corse verso casa il più veloce possibile. Se nessuno lo avrebbe accompagnato ci sarebbe arrivato correndo a casa e, magari, per strada avrebbe trovato il moro. Ma non fu così, lui non c'era e non vedeva nemmeno l'ombra della sua auto. Continuò a chiamarlo e setacciò tutto il quartiere finchè non si arrese. 

Bucky tornò a casa la mattina dopo, mezzo ubriaco. Sam era incazzato nero. Aveva cominciato ad urlargli addosso, a dargli dello stronzo, aveva iniziato a prenderlo a parolacce e infine, dopo essersi sfogato si era seduto.

- Dove sei stato? - gli chiese esasperato.

- Non sei mia madre, non ti devo spiegazioni - rispose.

- Sono l'unica persona che hai al momento. Non sono tua madre, nè tuo padre ma sono il tuo migliore amico. Una spiegazione me la devi Bucky - .

- Avevo bisogno di pensare, di estraniarmi, ok? Non rispondere al cellulare non è stata una scelta però. Mi si è spento e poi sono andato in un bar e non ho fatto più niente per provare a chiamarti. Mi dispiace, ma mi mancava l'aria - si sedette affianco a lui sul divano.

- Te ne sei scappato per via di Steve? - si voltò a guardarlo. Il moro annuì.

- Non voglio farne una tragedia, davvero. Per questo me ne sono andato. Mi sento un cretino - si passò una mano tra i capelli.

- Ecco perchè devi parlare con lui - affermò Sam.

- Io non gli piaccio. Che senso ha? Mi tratta bene quando gli gira, ci sono solo quando gli va di prendersi gioco di qualcuno, io sono il suo giocattolino. Non sa come scaricarmi e fa la persona gentile - sospirò.

- Ma che stai dicendo? È Steve, è fatto così e da quando lo conosco è sempre stato così... lunatico? Bucky lui ti guarda in modo diverso, ti viene a cercare in ogni secondo libero che ha, ma che hai già scordato la festa da Thor? - domandò.

- Non l'ho dimenticata. Ed è per questo che sono confuso. Si passa da momenti così intensi a lui che mi odia. Non capisco, non capisco che vuole e so che non parleremo di questa cosa. Non parleremo perchè io non ho il coraggio di bloccarlo e lui non ha le risposte giuste ancora. Okay, sono passati tre mesi da quando gli ho confessato, diciamo così, i miei sentimenti ma sono pochi. Non puoi conoscere qualcuno in tre mesi. Non posso pretendere che lui mi dia una risposta adesso sulla base del nulla cosmico. Lo capisci questo? - rispose il moro piuttosto agitato. Il cuore batteva forte, gli pompava nel petto velocissimo e lui sentiva come se fosse arrivato in gola. Lo sentiva battere e si sentiva soffocare. Nove mesi passati ad innamorarsi, nove mesi in pena e gli ultimi tre erano stati un inferno. Molti sottovalutano questo sentimento. Quando ci si innamora e dall'altro lato c'è qualcuno che non sa cosa vuole, qualcuno che può dire di sì e poi no un secondo dopo, qualcuno che ti tiene in pugno perchè sa bene che tanto non scapperai, ti senti impotente. Senti di non riuscire a raggiungere quella persona, senti di essere vicino ma quando ti sporgi per afferrare quella mano non ci riesci, non ci arrivi. E i sentimenti ti fregano sempre, sempre. Credi che la cosa non ti interessi, che alla fine ognuno è libero, che supererai il rifiuto alla grande perchè a te non frega un cazzo e invece no. Arrivano i sentimenti e li ignori. All'inzio ci riesci alla grande ma poi si accumulano e alla fine scoppi perchè non ce la fai.
Era quello che stava passando Bucky. Nessuno lo capiva, nessuno sarebbe riuscito a comprendere quello che gli passava per la testa.

- Lascia perdere allora, basta. Non ti fa bene stare così - disse Sam.

- Si, lascia perdere - ridacchiò esasperato Bucky. Si alzò e si ritirò nella sua stanza. Non voleva continuare quella conversazione. Si buttò nel letto e si addormentò con ancora il petto che gli faceva male.
Eppure, proprio nei momenti in cui il petto gli premeva più forte, il filo rosso che lo legava a Steve diventava più spesso.

Ti Dedico il SilenzioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora