Terzultimo spettacolo

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Michelle rallenta il passo per specchiarsi nella vetrina di un negozio, passa l'ombrello dalla mano destra alla sinistra per poter ravviare un ciocca di capelli che l'è finita davanti agli occhi. Piove a intermittenza dall'inizio della giornata e l'umidità ha reso vani tutti i suoi sforzi di sistemare i suoi capelli in una piega decente.


Trattiene l'impulso di legarli perché sa quanto a Lui piace accarezzarli e giocarci. A suo marito invece non importa più come acconcia i capelli, a dire il vero Michelle si sente un fantasma ai suoi occhi, ma da due anni è quasi felice che sia così. Da due anni quello è l'ennesimo pomeriggio diverso, pur essendo sempre lo stesso.
E' l'ennesimo in cui prova una scossa di eccitazione ogni volta che assapora l'attesa e la trasgressione. Se dovesse fermarsi a pensare al modo in cui è iniziata non avrebbe mai scommesso che le cose avrebbero preso quella piega.

Lei, sposa a diciotto anni per un amore che credeva sarebbe durato in eterno, una gravidanza arrivata troppo tardi per salvare il suo matrimonio e il peso di un contratto che la vincola all'infelicità.

Alza il passo, mancano solo cinque minuti all'inizio del film, non che le importi molto della pellicola, è la terza volta quella settimana che la "vede", ma ogni minuto che spreca è un minuto in meno con lui.

Norman si è già accomodato alla poltrona della fila centrale, insieme a lui solo due persone hanno deciso di assistere proprio a quello spettacolo e fortunatamente sono ben distanti.
Porta una mano chiusa a pugno a sostenere la testa, mentre l'altra è posata sul ginocchio e lo picchietta con un dito. E' impaziente.


Quel pomeriggio non hanno molto tempo e Norman è intenzionato a sfruttare tutti i centodieci minuti del film.
Vorrebbe non tornare a casa, vorrebbe non lasciarla mai, ma deve per sua figlia, deve per sua moglie. 

Dio solo sa quanto si sente meschino e disgustoso ogni volta che torna a casa, ma una parte di sé è più leggera da quando quella storia è iniziata.

Le luci nella sala sono già spente quando sente l'inconfondibile rumore dei suoi tacchi.
Norman non si volta, sorride con soddisfazione mentre immagina quel piede piccolo e delicato chiuso nelle decolleté nere; immagina, anzi n'è quasi certo, che sono quelle con il laccetto sulla caviglia e non può fare a meno di girarsi a quel punto. 

Tiene lo sguardo basso proprio per iniziare a studiarla dai piedi e infatti ha indovinato le scarpe, sono eleganti, sensuali e slanciano quelle gambe a tratti troppo sottili.
Quei giunchi fanno parte della magrezza nervosa di Michelle, così come il sedere contenuto ma di una forma deliziosa, i fianchi spigolosi e i seni piccoli. E' l'eredità di un passato da ballerina di danza classica e di un presente come insegnante.

Non sa bene cosa lo abbia colpito di quella donna, non se si considera che le donne troppo magre non gli sono mai piaciute. Eppure in quel fisico fuori dai suoi canoni ha trovato la donna perfetta.
Sotto il trench che porta aperto indossa un abito, lo sa perché ogni loro incontro al cinema è caratterizzato da una mise sex-friendly.
Michelle si siede accanto a lui e sfila il trench, accavalla una gamba e finalmente si volta ad osservarlo.
Norman sorride appena e con le nocche le sfiora il ginocchio in una carezza lenta che arriva a sollevarle l'orlo dell'abito fino a metà coscia.
- Pochissimi testimoni dei nostri peccati stasera... - mormora mentre solleva una mano per sfiorargli l'accenno di barba sulla guancia soda.
- Ti dispiace? – chiede divertito.
- La sensazione di intimità compenserà il mio lato esibizionista. – ammicca e porta le mani sul colletto della sua camicia per liberarsi dei primi bottoni.
Posa la testa sulla sua spalla e infila una mano sotto il tessuto per poter accarezzare il petto solido anche se non muscoloso, nel frattempo la mano di Norman si è insinuata sotto l'abito per scoprire che non indossa l'intimo.
- Finirai con il macchiare il vestito come l'ultima volta. – fa notare mentre sente i primi umori bagnargli la punta delle dita.
- Non importa... il bello è proprio questo. – pronuncia in un sussurro al suo orecchio che dimostra quanto quel gioco la ecciti.
- Non temi che lui possa notarlo? Cosa gli racconterai? – chiede ironico, riferendosi al marito della donna.
- Non lo noterà, lui non nota mai niente.
Norman percepisce subito il cambio di atteggiamento della donna e istintivamente smette di accarezzarla solo per afferrarle il viso con entrambe le mani e baciarla.
Michelle si abbandona subito a quel contatto, ne ha bisogno come l'aria che respira e Norman sa quanto sia affamata di dolcezza e attenzioni.

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