Un attimo.

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Russia, Giugno 2018.

Il quarto goal in due partite.
Non potevo che esserne fiera.

Sorridevo mentre guardavo la tv dalla mia camera d'hotel.

«i tuoi occhi brillano ogni volta che lo inquadrano.» mi sento dire da Alma, la mia migliore amica.
«lo amo Al, lo amo con tutta me stessa e non posso che non essere fiera di lui e di tutto quello che sta facendo.» le rispondo guardandola.
«potevi andare allo stadio.» mi rimprovera appoggiandomi una mano sulla spalla.
«avevo paura..abbiamo avuto una lite furibonda prima che partisse per la Russia, sono due settimane che non mi risponde ai messaggi, se lo fa usa solo monosillabi..» le rivelo con voce strozzata.
«perché avete litigato Val?»
«perché voleva che venissi in Russia prima, voleva avermi allo stadio già alla prima partita. Ma come sai Jorge è stato male..ha iniziato a dirmi che lo amo ancora, che quello che provo per lui non è vero, che sto con lui solo perché è Cristiano Ronaldo.»
Le rivelo omettendo una parte importante.

Scoppio a piangere, un pianto disperato, un pianto che fa vedere la mia condizione pietosa.

Un pianto che fa vedere tutto il mio dolore.

«l'avrà detto per gelosia, sa che lo ami.» cerca di rincuorarmi Alma stringendomi in un abbraccio.
«come può solo pensare quelle cose Alma? Come? Lo so, ho sbagliato ma Jorge è il papà di Chloe, ero l'unica che poteva aiutarlo prima che arrivassero i suoi da Malaga.»

Mi stringo di più ad Alma, come se lei potesse portare via tutto il mio dolore, come se potesse togliermi il cuore e aggiustarlo.

Il dolore che provo è immenso.

«perché piangi mamma?»
Una piccola vocina mi fa riscuotere dal pianto.
Mi tolgo dall'abbraccio di Alma e la guardo.
Una piccola bimba bionda con il suo coniglietto in braccio mi guarda.
Mi guarda come per capire cosa succede alla sua mamma.
«nulla piccola, tranquilla.» le dico prendendola in braccio e dandole un bacio in fronte.

La guardo mentre con gli occhi pieni di ammirazione guarda le immagini di Cristiano.

Tre anni, sono già passati tre anni da quando è nata.
Tre anni che questa piccola peste ha ribaltato letteralmente tutta la mia vita.

Ricordo come se fosse ieri quando ho fatto il test di gravidanza.
Incredulità e terrore, erano queste le emozioni che provavo.
Non mi sarei mai immaginata di poter diventare madre a 21 anni e invece.

Mi ricordo ancora quando l'ho detto a Jorge, ci eravamo lasciati da un mese, eravamo arrivati alla conclusione che dopo quattro anni quelli che prove amo l'uno per l'altra si era trasformato in un gran bene.
Lui mi ha guardato incredulo, terrorizzato come lo ero io.

«se vuoi tenerlo sappi che io sarò con te, non importa se noi non ci amiamo più, lui o lei merita di crescere sereno e circondato di tutto l'amore possibile.»

Le sue parole mi hanno tranquillizzato perché si, non era importate se noi non ci amavamo più, la vita che portano dentro di me meritava l'amore di entrambi i genitori.

«andiamo a trovare Cris mamma?» mi chiede Chloe tirandomi la maglia.
«ora non possiamo piccola..»
«daii mamma.» mi implora, «tia Al, di alla mamma che dobbiamo andare a trovare Cris.» l'ascolto mentre con ancora delle parole pronunciate male, cerca l'aiuto di Alma.
«non puoi rimanere chiusa in questa stanza Val, secondo te Cris non ha visto le foto di te in Russia che hanno pubblicato?»
«spero di no..» sussurro piano, accarezzando la testolina a Chloe.



Contro la mia volontà mi trovo dopo tre ore dalla fine dalle partita nella Hall dell'albergo dove la nazionale portoghese alloggia.

Chloe non vede l'ora di vedere Cristiano.
Ha la sua maglia, il sette dietro la schiena con il suo nome scritto sopra.
Il suo coniglietto "Dudo" in braccio, non si stacca mai, quando non lo trova si dispera, è il suo migliore amico.

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