La vita di una persona sola

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Mi alzo la mattina, guardo il telefono, pieno di messaggi di persone di quasi non mi ricordo il nome, levo l'incrostazione dagli occhi, voglio vedere il mondo che mi circonda.
Faccio un sorriso, malizioso, ingannevole, furbo, mentre sono in mutande sul bordo del letto, faccio un sorriso, come per dire, dai oggi sarà una bella giornata, come no.
Vado a fare colazione, mi sento uno zombie, uno di quelli zombie morti dentro a cui non hanno dato ancora la grazia.
Vado a fare colazione, latte, molto cacao, mia madre ogni minima cosa che faccio mi grida, io non le rispondo, mi chiudo in camera, non so se guardare un video, un film, una serie tv, un porno, o giocare sui videogiochi, anche nei giochi di guerra ho una vita migliore di quella che passo qui.
Ora di pranzo, non mi espongo, non parlo, sto zitto, guardando qualcosa sul mio iPad a volte distolgo lo sguardo, uno sguardo spento, vedo solo mia madre gridare con il muto.
Finisco di mangiare e non so che fare, mi lavo, magari oggi sarà diverso, continuano a lavarmi, posto storie stupide, ho bisogno di attenzioni.
Mi asciugo i capelli, mi vesto, e mi profumo, non è molto tardi, è pomeriggio presto, mi sono scordato cosa vuol dire soffrire, e come quando fai scorrere l'acqua ghiacciata, e dopo un po' incominci a sentirla calda, ma in realtà levando il braccio scopri che è sempre rimasta ghiacciata.
Esco di casa, controllo, telefono, c'è, portafoglio, c'è, sigaretta elettronica e liquido, c'è, coltello, c'è, perfetto.
Cammino, i fantocci guidati dalla società chiamate personemi guardano, io non penso, ho la musica nelle orecchie, penso solo se sono io che mi faccio del male, o se sono gli altri a farmelo.
Vedo persone con tatuaggi, secondo me non si ricordano il significato di codesti, vedo persone tutte uguali, se creo un buco e ci metto in mezzo delle scarpe Gucci ci si buttano tutto dentro,come i morti una volta col cervello.
Incontro delle persone, mi chiedono di venire, mi dicono che ho fatto cose che in realtà non ho fatte, più volte dicevo di non averle fatto, più botte mi prendevo, mi ricordo del mio coltello ma sono troppi, 3 colpi di pistola, e finirebbe tutto, faccio diventare dei criminali delle brave persone,per le loro madri che vanno i programmi tv, raccontando di quanto erano bravi, una bomba, booom, finisce il mondo..
Questo è quello che pensavo dopo esser rimasto senza soldi, sorrido con il sangue che mi scende dalle orecchie e dalla bocca.
Torno a casa, sono arrabbiato, bugia, rimango a guardare il soffitto steso sul divano, mi chiedono che ho, non rispondo.
Mi alzo, prendo una bottiglia, bevo, sulla mia testa c'è tatuato vendetta, ero fuori, rompevo il ghiaccio sbattendo il bicchiere sul tavolo, l'alcol è finito.
Mi rompo il cazzo, esco, fumo,ero diventato il flash della Marlboro, chiamo un amico, esco, gli spiego la mia situazione, lui mi dice di tornare a casa, e che andrà tutto bene, ho vito la sua mano tesa sparire nelle ombre che mi tengono al sicuro la notte.
Torno di nuovo a casa, sono intenzionato di nuovo a vendicarmi, ho dei petardi, polvere da sparo, uguale, granata artigianale, creo un coperchio al di sotto del tubo di resina segato con un seghetto, apro diversi petardi, ne verso uno, due, tre, non la finivo più, volevo creare il mio mostro cancella persone inutili.
Metto del sale, grosso, avvengono diverse reazioni chimiche con la polvere da spero, il sale potenzia il botto, cosa manca in una granata, ovviamente dei pezzi di lametta spezzati dentro, vetri, chiodi, ecc.
Scoccio la parte di sotto, e aspetto di livellare la polvere di sopra, lasciando un po di aria, la reazione ne ha bisogno.
Creo un cilindro, come quei cilindri piccoli in cui ci sono delle patatine, qui c'è solo morte e distruzione.
Se vuoi sfiorare la pazzia, compra tante armi e credi nella fratellanza.
La sera esco, molto intenzionato, io molto spinto, vendetta, vendetta, rimbomba nel mio cranio, ho scordato le buone maniere e vaffanculo.
Incontro amici gli spiego tutto, mi guardano, mi guardano rintristiti, ma arrabbiai per quello che ho subito, uno si leva gli occhiali, e mi guarda negli occhi, mi dice "sei veramente tu Giuseppe?" Io li pietrifico, capisco che se avessi fatto scoppiare quella granata non sarei stato io.
Sono passato mesi, quella garanta è ancora nel mio comodino, ricordati, quando sentirai il rumore di una miccia, e la puzza di piovere da sparo, prega il tuo scherzo della natura chiamato dio, perché io sono già lontano e tu sei già morto.
Io sono una persona sola, cosa ho da perdere?
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