Gone

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Lo capii dalla prima volta in cui i suoi occhi si posarono su di me che ero finito, distrutto, annullato: lui mi aveva reso nudo e mi aveva coperto di un velo fatto d'imbarazzo e disagio, mi aveva scavato l'anima con quegli occhietti neri, ed io mi ero perso in quei pozzi scuri, troppo eterei per essere reali.

Lui non era una persona facile e circondata da amici, sempre a ridere o scherzare con i suoi coetanei, e pensai che fosse un gran peccato, che non fosse giusto che degli occhi così espressivi non venissero ammirati e contemplati.

Provai ad approcciarlo, davvero, ma lui era un cavolo di testardo!

Ogni volta in cui prendevo coraggio per affrontarlo, mi ignorava, sorpassava, trucidava con quei bellissimi bottoni scuri, lasciandomi sempre con una sensazione amara in bocca. Ma non demorsi, ero determinato a conoscere la storia di quelle bellissime creature color notte: il loro passato, presente e futuro.

Ero sempre io a provarci non venendo però considerato, sempre io a fare la prima mossa, ma per poi venire rifiutato... dunque, quando lo trovai alla sola luce di un lampione, sul ciglio della strada in una fredda notte di Novembre, rimasi...sorpreso.

Non sapevo nulla di lui, il suo nome, il suono della sua voce, le sue intenzioni, ma lo invitai comunque in casa mia e rimasi una seconda volta sorpreso quando lui acconsenti e mi seguì in silenzio, mentre la fredda luce della luna ci rischiarava.
Vivevo quasi del tutto per conto mio da tempo, avevo, si, mia madre, costretta però a due turni lavorativi per pagare bollette e rette scolastiche, impedendomi di godere spesso della sua compagnia e lasciandomi l'abitazione prevalentemente vuota e magra di tepore.

Ero pronto al suo assordante silenzio, alla più completa solitudine ma con un corpo caldo in più al mio fianco, quando, per la terza volta in una sera, mi lasciò senza parole, rivolgendomi per la prima volta la parola.

Ah...la sua voce era così bella sai? Certo che lo sai, immagino ti avrà raccontato un sacco di cose in questi anni...ah,quanto ti invidio.

Passammo la notte a parlare, e più il tempo passava, più mi rendevo conto di quanto speciale fosse Min Yoongi, si, questo è il suo nome ebbi modo di scoprire. Si può dire che quella sera fu il nostro vero, reciproco, incontro: mai mi ero sentito così bene con qualcuno, e forse a causa di questa reciproca intesa ci ritrovammo addormentati sul divano, un vecchio film alla televisione senza spettatori che continuava a venir trasmesso.

Nei giorni seguenti diventammo molto amici, e ti assicuro che la figura schiva ed ombrosa che tu sicuramente ora vedi in Yoongi, non è altro che il suo scudo per apparire forte, ma ti prego, disarmalo, perchè non ne ha bisogno, non con noi, con te, per lo meno.

Yoongi ed io...era un rapporto strano il nostro, lo ammetto. Avevo sempre il timore di dire qualcosa di sbagliato, di fare un passo falso, e Yoongi aveva dei momenti di chiusura tombale, ovviamente dovuti a cose che non mi sento in dovere di raccontare, lo farà lui a tempo debito, anche perchè non so quanto ti potranno essere d'aiuto saperle in ogni caso.

Continuammo così per cinque settimane, si le contai, poi però il nostro rapporto si evolse, e capii di essermi innamorato di lui solo quando una ragazza venne al nostro tavolo e si confessò al mio amico. Ero una persona timida e tremendamente insicura, per questo quando Yoongi disse di avere già qualcuno nel suo cuore, sentii il mio spezzarsi ancora prima potessi affermare di provare qualcosa per lui.

Fu difficile nascondere i miei sentimenti: da quel giorno Yoongi stava diventando sempre più bello ai miei occhi, sempre più misterioso, sempre più gentile, sempre più perfetto ed irraggiungibile, ma non potevo in alcun modo rivelargli il mio segreto, altrimenti avrei buttato all'aria quel ormai insoddisfacente e troppo stretto rapporto d'amicizia che avevo costruito con tanta fatica, decidendo di sacrificarmi in quel nome, nell'essere solo amici.

Gone, una lettera mai letta •Yoonmin•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora