25 giugno, 2018

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Un continuo sentire, un male infinito intervallato da brevi momenti. E' impossibile da descrivere, perché ognuno la vive a suo modo, e nessuno può capire l'altro. Questo è il nostro grande limite. Tutti ci sentiamo soli nella società. Perché tutti siamo particolari, tutti andiamo contro determinati momenti, persone, azioni. E non capiamo
Non capiamo perché non riusciamo ad essere capiti. Ma la risposta è tutta qui: è un limite dell'essere umano, nato principalmente per essere egoista, egocentrico e menefreghista. Nessuno escluso, me compreso che ne parlo. Quante volte esco, quante volte non mi trovo con le persone, quante volte odio non riusciamo a trovarmi bene. Infinite, e mi odio con tutto me stesso. Perché l'apparenza inganna, è vero, ma fa male. Vedere gli altri che vivono la vita meglio di me, almeno dal mio punto di vista, mi mette sempre in una posizione da desiderare di essere accettato da altri, ma allo stesso tempo mi crea la consapevolezza che non sarà mai possibile. Perché anche loro si sentono soli, almeno una volta al giorno.                                                                      La società attuale opta sempre per mascherare i propri problemi. Meglio condividere frasi di autorità, meglio far video di feste e altro, mai parlare della propria solitudine. Ma non è un difetto. Il problema è sempre là: come fai a parlare di qualcosa che senti solo tu in una maniera tale che devi cercare anche di capirla e interpretarla, fallendo miseramente? Nessuno può raggiungere il nostro animo, nemmeno noi probabilmente. Siamo fottutamente complicati.
E mi dispero, e penso il perché di questa condizione miserabile? Ma c'è davvero un motivo?
Non credo lo sapremo mai. Il condannato è tale quando è consapevole di essere andato contro una legge, ma la condanna della solitudine non l'abbiamo causata noi. Nasce nel momento in cui veniamo noi al mondo. Cosa abbiamo fatto per meritarcelo?
Noi non siamo soli nel senso effettivo del termine. Abbiamo la famiglia, amici, rapporti infiniti e di ogni tipo. Ma la solitudine è il sentire di non contare nulla, nemmeno per se stessi. Sentire di non capirsi e chiudersi nella musica, nell'arte, la quale intrattiene momentaneamente con della vera compagnia, ma la canzone finirà lì. Non durerà in eterno, non ha parte attiva nella nostra vita. Il non contar nulla, invece, ci accompagnerà fino alla morte. Nessuno può salvarci.
Manchiamo noi nel nostro enorme quadro della vita. Sono presenti tutti i personaggi, manchiamo noi. Ma il disegno è stato fatto da noi, che consapevolmente abbiamo deciso di escluderci. Perché, probabilmente, noi stessi abbandoneremmo la nostra persona, la lasceremmo in disparte e da sola, perché questo merita ai nostri occhi. E non c'è altra via.
Ho scritto tutto di getto, senza nemmeno sapere il perché. E' un periodo un po' così, e ci sta. Ma da una vita non riesco a trovarmi davvero in compagnia, perché l'esistere stesso implica che la felicità non potrà mai essere trovata, se non in quei rari momenti in cui la mente, impegnata, pensa ad altro. L'autocommiserazione forse non vale molto, ma non lo valiamo nemmeno noi.
D'altronde, ogni cosa qui è vana. Ci sarà una fine per tutto, ma nella morte noi saremo ugualmente soli. Il trucco? Non saremo vivi per notarlo.

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⏰ Last updated: Jun 25, 2018 ⏰

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La sentenza della solitudineWhere stories live. Discover now