4 Dicembre, 2015
JemyCredo sia quasi mezz'ora che Jin parli senza prendere un respiro.
Parla, parla , parla e poi si lamenta.
Ho cercato di trattenermi dal mandarlo a quel paese mordendomi la lingua almeno cento volte, che adesso credo di non averne più una. Ma va bene così.
Va bene così, perché quella tregua con Jin mi piaceva. Mi faceva stare tranquillo. Solo il giorno prima avevo di nuovo avuto un a discussione con mia madre, non voleva farmi tornare a Roma, non voleva neanche ascoltarmi. Finalmente avevo trovato una soluzione a quel caos che era la mia vita, finalmente avevo trovato un obiettivo, ma nessuno mi voleva aiutare a realizzarlo.Mi volto verso Jin, seduto dal lato dell'autista, una mano sul volante, l'altra accompagna il suo continuo vociare in un movimento di gesti. Mi chiedo se, magari, lui mi avrebbe ascoltato.
-Jin- lo interrompo rischiando di farlo innervosire, invece quello smette di parlare di botto girandosi verso di me tra il confuso e il curioso -Che succede?-
-Nulla, volevo solo parlarti di una cosa-
-Cosa?- non credo si aspettasse che volessi parlare, e di qualcosa di mio. Ero stato tutto il tempo in silenzio ad ascoltarlo senza intervenire. Non sapevo neanche perché lo stessi accompagnando all'ospedale da Seo. Forse il troppo tempo passato a non fare nulla, la litigata con mia madre, e la tristezza di quella stanza in cui dormivo a casa di Jin.
-Vorrei fare un corso per tatuatori-la butto lì, così, senza stare troppo a capire da dove fosse meglio cominciare. Jin, nel frattempo, mi guarda un po' sconcertato ma non sembra molto sorpreso di questa mia idea - E ne sei sicuro?-
- Sì, sono sicuro - certo che lo ero.
Per una volta nella mia vita avevo trovato un obiettivo, qualcosa da perseguire. Qualcosa di mio, qualcosa che non aveva a che fare con altre persone, qualcosa che mi avrebbe fatto sentire a mio agio con il mondo.-E scommetto che zia Carol non vuole saperne niente -
- Non solo mia madre, non hai idea di come mio padre abbia dato i numeri - cerco di scherzare su quella tragedia che incombe da sempre sulla mia vita. Questi due genitori che vorrebbero decidere anche quando dovrei piangere o sorridere. La cosa, comunque, ha divertito anche Jin perché ha accennato un mezzo sorriso sul volto mentre parcheggia.
Siamo arrivati all'ospedale, tira il freno al mano e si gira verso di me -Ho un amico che potrebbe aiutarti- lo guardo perplesso - Non capisco - infatti gli faccio notare, Jin sorride di nuovo - Lo so che vuoi tornare a Roma, Jemy, ma c'è un mio amico che ha uno studio di tatuaggi e potrebbe aiutarti - sì, era vero: io volevo andare via da quella città, volevo andare via da tutti quei ricordi, da quelle strade che mi ricordavano un'adolescenza bruciata, amici che non erano mai stati veri amici, e...
-C'è Key- Jin sta indicando un auto davanti a noi, appoggiata ad essa c'è un ragazzo che io riconosco all'istante, sta guardando Key confuso dopo che lei gli ha passato le chiavi della macchina. Dopo di che lo vedo entrare dalla parte opposta alla sua, mettere in moto e sparire nel buio del parcheggio.
-Ma chi era quello?- Jin continua a parlare da solo - E' un cretino- rispondo spontaneamente.
-Mmh... lo conosci?-
-Non proprio-
- Non proprio?- Jin mi guarda di sottecchi, come se avesse intuito che sotto questo mio commento superficiale ci fosse un motivo diverso. Un motivo più reale nel dire semplicemente che quel tipo fosse un cretino - Non ho avuto molto a che fare con lui, era un amico di Key-
-Di cui eri geloso, presumo- alzo gli occhi al cielo per l'ennesima minchiata che gli sento sparare quella sera - Ma Seo non ci sta aspettando?- Jin alza un sopracciglio, tira le chiavi dal quadro, e sorride ironicamente - Sì, Seo ci sta aspettando- ripete la mia stessa frase e poi scende dall'auto.
Forse, un po' curioso lo ero.
Non avevo idea di che persone avesse continuato a frequentare Key o di chi fossero i suoi amici adesso, ma perché era lì da Seo proprio con quel JK? Tra l'altro - sebbene lo avessi riconosciuto facilmente- dovevo ammettere che era davvero cresciuto molto da non sembrare neanche più lui. Comunque preferisco non pensarci, poiché meno sapevo di lei meglio mi sentivo.
Seo è nella sala d'attesa, quando entriamo. E' seduto su una delle sedie che guarda annoiato il display del suo cellulare. Non appena ci nota, alza la testa in un sorriso stanco ma contento. Credo sia la prima volta che Seo sia contento di vedermi da sorridermi addirittura.
-Jemy, non pensavo saresti mai venuto- gli dedico un mezzo sorriso - Qualche volta stupisco anche io - mi permetto di fare una battuta, mentre Seo mi sorride per la seconda volta. Mi rendo conto che, forse, siamo davvero cresciuti e che certe cose non hanno più conto.
-Oggi vi siete messi d'accordo tutti?- io e Jin lo guardiamo un po' confusi, ma poi ad entrambi viene in mente Key.
-Ah sì, Key - afferma Jin sorridendo.
-Ed il suo nuovo ragazzo- Seo fa una smorfia, mentre io credo di aver sbarrato gli occhi tanto che se ne è accorto. Infatti, mi sta lanciando un'occhiata ambigua mentre sento Jin chiedergli di ripetergli quello che aveva appena detto.
-Quello era il suo nuovo ragazzo?-
-A quanto pare sì, si chiama JK- Seo annusice con la testa, mi lancia di nuovo uno sguardo poco convinto.
Sto cercando di trattenermi il più lungo possibile. Non credevo certo che lei e Joon sarebbero stati tutta la vita insieme, ma sapere che alla fine era da lui che fosse andata, da quel ragazzino arrogante, mi faceva sentire...
stupido.
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救い出すよ必ず// I'll Save u
FanficBOY IN LUV SERIES // Second Act Sono passati tre anni dagli ultimi avvenimenti, Key ormai è all'università: viaggia tra la città in cui vive da sempre alla città in cui cerca di crearsi un futuro. La sua vita è molto diversa da quando frequentava i...