"A volte, mentre la guardo,
sento una strana sensazione al petto.
A volte, mentre la guardo,
ho paura di perderla.
A volte, mentre la guardo,
ho la sensazione di averla già persa"Capitolo fourteen
"Sto pranzando" mormora, alzando le spalle. Osservo le due braccia che la circondano e alzo il sopracciglio, mi sta prendendo per il culo?
"Rossa, vieni, devo parlarti" Ordino. E la guardo, dicendole chiaramente di venire. Lei mi osserva e tutto d' un tratto è preoccupata. Sta per alzarsi, quando un coglione la trattiene.
"Non so se hai capito, ma sta mangiando."
"Lo vedo, sai. Ho due occhi" sibilo. Mentre non guardo il testa di cazzo, e osservo Amber.
"Beh, non sembra. Lasciala mangiare e tornatene da dove sei venuto" Continua. Ma che cazzo vuole?
"Torno da casa sua, dove me la sono sbattuta tutta la notte" dico diretto.
Non sai più che dire, eh? Non fai più il cazzone. Sei un coglione come tutti.
"Forza Rossa" mormoro. Quando la noto ferma e con lo sguardo basso.
"Mike" mormora Amber.
"Davvero, non preoccuparti. Torno subito" sorride.
Che cazzo gli sorridi?
E tu, stupido, togli quel fottuto braccio da lei.Il coglione toglie subito il braccio da lei, e Amber si alza e viene da me. La osservo e poi faccio un sorrisetto cattivo a Michele, o come cazzo si chiama.
Aumento il passo ed esco dalla sala mensa, i corridoi sono vuoti, e mi appoggio al muro. Esce dalla sala e chiude la porta per poi girarsi verso di me.
"Potevi... risparmiare quella frase" sussurra. Mentre si morde il labbro. Tengo le mani sulle tasche e osservo il suo corpo. Indossa la collana che le ho fatto da piccolo. Prendo il ciondolo pitturato da me, che si confonde con il colore azzurro del suo top, e l' avvicino a me.
"Ma è la verità, Rossa. Lo sai che non dico bugie." dico con tono basso sulle sue labbra.
La guardo, e sorrido quando noto i suoi occhi guardarmi la bocca. Le sue gemme verdi che mi desiderano. Mi vuole.
"Lo so, però... Però non voglio..."
Balbetta e lascio scorrere la mia mano, sopra il suo seno e poi stringendolo. Il suo respiro si spezza e mi guarda. Guardami e cedi. Sei mia, non sei di quei coglioni.
"Non vuoi cosa? Non vuoi fargli sapere che sei stata mia tutta la notte? Che sei mia?" domando.
"Sono tua?" sussurra piano.
"Non lo sei?" mormoro accarezzando i suoi fianchi e attirandola a me. I miei occhi osservono le sue espressioni.
La voglio.
Ora.
Mia."S-si" dice incantata. Mi avvicino al suo viso e la sfioro con le mie labbra. Accarezzo la sua guancia e la noto chiudere gli occhi.
"Bene, brava Rossa."
Mi stacco da lei. E apre gli occhi confusa. Sbatte le palpebre, le labbra a cuore s' imbronciano. I suoi occhi assumono un coloro più scuro quando si rende conto che mi sono staccato.
Mentre mi osserva come se fossi la sua mela. Come se fossi la cosa che desidera di più al mondo.
"Andiamo in un posto più tranquillo". Le offro la mano e lei mi segue. Intreccia le sue dita con le mie e mi fa un sorriso luminoso. Una strana sensazione al petto si fa strada in me. Scaccio questa impressione e cammino velocemente, sentendo il ticchettio dei suoi tacchi fare eco per la sala.