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°*•○Iris Germanica○•*°
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"Non sempre le nuvole offuscano il cielo: a volte lo illuminano"

Queste sono le ultime parole che ho letto prima di perdermi nei miei pensieri.

Ogni frase che leggo, ogni parola che sottolineo all'interno dei romanzi, mi fa pensare e riflettere seriamente, fino a quando non riesco a trarre qualche insegnamento.

Sono sulla mia poltrona mentre leggo uno dei miei tanti libri e sorseggio del buon caffe che non guasta mai.

Quando ritorno in me, mi alzo e poso la tazzina nel lavandino della cucina.

Vivo a Seoul da ormai 3 anni per frequentare l'università.

All'inizio avevo intenzione di affittare una casa insieme ad altri ragazzi, ma quando ho trovato questo appartamento, a poco prezzo e vicino alla facoltà, ho afferrato la palla in balzo.

Qui ho la mia tranquillità, il mio silenzio e posso fare quello che voglio senza preoccuparmi di dar fastidio a qualcuno.

La casa non è molto grande, ma per me va più che bene. In totale ha solo 3 stanze.

A destra dell'entrata si trova una cucina ad angolo con un'isoletta abbastanza grande dove poter mangiare. I fornelli sono pressoché inutilizzati, dato che le miei abilità culinarie sono di un livello sotto lo zero, l'unica mia salvezza è il microonde, che mi prepara dei "decenti" pasti veloci già precotti.

Di fronte all'angolo cottura c'è il soggiorno più piccolo mai visto, consistente di un divano blu scuro e una poltroncina del medesimo colore.

Dopo un piccolo corridoio ,dove a destra si trova il bagno, c'è la mia adorata camera da letto, che ormai non può essere più definita tale.

Quella stanza è diventata il mio studio.

Il letto è ricoperto di scartoffie varie e per questo dormo nel divano; la mia scrivania sempre disordinata ospita tutti i tipi di libri, la postazione del computer e una tastiera elettronica.

In quell'angolino della stanza riesco a comporre e a scrivere diverse melodie, esprimendo tutto me stesso e sfogandomi nell'unico modo a me possibile.

Non ho nessuno con cui confidarmi o che mi rallegri la giornata.

Forse è questo l'unico aspetto negativo del non avere dei coinquilini.

Sono quasi le sette del pomeriggio e fra mezz'ora ho un appuntamento a scuola per ritirare ancora una volta dei libri che avevo preordinato.

Velocemente apro l'armadio e prendo le prime cose che vedo.

Mi infilo un paio di jeans grigio scuro strappati e una maglietta larga nera.

Vado verso l'anticamera dell'ingresso e, poggiandomi a terra, indosso le mie care Convers nere. Alzandomi, prendo il giubbotto di pelle nell'appendiabiti e un cappello scuro con la visiera.

Prima di uscire prendo il mio zainetto, le chiavi della macchina e quelle di casa; spengo le luci ed esco dall'abitazione.

Aspetto nel pianerottolo l'arrivo dell'ascensore.

Quando le porte si aprono, entro e clicco il pulsante del piano zero.

Le ante si chiudono e io mi giro verso lo specchio. Mi osservo al pannello di vetro.

Le occhiaie sono marcate in questi giorni che non riesco a dormire. Apro la borsa, prendo gli occhiali da sole e li porto al viso.

La mia pelle è così pallida e le miei labbra hanno un colore violaceo; dovrei riposare.

°The flowering of a dream°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora