Primo capitolo

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Non riesco a pensare ad un ragazzo in "quel" senso

La sua virilità pressa prepotentemente contro i miei fianchi mentre, le sue mani tatuate mi accarezzano la linea delle spalle.
Mi giro per poterlo finalmente vedere ma, non appena mi volto, le sue labbra sono subito sulle mie, rudi ed esigenti; sembra non vogliano lasciare più nulla di me.
Con un movimento veloce di bacino, fa aderire la mia schiena al muro.
Il contatto è violento ma le sue labbra mi distraggono totalmente
Qual è il mio nome?
Non credo mi interessi nemmeno chi sono in questo momento.
Sono malleabile come creta fra le sue mani, ma a me va bene.
Che si prendesse pure tutto, se poi alla fine mi fa sentire così.
Vivo
Amato
Giusto
E anche se fuori da questa stanza infuria il vento, a noi non interessa.
Siamo invincibili se stiamo insieme.
E

che fuori il vento soffi pure crudele, non riuscirà a spegnere la nostra fiamma.

Noi due in questa stanza, stiamo bruciando.
E a me tanto basta.

Mi piacciono le ragazze

Lo voglio.
Non so spiegarlo, so solo che sentirlo addosso, non è abbastanza.
Lo voglio sentire dentro.
Voglio il suo fiato tatuato nell'incavo del mio collo.
Voglio i suoi tatuaggi impressi sulla mia pelle.
Voglio intrecciarmi al suo corpo fino a non riuscire più a distinguere dove inizio io e finisce lui.
Voglio lui.
In ogni sua minima sfaccettatura.
Non mi basta solo il bello.
Io voglio tutto.
Paturnie e difetti compresi.
Voglio prendermi e perdermi nei suoi occhi, nel suo dolore, negli angoli più remoti della sua anima.
Non importa quale sia il prezzo.
Non importa se in cambio perderò tutto.
Dovessi anche perdere me stesso, lo farò.
Lui ne vale la pena.
Ed è strano e malsano quello che provo per lui.
Non é semplice attrazzione fisica, è bisogno.
Quando entro in una qualsiasi stanza, il mio pensiero vola automaticamente a lui e non riesco ad impedirmi di cercarlo, o di sbuffare scocciato se non lo vedo, o di fissarlo estasiato se invece è lì.
E tutto questo non mi era mai capitato fino a quando lui non si era presentato alla mia porta, il sorrisetto sghembo, la giacca di pelle e le piume.
Lui e il suo essere unico, totalmente diverso da qualsiasi persona io avessi mai incontrato.
Fino al giorno prima non mi aveva mai sfiorato nemmeno il pensiero di poter desiderare un ragazzo ma poi, avevo visto lui.
E inspiegabilmente tutto ciò non mi era sembrato più così impossibile.
Non era stato un colpo di fulmine, era stato un riconoscere sin dal primo momento che quel ragazzo fosse speciale.

Non riuscirei nemmeno ad eccitarmi con un uomo

E io non so cosa fare esattemente in questo momento, ho paura di fare troppo o troppo poco.
Magari faccio qualcosa di male.
Magari si rende conto che la mia mancata esperienza con gli uomini è un problema e va via.
Ed io non voglio che lui vada via.
So solo che in questo momento sono diviso fra l'essere eccitato da far schifo e il sentirmi terribilmente impacciato.
Lui non sembra sentirsi per niente a disagio a differenza mia.
Deve aver sentito la mia agitazione -lui sente sempre tutto di me, incredibilmente- si stacca di malavoglia dalla mie labbra per farmi respirare e io in questo momento vorrei solo prenderlo per il colletto della felpa, riportarlo vicino e chiedergli di non smettere, non mi importa se non respiro se in cambio posso avere le sue labbra addosso.
Sa che lo voglio, lo vede dai miei occhi fin troppo trasparenti e dalle mie labbra arrossate che si sono improvvisamente piegate in un buffo broncio.
Mi guarda sghembo dal centro della stanza.
Sta giocando con me.
Lo conosco quello sguardo furbo e non fa presagire niente di buono.
O meglio ancora niente di buono per la mia sanità mentale.

Poi da quando sto con Vale non riesco più a guardare nessun altra

Appoggia una spalla all'anta dell'armadio e mi guarda assorto, le sue dita prima accarezzano il suo labbro inferiore e poi passano a giocare e a tirare un ciuffo di capelli che un po' più lungo della media, spunta indomabile dalla sua chioma.
La lingua saetta fuori per umettarsi le labbra in un gesto lento, calcolato e terribilmente eccitante.
Quel odioso nanetto è una terribile tentanzione.
Sta facendo tutto ciò che sa mi fanno impazzire perché vuole che io esca fuori di testa per lui, senza sapere che io la testa per lui, l'ho già persa da tempo.
Vuole che sia io a cedere.
Vuole che sia io ad andare da lui, ad implorarlo di fottermi ma non penso abbia capito come andranno le cose.
Sono ingenuo ma non sono un vile e non mi tiro mai indietro di fronte ad una sfida.
Vuole la guerra.
E che guerra sia.

Vale è l'unica persona che vorrei nella mia vita

Prendo il coraggio a due mani e mi avvicino, lui inconsciamente, vedendomi avanzare, inizia ad arretrare, fino a quando non si vede costretto a sedersi perché le sbarre del letto pressano insistentemente contro le sue ginocchia.
È strano come mentre per gli altri i suoi occhi siano imperscrutabili, per me invece sono cristallini.
Con lui mi sento a mio agio perché i suoi occhi sono l'esatto specchio dei miei.
So che lui mi vuole tanto quanto lo voglio io.
Perciò non c'è esitazione nei miei gesti.
Mi sporgo leggermente per poterlo baciare più agevolmente.
Troneggiare su di lui, mi fa sentire incredibilmente potente ma non mi basta.
Ma non mi basta il potere.
Non mi basta averlo per un po'.
Non mi basta mai.
Gioco con la sua lingua, lo illudo, lo stuzzico per poi fermarmi proprio il momento prima di poter approfondire la faccenda.
Voglio che lui provi per me ciò che io provo per lui.
Perso dal desiderio, mi trascina sul letto con lui.
È tutto un susseguirsi di baci, mani febbricitanti che scorrono veloci nonostante l'impaccio dei vestiti e occhi che si incastrano e si perdono.
Verde nell'azzuro
Azzurro nel verde
Ci confondiamo tanto da arrivare a perderci per poi, rlitrovarci l'uno nell'altro.
E io sono stanco.
Sono stanco di sentirlo a metà.
Ora, voglio averlo.
Tutto.
Senza nessuna divisione.

«Fai l'umore con me»
E lui...

E lui...
«

Einar»
«Mmh, sì. Irama, sì »
«"Mmh, Irama sì " sto cazzo, Ein. Siamo in ritardissimo per le lezioni, deficiente. Vedi di muovere il culo che fra trenta minuti massimo devi stare giù. Io e Simo ti aspettiamo nella hall, bradipo»
E mi tira una cuscinata scherzosa in faccia.
Ceh, io faccio un sogno erotico su di lui e lui mi maltratta, assurdo.
E oh mio Dio, che cosa ho io di male?!?!
Sono felicemente fidanzato e amo la mia ragazza però, la notte non riesco a smettere di far sogni erotici sul mio compagno di stanza che, non solo mi vede unicamente come un amico, ma che se sapesse di essere il protagonista principale di tutte le mie fantasie erotiche, probabilmente prima mi prenderebbe per il culo, sputtanandomi a mezzo mondo, e poi mi ucciderebbe nel sonno.
Alzo il piumone, consapevole che le mie condizioni saranno pessime e quando mi guardo giù, non vengo smentito.
Ho un'erezione spaventosa e non ho nemmeno tempo di prendermene cura perciò dovrò limitarmi a farmi una doccia gelata.
È metà marzo, il tempo fa schifo, il gelo mi penetra nelle ossa.
E oggi è pure lunedì.
Che meraviglioso inizio settimana.

N.A.
Ho impiegato una vita per decidere se pubblicare questa storia (che in realtà nasceva come os) perciò spero vi piaccia, fatemi sapere.
Spero sia chiara la struttura del testo e che non ci siano errori grammaticali, per qualsiasi cosa non esitate a corregermi.
Nei capitoli dovrebbero alternarsi i punti di vista perciò nel prossimo sarà il turno di Irama.
Scusate se sono noiosa, spero vi piaccia.
Giorgia

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