Capitolo 64: Non è mai troppo tardi

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Lui


   Penso davvero che questo sia uno dei momenti più importanti e significativi della mia vita, non so dove mi troverò tra qualche anno ma so che, qualunque cosa accadrà, questo momento sarà sempre impresso nella mia mente e nel mio cuore.

La tengo ancora per mano e sto aspettando che dica qualcosa, qualunque cosa, anche la più stupida: che non le piace l'arredamento, che pensava fossi più disordinato, ma niente... non dice una parola. E' immersa nei suoi pensieri più segreti e profondi, dove mi ha sempre reso difficile entrare.

< Allora? > Esito.

Lentamente, molto lentamente, Mia si volta verso di me con lo sguardo spaventato ed emozionato.

< Mi piace > sussurra facendo spallucce < non so che altro dire > la voce spezzata dall'emozione.

< "Mi piace" va benissimo, Mia. >

< Okay. Mi piace molto. >

Finalmente riesce a farmi un sorriso, la tensione dentro me lascia definitivamente il posto all'emozione e –finalmente- riesco davvero a rendermi conto che sono a casa e Mia è con me. E' la sensazione più pacifica che sento dopo la morte del nonno.

< Cosa ti va? > le chiedo lasciandole la mano per dirigermi verso il frigo, < un thè? Un bicchiere d'acqua? >

< Hai una birra? >

Una birra?

< Certo che ho una birra. >

< Bene, vada per la birra. >

< Non sapevo bevessi birra. >

< Infatti. >

< Mi sento nel pallone, Mia. >

< Ti sto prendendo in giro, Victor. Non bevo birra –né nient'altro- non sopporto nemmeno l'odore della birra. Una tazza di thè andrà benissimo. >

Mi volto verso il frigo e afferro una bottiglia d'acqua < un giorno sarai punita per questo sarcasmo insano, Mia Hamilton. >

< Le tue minacce non mi fanno nessuna paura, Victor. >

< Perché sei ancora alzata? > le chiedo mentre le passo la tazza calda. Le sue dita lunghe e magre, con le unghie rigorosamente smaltate di nero, sfiorano le mie.

< Oh, ma io adoro stare alzata, sai? >

Sempre quel solito sarcasmo.

< Beh, a me no. Soprattutto se mi trovo a pochi passi dal mio caro amico. > Con un cenno indico il divano e, non prima di afferrare il telecomando, mi ci scaravento sopra. Sbatto il palmo sul cuscino < Che aspetti? >

Ride di gusto, buttando la testa all'indietro < E va bene. Mi butto. > Ma si lascia andare in modo delicato.

Il profumo dei suoi capelli – camomilla e cocco- mi invade i sensi e non posso fare a meno di circondarle le spalle con un braccio e stringerla a me, le poggio un bacio sulla tempia.

< Casa tua mi piace, Victor. >

< Davvero? >

< Si, davvero. Devo ammettere che non è come mi aspettavo. >

Mi sposto per guardarla negli occhi, < a no? >

< Mm no > scuote la testa < è così accogliente, confortevole, ordinata. E, cosa ancora più importante, profuma pure. >

Rido di gusto e sollevo le sopracciglia < ma grazie per aver pensato di me che sono uno sporco ragazzo americano. >

< Non c'è di che. >

< Scusami su cosa hai basato questi tuoi preconcetti negativi? Vuoi dire, forse, che il mio profumo non è di tuo gradimento? >

Con una mano le afferro il mento –per impedirle di scappare e per avere la sensazione di averla finalmente in pugno- e le avvicino il mio collo al naso. La sento irrigidirsi, il suo respiro si spezza, ma lo prendo come un buon segno.

< Mi piace il tuo profumo, Victor. > Mi sussurra ed io alzo gli occhi per fissare quelli suoi. Quel grigio- verde smeraldo, che mi ha catturato il cuore fin dal primo sguardo, è lì che continua a guardarmi con la paura del suo desiderio potente –ne sono certo- quanto il mio.

E mentre Mia cerca di recuperare il respiro, io , mi sto ancora domandando se questo è il momento giusto per muovere il passo che desidero compiere da tantissimo tempo. Ma non voglio che accada così. Non voglio vederla tremare di paura e insicurezza, ma per altri tipi di sensazioni. La voglio così tanto che sono in grado di capire che non è questo il momento giusto. Per adesso mi basta sapere che lei sia consapevole del fatto che la desidero da impazzire ma che, soprattutto, rispetto lei e i suoi tempi. Perciò non mi resta altro che poggiarle un bacio morbido su quelle labbra piccole e a forma di cuore e tornare a guardarla negli occhi.

"Va tutto bene, Mia."

< Lo sapevo che impazzivi per il mio profumo, Bambina. > Le accarezzo il viso e la stringo a me.

< Sei tu che impazzisci per il mio, Caro. >

La magia di un attimo fa non si è affatto spezzata, la stiamo ancora respirando, abbiamo semplicemente imparato a camuffarla.

Non fa altro che fissare le nostre mani che si intrecciano. Io, invece, mi perdo ad osservare lei: le sue ciglia folte e allungate con il mascara –proprio come le piacciono- il suo profilo morbido, il ciuffo che le ricade sullo zigomo –perché troppo lungo ormai- le sue labbra che annaspano alla ricerca delle parole giuste da dire, da raccontare. Perciò, mentre lei si perde in ricordi che vorrei tanto poter cacciare dalla sua mente e dal suo cuore, io mi perdo in lei e nella bellezza che la circonda e che non è ancora in grado di vedere.

Io non so spiegare cos'è per me Mia, ma quello che so per certo è che non posso paragonarla a nessun'altra ragazza che ho già conosciuto in passato e nemmeno in futuro potrò farlo. Lei... lei ha occupato un posto dentro me che nessun'altra potrà mai rendere suo. E questo mi fa paura, davvero, perché ciò che Mia significa per me, Derek Collins conta per lei.

E' troppo tardi?

E' tornata troppo tardi?

Sono arrivato troppo tardi?                                                                                    

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