Avevo la tazza di thè tra le mani,il giornale era adagiato sul grande tavolo quadrato, sentivo in me un forte dolore,dopo aver saputo la triste notizia, letta per puro caso su un giornale di vendite anzichè dai miei cari. ''Home for sale in Grafton street,Dublin,Ireland. Price to be determined.''
In un istante ripercorsi tutti i momenti trascorsi in quella splendida casa,sentivo di nuovo gli schiamazzi e le risate di quando ero bambina. Ancora non riuscivo a spiegarmi il perchè di questa decisione da parte dei miei genitori,ma soprattutto non riuscivo a capire come loro mi avessero tenuta ignara da una decisione del genere. C'era anche un altro particolare che mi era sfuggito: il loro lavoro. Mio padre era un avvocato di gran carriera,molto acclamato qui in Irlanda, mentre mia madre si limitava a fare traduzioni di testi in francese,spagnolo e italiano, inquanto da adolescente decise di studiare le lingue. Per mia madre non era un problema lasciare la città, in qualsiasi altra parte del mondo avrebbe potuto tradurre testi, ma riguardo mio padre.. come faceva a lasciare il suo studio,i suoi clienti..insomma la sua vita?
Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii la chiave infilarsi dall'altra parte della porta. La possente porta di legno si aprì pian piano cigolando,e immediatamente vidi entrare in casa i miei genitori seguiti da due sconosciuti. Erano un uomo e una donna sulla trentina,lei capelli biondo platino,occhi color nocciola e una pelle quasi olivastra,dal suo accento potevo dedurre che fosse americana. Lui era alto, biondo,con un torace piuttosto grande, occhi azzurri come l'oceano,aveva una pelle così chiara e candida che sembrava quella di un bambino,insomma,tipico irlandese .
Entrarono tutti e quattro in casa,continuando a ridere per un motivo a me sconosciuto,le loro risate facevano eco nella stanza,la risata di lei era alquanto fastidiosa. Continuavo a chiedermi chi fossero e cosa ci facessero due perfetti estranei in casa mia e lo capii soltanto alle parole di mia madre ''questa è la cucina.'' Io ero seduta nel soggiorno,e non appena voltarono l'angolo mi videro.
''Oh ciao tesoro. Questa è nostra figlia, Kelly.'' Disse rivolgendosi agli ospiti.
''Ciao,hai un bellissimo nome sai?'' Quasi affermò. ''Significa guerriera.'' Disse l'uomo.
Sembrava un uomo molto saggio,era simpatico. La donna,al contrario, mi salutò con un saluto piuttosto forzato.
Per educazione ricambiai il saluto, ma ero amerggiata, molto amareggiata. Ero già triste per la vendita della casa e poi come se non bastasse la presunta compratrice era odiosa. Sembrava una donna molto vanitosa,arrogante e maligna. Aveva un vestito molto stretto viola se non erro, e un tacco quindici che faceva risaltare ancora di più la sua esile figura. Aveva una grande borsa,dove all'interno teneva un cagnolino,un barboncino per l'esattezza,con tanto di vestito e scarpette. Anche se stava nella borsa lasciava per la casa molti peli,non osavo immaginare se fosse uscito da lì. Abbaiava in continuazione,era odioso,proprio come la padrona. Suo marito, al contrario, sembrava un uomo molto onesto,gentile e disponibile,aveva sempre il sorriso sulle labbra, il suo abbigliamento era molto sobrio ma comunque molto elegante,credo facesse l'ingegnere,o qualcosa del genere. Non riuscivo a capire come un uomo così umile avesse sposato un'arpia del genere. Secondo me lui era solo una povera vittima, chiuso all'interno di una gabbia,dove non sarebbe mai potuto uscirne.
Ma non mi infastidivano solo la donna e il suo cane, anche i miei genitori. Nonostante mi avessero tenuta fuori da questa situazione non facevano altro che sorridere,ridere e parlare, ma non con me,come fosse giusto che sia,ma con i due signori. Continuavano a non dirmi nulla e questa cosa mi faceva innervosire. Non riuscivo a continuare a stare lì,con i miei genitori che non mi parlavano,con quella donna e con quella sua risata fastidiosa, e con quel cane maleducato,se così possiamo dire. L'unica persona che non mi dava fastidio era quell'uomo,della quale non sapevo il nome,ma se non sarei uscita da quella casa sarei scoppiata. Tirai la sedia indietro,e mi alzai,dirigendomi nel salotto; presi la mia borsa,tirai giù la maniglia della porta principale,uscii e chiusi la porta dietro di me senza dire nulla a nessuno.
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The secret.
Fanfiction''Chi c'è in quella casa?'' Chiesi iniziando il discorso. ''Non si sa con precisione.'' Disse la donna. ''Cosa intendi?'' Chiesi perplessa. ''Tempo fa abitava un uomo,ma si è traferito in Spagna.'' Affermò. ''E cosa c'è di strano?'' Chiesi incuriosi...