Lui
< Cosa? Cosa? Come diamine fai a non bere birra? > esclama Ed, sconvolto dalla confessione di Mia.
Lei sorride facendo spallucce, finalmente a suo agio. < Per essere sincera non mi piace neanche l'odore, mi da la nausea. >
Ed alza le mani al cielo < Questo è troppo, sei veramente strana Mia. > poi si rivolge a me < e tu non ridere. Ma dove l'hai trovata? In un convento? >
Mia scoppia nella sua risata spontanea e fragorosa < Quasi > afferma < e pensate un po', non mi sono mai presa una sbronza. >
< Così non funziona, dobbiamo far vedere a questa ragazza com'è che ci si diverte ai tempi d'oggi. >
Con i gomiti poggiati sullo spesso tavolo di legno e il bicchiere di birra mezzo pieno di fronte a me, continuo a ridermela mentre cerco di immaginarmi Mia ubriaca. Non riesco proprio a raffigurarla così.
< Non prendetela troppo in giro, ragazzi. Non dimenticavi che è una combattente. >
< E va bene > si arrende Ed < giuro di non prenderla più in giro, solo se lei ci promette che si prenderà presto una bella sbronza insieme a noi. >
Mia si porta la mano sulla fronte, mentre Ed le tende la mano destra, lei strizza gli occhi e stende il braccio < affare fatto. >
Scuoto la testa < non devi dare per forza retta a questi idioti, Mia. >
< Mi sa che non posso più tirarmi indietro, Vic. E non preoccuparti, lo faccio perché voglio farlo. >
< Ah non fare il guastafeste Vic, ormai il patto è stato stretto. > Mi zittisce Will con una scrollata di spalle.
< Facciamo così: qualche sera prima che Victor parta per l'India, usciamo e tu signorina > punta il dito verso Mia < verrai con noi per mantenere la parola data. >
Mia ha ancora la mano stretta a quella di Ed ma, ad ogni modo, riesco a sentire il suo respiro interrompersi nello stesso istante in cui si spezza il mio. Perché io a Mia non avevo ancora detto nulla del mio viaggio per l'India lungo tre settimane e poco più.
Mi guarda con quel suo modo corrucciato, come quando vuole nascondere con sarcasmo qualcosa che l'ha infastidita parecchio. < Parti, Victor? >
E perché adesso usa quel tono distaccato con me? Come se non ci fossimo mai baciati, come se non si fosse aperta con me, come se io non le avessi dimostrato nulla fino a questo momento.
Basta così poco per respingermi? Stava andando tutto così bene, maledizione.
< Si, te ne avrei parlato presto. >
"Stupida carogna"
< E dove vai? > il tono piatto, assolutamente immune a tutto quello che la circonda.
Attorno al tavolo è calato il silenzio, mi schiarisco la voce poggiando il pugno sulle labbra e fissandomi le ginocchia.
< India. Il viaggio della mia vita. >
< Suppongo che non si tratti solo di qualche giorno, allora. >
< No, infatti. Starò via tre settimane. >
In macchina Mia è silenziosa, con il mento appoggiato al piccolo pugno non fa altro che guardare il traffico che sfreccia davanti ai suoi occhi e muove costantemente le dita della mano sinistra, quasi senza accorgersene. Come se volesse afferrare qualcosa che continua a sfuggirle.
< Sei piaciuta tanto ai miei amici, sai? >
Il suo modo di posare lo sguardo su di me, come se fosse sempre la prima volta che mi guarda, mi fa sentire sempre un po' speciale. Chissà se questo lo sa.
< Davvero? Anche loro mi sono piaciuti. Mi sono trovata bene, molto più di quanto potessi immaginare. >
< Perché parli così? >
< Così come? >
< Come se fosse strano il fatto che tu ti sia trovata bene con i miei amici. >
< Perché non dovrebbe essere strano? >
< Ma perché, invece, dovrebbe esserlo Mia? Proprio non riesco a capirti. >
< Suvvia Victor, io non ti faccio così stupido. >
< Allora accennami qualcosa, probabilmente sono più stupido di quanto credi. >
< Mi fai una tipa che riesce a rapportarsi bene con tipi come voi? Dio Victor... frequento la stessa palestra da anni e, consentimi, di tipi bellocci ne ho visti parecchio. Per cui devi credermi quando ti dico che non ho mai parlato –in nessun modo- con tipi come voi. >
Tipi come noi?
< Io ti faccio la tipa che riesce a rapportarsi solo con chi vuole. E comunque, consentimi, ma dici un sacco di stronzate, Mia. Forse sei davvero più stupida di quanto io stesso potessi immaginare. Non riesco più a capire se fingi o se davvero non capisci che dipende da te. >
< Si, dai. Raccontami pure le solite stronzate di routine, Victor. Questo mi farà sentire sicuramente meglio.>
Mentre aspetto che scatti il verde mi concedo finalmente di lanciarle un occhiata, mi colpisce il suo sarcasmo pungente, pensavo che avessimo già superato questa fase.
Mi passo una mano frettolosa tra i capelli e stringo gli occhi, si respira una certa ansia qui dentro.
< Si può sapere perché sei così arrabbiata con me? >
Si gira per lanciarmi un occhiata dall'alto al basso, si morde il labbro inferiore e solleva le sopracciglia < non sono affatto arrabbiata con te, Victor. >
Marca quella sua indifferenza che le riesce così bene, se solo non la conoscessi...
< C' è qualcosa che ti turba, non puoi prendermi in giro tutte le volte. > Metto la prima e riparto.
Mia non dice una parola, ma io non voglio che la nostra serata finisca così e mentre sto per perdere la pazienza noto che fa un profondo respiro, mentre continua a contorcersi le mani senza rivolgermi un solo sguardo.
< Non parto per non tornare mai più, se è questo che non hai il coraggio di chiedermi. >
D'improvviso alza lo sguardo su di me e quell'espressione così timida e beffarda mi da conferma. Così gira la testa verso il finestrino, sfuggendo nuovamente da me.
< Alcuni partono per non tornare, Victor. Io lo farei se potessi. >
< Chi ti ha detto che non ho voglia di tornare? >
< Te l'ho detto, Victor. Io non ce l'avrei. >
< Beh, io si. Io ho tanti motivi per voler tornare e tu sei uno di questi, Mia. >
Mi guarda con aria assente, come se non avesse ascoltato neanche una parola di quello che le appena ho detto. Poi, d'improvviso, ride abbassando la testa e osservandosi le ginocchia confessa:
< Mi sarebbe garbata la tua presenza la sera del mio stupidissimo diciottesimo compleanno. >
< Chi ti ha detto che non potrò garbarti con la mia presenza quella sera? >
Poggia la testa al sedile e si abbraccia le ginocchia, stringendosele forte al petto. Con un solo movimento lento e seducente torna a guardarmi per dirmi < perché... sarai partito per le Indie da circa due giorni, Victor. Ecco perché. >
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Qualcosa di più
RomanceMia ha diciassette anni ed è già stanca di tutto: del posto in cui vive, delle persone che la circondano e di essere considerata la ragazza di Derek Collins, nonostante siano passati anni. Non fa altro che correre, per un infinità di motivi: per ca...