Lui
Ho la sensazione che sia qualcosa di strano stasera nell'aria; l'orologio continua a portare avanti le sue lancette, ma a me sembra tutto così fermo.
Ma presto qualcosa cambierà, lo so. Se non sarà adesso, non sarà mai più. Devo capire che nella vita, nonostante tutti gli sforzi e le lacrime, non tutto ci è concesso.
Picchio l'indice sulla cicca della sigaretta già finita, la terza in meno di un ora e mezzo. Afferro la bottiglia della birra sul tavolino e mi accorgo che è vuota, ma il frigo è troppo lontano da me. Va bene così, farei meglio a non arrivare ad una terza. Oscar continua a ripetermi che, se continuo così, diventerò calvo e panzuto come Homer Simpsons.
Socchiudo gli occhi e la mia mente continua a scorrere veloce anni dietro e, mentre torno ad osservare il fumo ondeggiare su di me, mi ritrovo catapultato su quella via in quella sera gelida d'inverno....
"Sono appena uscito dal corso privato di fotografia, un corso base in cui il nonno mi ha consigliato di partecipare. Ha insistito tanto che andassi, anche se io preferisco le lezioni che lui riserva solo a me, mi ha detto che è importante considerare nuovi punti di vista e allargare i propri orizzonti e che non devo rimanere sempre fermo su i miei passi, bisogna guardare oltre. Perciò ho deciso di andare e devo dire che il nonno ha avuto ragione, come sempre. Il corso è stato piuttosto entusiasmante, ho imparato un casino di cose nuove, anche se la regola dei terzi è una cosa che ho già capito dall'età di nove anni.
Ho voglia di raccontare a nonno Vic tutte le novità. Eppure, in cuor mio, non vorrei stressarlo troppo perché ultimamente mi sembra sempre così stanco.
Papà continua a ripetermi di lasciar perdere queste sciocchezze e che devo iniziare a stare sui libri seriamente, se non voglio finire a lavorare da Mec's Downals. Ma lui non capisce, perché io voglio arrivare dritto al cuore delle persone attraverso la fotografia e specchiarmi dentro quei momenti che nessuno potrà mai cancellare. Non voglio passare il resto della mia vita a stressare il cervello della gente e a ricordale costantemente i loro problemi, tutt'altro. Io voglio che se ne dimenticano, anche se per un solo momento di felicità.
Questa cittadina è così silenziosa, l'unica cosa che mi fa compagnia è il freddo di fine dicembre mentre mi dirigo verso lo studio del nonno. Continuo a giocare con l'accendino, quando ad un certo punto mi cade. E' solo nel momento in cui alzo gli occhi che mi accorgo che sono già arrivato nel piccolo parchetto e, i singhiozzi soffocati della ragazzina minuta sulla panchina, riescono a catturare tutta la mia attenzione e i miei sensi. Tutto, improvvisamente, si è amplificato. Non ho mai sentito nessuno soffrire così.
Faccio qualche passo per poterla osservare meglio, ma lei sembra non essersi ancora accorta di me e quindi mi prendo un momento per osservarla. Ha i capelli lunghi fino ai fianchi, mossi e arruffati che le ricadono sulle piccole spalle minute e tremanti; tiene le ginocchia strette al petto e continua a sbattere le Converse l'una contro l'altra. Sembra sul punto di una crisi nervosa e questo mi fa provare tanta paura per lei. E' strano, non ho mai provato niente del genere per una persona a me sconosciuta.
< Ciao > sussurro, ma lei non alza lo sguardo su di me. In realtà non fa nemmeno un cenno verso la mia direzione. Mi schiarisco la voce, ci provo ancora.
< Posso fare qualcosa per te? >
Finalmente riesco a scuoterla dal suo tormento ed è solo quando sposta lo sguardo su di me che mi rendo conto di quanto sia giovane. Resto impietrito mentre osservo i suoi occhi verdi e penso che sia un peccato vederli tanto tristi. Le sue occhiaie sono violacee e profonde, sembra non mangiare da giorni e che le sue notti siano solo attaccate da forti incubi. Incubi che qualcosa deve averle provocato, mi chiedo chi possa ridurre un essere umano così. A prescindere se sia una ragazzina o un uomo.
Chi può aver tanto male dentro e scaricarlo tutto addosso ad una creatura così fragile?
Lei fa un mezzo sorriso, così rapido, che con un battito di ciglia avrei potuto perdermelo. E sarebbe stato un peccato.
< Sto bene, grazie. Non... non preoccuparti per me. >
E, invece, mi preoccupo eccome.
La sua voce è così leggera e delicata che ne resto stupito. Mi avvicino di qualche passo e lei sembra trasalire, perciò resto fermo dove sono. A distanza di sicurezza.
< Posso fare qualcosa per te? > ripeto < qualsiasi cosa. >
E' nel momento esatto in cui poggia la sua guancia sulle ginocchia e mi offre quel mezzo sorriso che lei mi entra dentro in un modo incancellabile. Dietro a tutto quel dolore si nasconde una ragazza Bellissima.
< Non credo tu possa aiutarmi, ma ti ringrazio. >
< Stai aspettando qualcuno? >
< Si > Le viene da piangere e questo mi fa infuriare.
Mi guardo attorno < sei sicura che verrà? >
Il suo viso, se possibile, sembra ancora più addolorato. < beh, si. Mi ha detto che tornerà e mi ha fatto promettere che devo aspettarlo qui. >
< Non puoi aspettarlo a casa? >
Perché mi sento così geloso di una persona che non mi appartiene?
Lei scuote la testa, è assurdo: ha ancora la forza di essere testarda. < Devo aspettarlo qui. >
< Come ti chiami? > le chiedo di getto.
Lei mi lancia un occhiata con quegli occhi trasparenti. < Mia, ma non dire che te l'ho detto. Per favore. >
A chi non devo dirlo? Di chi ha così tanta paura?
< Mia. E' un bel nome, sai? Ti giuro che resterà un segreto. >
Si, Mia. Proprio così. Un giorno questa ragazza sarà Mia.
< Ascoltami, Mia. Io sono Victor Davis e lavoro nello studio di fotografia – proprio in questa via- è di mio nonno. Voglia che tu faccia qualcosa per me, okay? Giurami che, se un giorno ti servirà qualcosa, verrai a bussare a quella porta. Mi piacerebbe essere tuo amico. Puoi giurarmi solo questo? Per favore. >
< Victor... Okay, Victor. Ti ringrazio. Ma questa cosa rimane un segreto tra me e te, non è così? >
Sorrido, perché penso che mi piace come suona tra me e te pronunciato dalle sue labbra.
< Devi solo chiedere, Mia. >"
Non ho mantenuto del tutto la parola, a dir la verità. L'unica persona a cui ho confidato tutto è stato mio nonno. E lui, proprio come sempre, aveva già capito tutto. Ricordo ancora le sue parole.
"Sei così giovane, eppure l'hai già trovata. Bravo ragazzo."
"Ho trovato chi, Nonno?"
"La tua Luce, ragazzo mio. Un giorno quella ragazza diventerà la tua luce."
"Come fai ad esserne così sicuro? A me sembra già impossibile."
Lui ride " Oh no, ti assicuro che è così. Devi solo avere Fede e tutto arriverà."
Penso che sia stato uno dei momenti più belli e significativi della mia vita. Uno di quei momenti che, comunque vada e ovunque sarò, non dimenticherò mai.
Anche se Mia, forse, non ne capirà mai l'importanza.
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Qualcosa di più
RomanceMia ha diciassette anni ed è già stanca di tutto: del posto in cui vive, delle persone che la circondano e di essere considerata la ragazza di Derek Collins, nonostante siano passati anni. Non fa altro che correre, per un infinità di motivi: per ca...