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Un brivido percorre tutta la mia schiena e mi sento come un tredicenne che da il suo primo bacio. Spingo le mie labbra contro quelle della ragazza e con le mani, che fino ad ora erano appoggiate alle mie cosce, cerco il suo volto.
Accade l'imprevisto.
Appena riesco a sfiorare quel volto, anziché percepire le guance lisce di una ragazza, le mie dita vengono punte da una barba ispida e non troppo lunga.
Aspetta, stavo baciando un ragazzo?!?
Non ho fatto in tempo a realizzare la cosa che quello si era subito staccato ed era corso via.
Levo la benda il più velocemente possibile, non riuscendo però nell'impresa di vedere il volto di quel personaggio misterioso.
Solo alcuni secondi dopo realizzo quello che è appena accaduto: ho baciato un ragazzO, un MASCHIO, ed è stato fantastico. "Ma io non sono gay, mi piacciono le ragazze" fu il pensiero che invase la mia mente. Non avevo problemi coi ragazzi gay, anzi lo ammiravo. Ma sicuramente non mi ero mai avvicinato a quel mondo prima d'ora.
Passo gli ultimi trenta minuti di evento seduto sullo sgabello ripensando a quel bacio.
<Devo dirlo a Bea> dissi a bassa voce mentre mi dirigevo dall' altra parte dell edificio, dove si stava svolgendo il ballo a cui la mia migliore e il suo conquistatore avevano deciso di partecipare.
Arrivo li pochi minuti dopo, pensando che forse ci sarebbe stato un momento migliore per dirlo a Bea. É una festa, posso divertirmi dopotutto.
La mattina seguente:
Oh che mal di testa. Svegliarsi con il sole che ti batte negli occhi dopo una serata di festa non è il massimo. Anche se in realtà l'ultima cosa che mi ricordo di ieri è una partita a beer pong in cui mi sono pure tolto la maglia. Fantastico.
Ma aspetta un attimo... questa non è la mia stanza. Non ho avuto il tempo di riconoscere questa casa, che mi è fin troppo familiare, che da una porta vedo entrare Fabrizio.
<ma cosa ci faccio nel tuo letto in mutande? Non sarà mica...> inizio preoccupato una domanda.
< no no. Ricciolí se non ti avessi portato via io, avresti ballato in mutande davanti a tutta la scuola... e comunque ho dormito nella stanza degli ospiti> dice lui mentre si siede ed inizia a squadrare ogni centimetro del mio corpo.
<io dovrei andarmene, prima che qualcuno pensi qualcosa di... ehm sbagliato> dico più a me stesso che a lui.
<si riccio, è da tutta la mattina che spiego a mio papà che c'è una ragazza qui den- le sue parole si interrompono brevemente quando inizio ad alzarmi dal letto rimanendo in mutande a pochi metri da lui, che continua a fissarmi - dentro> conclude poi dopo secondi di silenzio.
<okay quindi.. io vado. Grazie di tutto Fabrí>dico con una certa sicurezza che vista la situazione mi sorprese abbastanza.
<muoviti riccio, e non chiamarmi così> minaccia poi Fabrizio.
<okay Fabrí>dico ridendo leggermente mentre schivo il cuscino che, non so come, in un secondo stava volando dal letto alla mia testa.
Uoh che inizio di giornata.
La porta della camera di Fabrizio si riapre pochi secondi dopo la mia uscita di stile e lui esce col braccio allungandomi una maglia e dei pantaloncini:
<non puoi andare in giro semi nudo però> mi dice.
Ed ha ragione. Stavo rischiando che qualcuno mi vedesse cosí conciato a casa di Bea. Ringrazio Fabrizio e vado a sistemarmi in bagno, indossando la sua maglia nera, evidentemente troppo larga, e dei pantaloncini gialli. "Odorano di bucato, almeno sono puliti" penso tra me e me.
Bando alle ciance. Devo trovare Bea per raccontarle del ragazzo.
Mi dirigo verso la sua stanza, quando due mani mi prendono da dietro per i fianchi...

The kissing booth|metamoro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora