"Sveglia, bambolina. Il sole è sorto, gli uccelli cantano e siamo appena stati reclutati per una intensa sessione di combattimento".
Dwayne pensò di essersi sognato quel buongiorno. Ne era tanto convinto che aggrottò la fronte, strizzò gli occhi e si voltò sull'altro lato, facendo cigolare infelicemente la branda. Tornò a dormire serenamente, ma il suo cervello non aveva neanche sfiorato il traguardo del sonno REM che tutto il suo mondo iniziò a traballare, muoversi e, infine, il suo corpo cadde.
L'atterraggio sul pavimento della cabina non fu morbido, né piacevole. Il suo naso urtò contro la sua scarpa con un crick sinistro e un lamento di gattino in amore sfuggì dalle sue labbra, inconsapevolmente. Con la forza di volontà di un bradipo alzò gli occhi, cercando di aprire le serrande che si trovava al posto delle palpebre, e mise a fuoco la ragazza che, purtroppo per lui, non era un sogno.
Sandra Orlando era la femmina più brutta che avesse mai visto. In una faccia magra e oblunga, ricoperta dal campo minato lasciato da un'acne degna della guerra del Vietnam, brillavano due occhietti scuri e vispi come quelli di un corvaccio, la cui cattiveria non veniva diluita nemmeno dalle spesse lenti a fondo di bottiglia che era costretta a portare sul naso aguzzo. Era brutta non solo perché aveva un corpo strano e sgraziato, secchi capelli stoppacciosi e il viso butterato, ma anche perché sembrava davvero malvagia.
Gli avevano spiegato che i figli non riconosciuti dalle divinità - ancora non riusciva a capacitarsi di dover chiamare papà un dio greco, ma tanto il problema non si era ancora posto perché quel dio greco probabilmente era ancora a comprare le sigarette in Messico – dovevano stare nella cabina dei figli di Ermes, che accoglieva tutti i piccoli apolidi e dava loro riparo.
La cabina si era in realtà rivelata una catapecchia – almeno, rispetto alle altre bellissime casine davanti a cui Dwayne aveva sfilato con la bocca spalancata in una posa da Picasso – e, ancora peggio, era una catapecchia piena di persone. Aveva scoperto che i dieci ragazzini contenuti al suo interno – uno con la faccia più scaltra e crudele dall'altro – erano ufficialmente figli del dio dei ladri e che di semidei non riconosciuti il campo in quel momento contava solo lui. La direttrice Peak gli aveva detto che era una buona cosa, perché a breve qualcuno si sarebbe palesato anche per lui. Dwayne riusciva solo a pensare che quella fosse l'ulteriore e definitiva prova che la sua vita non valeva un granché.
Eppure, quando il peggio sembrava già arrivato e digerito, ecco che era spuntata fuori la capocasa della cabina di Ermes, quella brutta diciannovenne maleducata che fin dal principio l'aveva trattato come un bamboccio. Dwayne l'aveva trovata così antipatica fin dal principio da non ascoltare una singola parola pronunciata da quella bocca piena di denti storti, cosa che, a quanto pare, aveva solo divertito la semidea. Gli aveva fatto montare da solo la brandina quando lui le aveva chiesto di dormire in un letto vero. Sì, forse era stato un po' sgarbato, ma l'ospite era sacro, no? No! Si era ritrovato a dormire in una specie di lettino per cani che sapeva di umido – e di cane, per davvero – mentre i fratelli di Sandra ridacchiavano e gli davano la buonanotte. Dwayne li aveva odiati, uno per uno. Ma non tanto quanto odiava in quel momento la padrona di casa.
"Eh?" miagolò, guardandola male e cercando i suoi occhiali, che erano stati incastrati nell'altra scarpa abbandonata sul pavimento della cabina.
"Continui a non ascoltarmi" lo rimbrottò Sandra, con un sogghigno e le braccia incrociate su un busto privo di seno. A Dwayne ricordava una pera. Avrebbe voluto chiamarla così: Pera Orlando. Sarebbe suonato forte, se solo avesse avuto degli amici. Temeva che se l'avesse detto ad alta voce, i suoi fratelli, che sembravano pendere dalle sue labbra, l'avrebbero sotterrato in giardino, solo per piantare un paletto con scritto Carota Houssain. Meglio non rischiare.
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Odissea del Nord
RandomA distanza di due anni dalla caduta di New Troy, grandi e piccole cose sono cambiate al Campo Mezzosangue: qualcuno si è innamorato, qualcun altro ha intrapreso la via del college, qualcun altro ancora ha deciso di assomigliare a Kurt Cobain, ma mor...