PROLOGO

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Guardai la mia pancia protesa in avanti, tirata all’inverosimile.

Ogni tanto si muoveva come una lieve onda che termina sul bagnasciuga in un giorno di mare calmo.

Non potei fare altro che sorridere.

La brezza primaverile si insinuava tra le ciocche dei miei capelli che cadevano da un’acconciatura poco accurata, il sole timido iniziava a far sentire il potere del suo calore, sulla pelle ancora sbiadita dopo il riposo invernale.

Le palpebre automaticamente si abbassarono permettendo al mio olfatto di prevalere sugli altri sensi e facendomi così percepire una lontana fragranza di salsedine.

Un pigolio mi fu chiaro alle orecchie, poi lo scricchiolio dei rami e un tonfo probabilmente causato dalla caduta prematura di un frutto.

Questa era pace.

La pace che avrei condiviso con le nuove anime che avrebbero da qui a poco dato il buongiorno alla vita terrena.

Una risata mi sfuggì involontariamente al ricordo dell’espressione di mio marito nel momento in cui scoprì che la culla che aveva diligentemente montato non sarebbe bastata per due bambini.

"Congratulazioni signori, le percentuali di probabilità rasentano il 3%" disse il medico,
mentre lui in evidente imbarazzo tirava giù un groppo di saliva e vagava con lo sguardo nel vuoto.

Non ci volle però più di un minuto prima che metabolizzasse la notizia con tanto di lacrime di sincera gioia.

“Amo la mia vita” farfugliai come in estasi.

Dopo un profondo sospiro,
riaprendo cautamente gli occhi,
fui abbracciata dai colori sgargianti dei fiori che adornavano il giardino tra i quali spiccavano i miei preferiti, le margherite.

Feci ripartire con un colpo di reni un po' sgraziato l’amaca su cui ero sdraiata e tra le foglie degli alberi appariva e si nascondeva la casa che dopo tanti sforzi avevamo scelto come nido d’amore.

Era umile, non sfarzosa.
Una facciata bianca interrotta qua e là dal vetro di porta e finestre, un tetto a spiovente di mattoni rossi.
Al centro, spostata verso l’alto, una finestrella circolare, come quelle che si vedono nei disegni dei bambini.

Due stanze da letto, una cucina che si apriva sulla sala senza interruzione di pareti. In terra un parquet un po' consumato dal tempo, che un giorno avremmo risistemato.

E infine il bagno, la stanza che mostravo a chiunque venisse a trovarmi.
Bizzarro ma la ragione era nascosta al suo interno.

Il regalo che mi fece trovare mio marito il giorno che ci trasferimmo.
Per anni gli avevo ripetuto quale fosse il mio più assurdo desiderio. Una vasca da bagno di quelle antiche. Quelle con i piedini, da posizionare al centro della stanza, dove immergersi per ore perdendosi tra la schiuma formata dal sapone. Ora quella vasca era mia e anche il desiderio più sciocco era diventato realtà.

Una famiglia sempre più numerosa, la devozione di un uomo, la serenità che prospettava il futuro. Per non parlare degli amici fedeli, un lavoro che amavo e la vasca con i piedini.

L’universo ha finalmente ascoltato le mie preghiere e a volte quasi ho paura di ringraziarlo ad alta voce, come se volessi tenerglielo nascosto, facendogli credere di essere ancora quella ragazzina infelice a cui non importa più di vivere.

Così da evitare che il mio acerrimo nemico possa rimangiarsi tutto facendomi tornare al punto di partenza.

Volevo informare chiunque scegliesse di addentrarsi nella storia di Chiara che questa non solo è la mia prima storia su wattpad ma lo è in assoluto.
Sin da piccola ho sempre amato leggere ed immaginarmi come la protagonista dei miei libri. La letteratura mi ha sempre affascinata.
Questo non mi ha però fermata dall'intraprendere una strada diametralmente opposta nella vita. Perciò ho pensato, perché non far conoscere anche solo a poche persone quello che mi frulla nella testa? Lontano da formule chimiche e nozioni di anatomia.
Quindi eccoci qui,
Ogni consiglio sarà ben accetto, e mi piacerebbe conoscere anche i vostri pensieri. Un bacio !!!!

NON MI LASCERÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora