PROLOGO

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Quella notte nn c'era luna.

Le stelle brillavano gioconde nel cielo. Unica fonte di luce in quella notte buia.

Tutto era silenzioso nemmeno il vento faceva rumore.

Era un aria tesa, come se fosse in attesa di qualcosa o... di qualcuno.

silenziosa una figura minuta e snella saltava di ramo in ramo nella foresta silente.

Correva agile e silenziosa come il vento, ad un certo punto si fermò.

Due occhi da felino fecero capolino fra le fronde degli alberi.

Poco distante di li si trovava un paesino.

Era da poco arrivato un famoso mercante che vedeva stoffe pregiate ma a lei nn interessavano le stoffe.

Tra quelle era nascosto un gioiello di grande valore e sarebbe stato suo.

Aveva architettato tutto fin dall'inizio.

studiato i percorsi delle sentinelle e le misure di sicurezza.

si avicinò furtiva all'edificio dove si trovava la sua preda saltando di tetto in tetto.

Quando arrivò abbastanza vicina di qualche metro saltò.

la sua figura era un'ombra fra le tante che c'erano quella notte.

Nessuno ci avrebbe fatto caso.

Atterrò leggiadra sul balcone dell'edificio poi, con uno scatto di uno dei suoi artigli, lo aprì.

Si mosse sicura nella grande casa fino ad arrivare a un corridoio più lungo degli altri.

Alla fine di questo una porta gigantesca sorvegliata da quattro guardie sonnecchianti.

Ingenui pensò.

Lanciò una fiala che si ruppe e sprigionò un gas giallognolo.

A quel punto le guardie crollarono del tutto a terra.

Scassinare l'imponente porta fu uno scherzo.

Entrò.

Si accorse troppo tardi di quello che sarebbe successo.

Non c'era alcun gioiello.

La presero da dietro le spalle e la bloccarono a terra.

Si dimenò con tutte le sue forze poi alzò il volto.

I suoi occhi felini si scontrarono con gli occhi neri a mandorla di un uomo . Aveva una benda a coprire L'occhio destro e parte del viso sfiga rata. 

-TU! - gli sputò in faccia velenosa.

-Si, io micia- disse con tono soave l'uomo.

-Portatela fuori!-ordinò.

Era una trappola, come sono stupida, pensò tra se e se.

Fuori una luce accecante le ferì gli occhi. Fiaccole. 

Era la gente del villaggio.

Molti la additavano sussurrando.

Si riuscivano a capire le parole lei e mostro.

L'uomo di prima si fece avanti.

-Ecco a voi il mostro!- disse con un sorriso strafottente sulle labbra.

Lei dighignò i denti emettendo un sordo brontolio,  simile a un ringhio.

-inutile che ti agiti tanto. Non scapperai- disse l'uomo con lo stesso sorrisetto di prima.

-Tenth prendila tu-

Si avvicinò a loro un omone pieno di muscoli.

Appena tese le mani per prendere la ragazza, questa gli conficcò gli artigli nella carne mentre tirava un calcio alle due guardie che la tenevano prima.

L'attimo di sbalordimento calatosi sulla folla e sulle guardie le bastò per mettere parecchi metri tra lei e la piccola compagnia governata dall'uomo.

- ti cattureremo Tressa, sappiamo chi sei, non puoi nasconderti per sempre! - gli urlò mentre le persone continuavano a ripetere quella parola: mostro.

Quando Tressa fu abbastanza lontana si fermò su un ramo di un albero.

Cosa voleva da me. È passato molto tempo ma lo riconosco.  si disse fra se e se.

Poi le tornarono in mente le parole delle persone quando parlavano di lei.

Mostro.

È quello che sono dopotutto pensò guardandosi le dita artigliate.

Mostro

E con questo pensiero si addormentò.

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