"Il mondo si fermò in quell'istante"

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IMPORTANTE:

La storia NON è la mia. Io la pubblico soltanto qui con il permesso dell'autrice :D (la storia la trovate anche su EFP pubblicata dall'autrice ufficiale).

Pov. Harry

Se c'era una cosa che odiavo tremendamente, erano le farmacie. 

Le commesse ti fissavano con i loro grandi occhi neri, nascosti da vecchi e trasandati occhiali a mezza luna. Tamburellavano le lunghe e rugose dita affusolate sul bancone, attendendo qualcuno da servire.

Spinsi la porta della farmacia, venendo subito avvolto dal classico odore di medicinali. Il calore di quel posto bianco mi invase, facendomi passare per un minuto la paura.Mi avvicinai a passo lento al bancone, cercando di non farmi riconoscere da un paio di ragazzine che già mi stavano fissando intensamente.Mi sporsi verso l'anziana signora dietro il tavolo in legno.

"Potrebbe darmi un test di gravidanza...", sussurrai per mantenere un po' di privacy.

"Come?!", esclamò la donna, facendo voltare tutti verso di me.

Divenni rosso come un pomodoro, grattandomi la nuca imbarazzato.

"Guarda mamma! Quello è Harry Styles degli One Direction!", esclamò una bambina di soli dieci anni, indicandomi con il suo ditino rosa.

"Ha ragione!", la canzonò una ragazza bionda, rifatta da capo a piedi.

Mi rivolsi di nuovo alla commessa, cercando di uscire il più velocemente possibile senza dare nell'occhio.

"Mi serve un test di gravidanza!", mormorai bruscamente, ma quella non mi sentì.

Proprio io dovevo acchiappare una commessa sorda?!

Sbuffai, iniziando ad incazzarmi seriamente.

"Ragazzo non sento!", urlò afferrando un apparecchio per le orecchie.

La guardai male. Poi, mi accorsi di un paio di giornalisti appostati alla fine della strada, pronti a fotografarmi quando sarei uscito.Non potevo rischiare di farmi vedere con un test di gravidanza tra le mani, così decisi di lasciare perdere ed andarmene. Sarei andato a comprarlo ad un cazzo di supermercato.

"Non fa niente... Arrivederci!", sorrisi.

"Come?! Vuole una siringa?!", disse la donna, sporgendosi dal bancone.

Agitai le mani in aria, in segno di resa:"Vaffanculo!", sussurrai in modo che nessuno potesse udirmi.

Corsi nella macchina, coprendomi il volto, poiché avevo puntati i flash di tutte le macchine fotografiche.

Poi, sfrecciai al supermercato più vicino.

Pov. Darcy 

Ero ancora distesa sul letto, attendendo mio marito che, come al solito, ci metteva ore per tornare.Mi alzai sbuffando sonoramente. Intorno il silenzio era così insopportabile che mi fischiavano le orecchie.Afferrai lo specchietto sul comodino, per vedere in che stato era ridotta la mia faccia.La pelle era ancora più pallida, a causa del vomito, mentre sotto gli occhi azzurri alloggiavano due tremende borse.Volevo urlare dal terrore.Mi stiracchiai, cercando di non pensare ad un bambino che si formava nel mio ventre piatto.Poi, sentii lo stomaco brontolare tremendamente.Così, corsi in cucina, afferendo una merendina dal mobile. Eppure, rispetto alle altre volte, quel dolce mi parve disgustoso.Voltai lo sguardo verso il microonde. Volevo dei pop corn.Li misi in una ciotola, pronti per gustarli.Ne misi uno in bocca, ma era troppo salato.Aprii di scatto la mensola sopra i fornelli, vedendo davanti a tutto la Nutella.Misi un po' di quella cioccolata squisita sui pop corn ed iniziai a mangiare."Perfetto!", esclamai sedendomi sulla tavola. Sorrisi involontariamente. Ero felice, ma non riuscivo a spiegarmi il perché.

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