Mi piaci quando fai l'amore e
al buio ti sento respirare
Mi piaci quando riapri gli occhi
e dici di vedere il mareFabrizio apre gli occhi, ancora mezzo addormentato e inebriato al pensiero della notte precedente. Se la ricorda a sprazzi ma una volta sveglio del tutto, ne era sicuro, avrebbe ricordato ogni singolo particolare, persino l'odore che gli pungeva le narici. Si concede due minuti per chiudere gli occhi e lasciare che il sole del mattino che filtra attraverso le tende tirate gli scaldi le braccia, poi volta le testa verso il ragazzo riccio steso al suo fianco. Ermal dorme ancora. Una striscia di luce gli attraversa il viso, come una cicatrice a sfigurargli la faccia, ma nonostante questo lui dorme tranquillamente. Fabrizio si ritrova ad osservarlo. Ha le palpebre chiuse e le ciglia che gli accarezzano gli zigomi. Una ciocca di ricci gli ricade sulla fronte in modo disordinato, andando quasi a coprire gli occhi. Fabrizio la scosta dolcemente, prolungando il momento in cui la sua mano viene a contatto con la pelle del più giovane. Col pollice gli accarezza lo zigomo, fino ad arrivare al mento. Senza spezzare quel contatto fisico gli lascia un bacio sulla guancia, come uno sfioramento di labbra, senza fare troppa pressione. Pensare che conosce quel ragazzo non da troppo tempo e in men che non si dica é diventato parte integrante della sua vita. La musica é ciò che li ha uniti e che li tiene insieme tuttora, come un filo che ricuce cautamente una ferita. Un po' come i punti di sutura che legano due lembi di pelle ferita, la musica aiuta due uomini feriti e disdegnati dalla vita a rimanere insieme e cercare di darsi a vicenda la forza per continuare a lottare.
Ermal gli fa bene, inutile negarlo, gli fa bene più di quanto gli duole ammettere. Nonostante lui sia così dannatamente sbagliato, così insicuro di tutto, Ermal lo accetta lo stesso. Gli vuole bene lo stesso. Lo ama lo stesso. E Fabrizio gliene sarà per sempre grato.
Dal canto suo però, Ermal non se ne rende conto, o per lo meno non completamente. Pensa sempre di non essere abbastanza o non essere perfetto. Fabrizio lo sa che non é perfetto, la perfezione non fa parte delle caratteristiche dell'uomo. Non gli chiede di essere perfetto ma solamente di essere sé stesso.
Gli accarezza ancora la guancia, osservandolo, partendo dagli occhi chiusi fino ad arrivare alle spalle nude, per poi passare alle clavicole sporgenti e al petto che si alza e si abbassava lentamente. Fabrizio sorride, e poi si lascia cadere sul cuscino chiudendo gli occhi.
"Quando sto con te mi sembra di essere al mare"
Un sussurro. Fabrizio apre gli occhi e si gira verso il compagno. Ermal si é girato su un fianco e lo sta osservando con aria assonnata. Fabrizio non capisce.
"Come?"
Ermal ridacchia passandosi una mano sugli occhi e scostandosi i capelli dalla fronte. Sorride e guarda Fabrizio dritto negli occhi.
"Nel senso che mi sento bene quando sto con te. Sai, il mare é la mia casa, ci ho passato una vita intera al mare e quando non lo vedo, quando non sento lo scrosciare delle onde o l'odore della salsedine mi manca come l'aria".
Punta i gomiti sul materasso e si alza a sedere, tenendo il lenzuolo stretto a sé per coprirsi. Fabrizio lo guarda alzarsi e lentamente fa lo stesso. Il loro sguardi non si incrociano, nonostante Fabrizio stia osservando ogni suo movimento, concentrato ad ascoltare le sue parole. Lo sguardo di Ermal é rivolto davanti a lui verso un punto non definito.
"Con questo voglio dire che con te mi sento a casa ed é difficile stare separati".
Finalmente Ermal si gira a guardarlo, e lo trova ad osservarlo in silenzio. Il silenzio spaventa Ermal più di qualsiasi parola. Ma Fabrizio, sia sa, non é bravo con le parole. Cerca sempre qualcosa di coerente da dire per poi suonare alle sue orecchie solamente un paio di parole vuote buttate lí a caso. Perché Fabrizio ha un cuore grande e non può esprimere a parole quello che prova. I suoi sentimenti spesso lo sovrastano e di conseguenza non riesce più a pensare. Sa solo cantarli i suoi sentimenti. Ma doveva rispondere a Ermal. Non poteva certo improvvisare una canzone dal nulla, cosa fare?
Si sporge in avanti, portandosi vicino al riccio, e con un gesto veloce lo attira a sé in un abbraccio. Una mano all'attaccatura dei capelli e l'altra sulla schiena. Ermal rimane con il mento appoggiato sulla sua spalla per qualche secondo, spiazzato dal gesto improvviso, poi dolcemente nasconde la testa nell'incavo del collo del compare, sentendosi protetto, sentendosi a casa. Fabrizio gli bacia dolcemente i capelli ripetutamente. Non se lo merita.
Si allontana lentamente da lui, prendendolo per le spalle e sorridendogli dolcemente. Nota che ha gli occhi lucidi e il suo sorriso si intenerisce ancora di più.
"Ti porto a casa"
Questa volta é Ermal a non capire. Aggrotta le sopracciglia e inclina la testa da un lato. Fabrizio ride sotto i baffi, coprendosi la faccia con la mano come suo solito.
"Preparati che ti porto al mare"
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Dici di vedere il mare
Short StoryOneshot MetaMoro basata su un verso della canzone "Colpa del Whiskey" di Vasco Rossi