-1/4 di pensieri al caffè nel bar del soffocamento-

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stai lì seduto un po' scomodo, con gli occhi pieni di rassegnazione, a fare colazione.
un assaggio mattutino del sapore amaro che rimarrà nella tua bocca per tutta la giornata.
il caffè è senza zucchero, ma non te ne sei accorto, e non ti sei neanche accorto che a te il caffè non piace nemmeno, però bevi. in silenzio ed indifferente.

e io penso: parla jungkook, parla, perché quando parli e mi dici a cosa pensi va tutto un po' meglio.

namjoon ti guarda con occhi indagatori, e poi ti scompiglia i capelli e ti da un bacio sulla fronte con il suo solito fare un po' paterno: è preoccupato per te. lo siamo tutti, ma questo non implica un bel niente, e forse fai la collezione dei nostri inviti a sfogarti.

a volte ti farei male kook, non te lo nascondo, ti strapperei via tutta la verità. come mi ferisci tu non lo fa nessuno, e poi mi incazzo perché non è nemmeno colpa tua. apri quella bocca. smettila di sorseggiare assente i tuoi pensieri e dimmi.
forse pensi che non posso capirti, che sei da solo, ma sai; non ho la minima idea di cosa ti faccia stare così, cosa ti passa per la testa?

parla.

ora namjoon guarda me, e sta volta non dico niente nemmeno io.
"un caffè per favore" sussurro sulle mie, perché non sto tanto bene oggi, ma neanche ieri se è per quello.
poi alzi lo sguardo, mi osservi gli occhi.
sento che mi stai leggendo, e capisci che soffro almeno un quarto di quello che soffri tu. perché io non riesco a decifrarti? poi ti alzi e mi stringi e non parli.

mi impegno, mi sporgo, mentre tu stazioni zitto zitto lì sotto sul fondo, come se fosse una cosa abituale, un cliente di fiducia nel bar del soffocamento.

"jimin, non mi sento bene" dici, e poi la cameriera appoggia la mia bevanda amara sul bancone.

io la guardo, poi guardo te, e sei bello.
ti seguo, mi trascini per il polso, da quando questo spirito di iniziativa?
siamo chiusi in bagno e mi baci sulla bocca una volta, e poi due.
anche i tuoi baci sono enigmatici, timidi, ma intriganti, e alla fine diventano tre.

sai di caffè e non parli, ed inizio a capire che ne hai bevuto troppo per proferire parola. come se ti fossi bloccato.

ma poi ti chini sulla tazza e vomiti, vomiti tutta quella benzina che ti bruciava le interiora, e io ti ascolto perché finalmente parli, parli, e più parli e più ti amo.

ti amo e parli.
ti stringo forte, mi dici che mi ami anche tu, ti bacio,

e il mio caffè è caduto a terra.

:: un po' contorto? sono sempre felice di conoscere le vostre opinioni
inspo; pesto — calcutta

TRE QUARTI E UN BAR.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora