4 marzo 2018

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Mer 4/03/18 

Abbigliamento:

-Jeans skinny azzurro chiaro strappati sulle ginocchia;

-Felpa nera larga;

-Orecchini argentati con la catenina;

-Jordan bianche e nere.

Scuola:

-Portare i spartiti per il pianoforte;

-Finire la produzione di inglese per dopodomani;

Altro:

-Riportare a Jimin il caricabatterie che mi ha prestato;

-Ho ordinato le nuove cuffie su internet, dovrebbero arrivare tra 7 gg;

-Ho bevuto troppo caffè, devo evitarlo domani;


3:23 a.m

Dopo aver finito di scrivere gli appunti come ogni sera, mi metto a dormire, aspettando il reset quotidiano della mia memoria, che, come al solito, arriva troppo presto.

Scuoto la testa, infastidito dal fischio delle orecchie che segue allo svuotamento, prendo il mio diario e scendo in punta di piedi le scale per andare a farmi una tazza di caffè in cucina, sapendo ormai che il sonno se n'è andato e non ha intenzione di tornare molto presto.

Appoggio il diario vicino al lavandino, e tiro fuori dalla credenza la macchinetta del caffè e il caffè macinato, beandomi della tipica fragranza dei chicchi della pianta bruna.

Accendo il gas, e mi appresto a mettere sul fornello la moka, aspettando con impazienza che esca la bevanda.

Per ingannare l'attesa, spengo la luce e chiudo gli occhi, concentrandomi sui piccoli ricordi che so essere sempre lì, malgrado la perdita quotidiana della memoria.

Non so come spiegarmelo, ma alcuni connotati della mia vita non se ne vanno come le altre memorie giornaliere.

Pare che io mi dimentichi solo ciò che è accaduto materialmente durante tutta la giornata, ma non le cose che ci sono sempre, come i miei affetti, le nozioni imparate a scuola e fuori, le canzoni, gli abiti nel mio guardaroba e altro.

Immerso nei miei pensieri, non mi accorgo subito del basso sibilo proveniente dal fornello, segno che il caffè è pronto, e me ne accorgo, purtroppo, solo quando il caffè sta traboccando dalla moka, riversandosi su tutti i fornelli.

Impreco sottovoce, mentre mi appresto a spegnere il gas e togliere la macchinetta dal piano cottura.

Afferro il manico della macchinetta a mani nude, accorgendomi solo dopo quanto scotti e, cercando di non bruciarmi, provo a metterla nel lavello più velocemente possibile, fallendo miseramente. Il liquido bollente si versa sul mio diario, macchiando irreparabilmente la pagina del giorno prima.

"Ecco qua, complimenti Min Yoongi , ora non sai cosa cazzo succederà domani" Mi congratulo da solo. Prendendo uno straccio per cercare di ripulire il casino che ho combinato.

7:00 a.m

Apro gli occhi con fatica, cercando di abituare gli occhi alla luce improvvisa nella mia camera.

"Svegliati tesoro! Sei in ritardo!"

Bene.

Benissimo.

La giornata è iniziata male già durante le prime ore di questa mattina e ora come al solito sono in ritardo.

Mi alzo soffocando un grugnito e mi avvicino all'armadio per prendere i vestiti.

Come al mio solito, scelgo un abbigliamento comodo e caldo, ovvero un paio di pantaloni e una felpa larga, abbinata con un paio di sneakers.

Vado al bagno, chiudo la porta a chiave e apro il rubinetto, aspettando l'acqua calda.

Mi guardo allo specchio, facendo una smorfia contrariata al gemello che mi guarda dall'altra parte.

Sono un ragazzo abbastanza normale, alto e esile, le uniche cose che catturano lo sguardo sulla mia figura sono le occhiaie violacee e la massa informe di capelli azzurri, ormai scoloriti a un tenue verde acqua. Metto una mano nei capelli, scompigliandoli, sapendo che tanto non si può migliorare la situazione in cui si trovano. Mi lavo velocemente il viso e i denti, mi vesto e metto un po' di correttore sotto gli occhi, per donare al mio viso un colorito più umano e riposato.

Mentre applico il prodotto con una spugnetta, sento squillare il telefono.

S:"Hey Jiminie"

J"Hey Yoongi hyung! Scendi su!"

S: "Arrivo subito"

Ed ecco qui, come tutte le mattine, il mio migliore amico Jimin mi è venuto a prendere, se non ci fosse lui chissà quante volte dovrei entrare in seconda ora.

Mi affaccio alla finestra e lo vedo, eccolo lì, un metro e settantatrè di dolcezza e gentilezza, un casco calcato sulla testa a coprire i suoi capelli arancionie uno sottobraccio per me. Mi sorride, e facendo questo gesto gli occhi si socchiudono talmente tanto che quasi scompaiono.

Jimin sta al secondo anno, mentre io sto al terzo, ma, nonostante io sia più grande,  si prende molto cura di me, come un fratello più grande.

Cavolo, mi sono perso di nuovo nei miei pensieri, meglio  che mi sbrighi a scendere sennò quel nanerottolo mi uccide.

Sono un po'nervoso in vista di questo giorno, perchè, con il teatrino di stanotte, ho macchiato la pagina di oggi ancor prima di poter leggere cosa mi aspetterà.

Ma tanto è solo un giorno,

Cosa potrebbe accadere?




*Spazio di una che crede di saper scrivere*

Eccomi qui con la mia prima fanfiction dedicata ai Bangtan!

spero vi possa piacere, anche se sono un po' delusa dal risultato che ne è uscito.

Ricordatevi di lasciare una stellina e un commento per farmi sapere se vi è piaciuto o no.

Accetto molto volentieri anche critiche costruttive!

Cercherò di pubblicare minimo una volta a settimana.

CI VEDIAMO PRESTO!















Il diario di Min Yoongi - SopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora