Capitolo 1

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Che bello, oggi sono iniziate le vacanze estive. Sono al settimo cielo, davvero, perché quest'anno è stato davvero duro, troppi compiti in classe e troppi cambiamenti nel corpo docenti e come se non bastasse anche il preside era cambiato, il precedente era andato in pensione.
Io di nomi ne ho tanti: Tre, Tri, Ny e altri del genere, ma io amo, e continuerò a farlo per l'eternità, il mio nome originale, ovvero Trinity, Trinity Bennett. Lo so, vuol dire Trinità, ma non c'entra niente con la religione, sono una ragazza normale, con gli occhi e i capelli bianchi, ma normale. Il dottore di famiglia Non si è mai meravigliato di questo, mi è sempre parso che lui sapesse qualcosa che a me sfuggiva, o che i miei mi tenevano nascosto.
Non chiedetemi vi prego che tipo di genetica strana ho, perché non lo so, sono nata così, il punto è che sono anche molto pallida di carnagione, quindi potrei tranquillamente diventare una nuvola e nessuno noterebbe che sono un essere umano. Naturalmente il mio colore preferito è il bianco, ma tranquilli non mi vesto sempre di bianco, ma anche di nero, di rosso scarlatto e blu scuro. Mi stanno bene come colori.
Stavo dicendo che sono in vacanza e ora sono a casa a riempire il mio bellissimo trolley bianco, un colore nuovo, di plastica con magliette, pantaloncini corti, calze, costumi, biancheria intima, creme, trucchi, saponi, shampi, docciaschiuma e via dicendo. Come ogni anno vado a Miami a trascorrere l'estate da mia zia Madison, sorella di mia mamma Allison. Quest'anno però c'è una novità, porto anche la mia miglior amica, cioè Phoebe. Ci conosciamo solo da dieci mesi ma abbiamo già legato un sacco, diciamo che è stato un "ti voglio un mondo di bene" a prima vista. E poi siamo così simili, è fantastico. Ci piacciono a entrambe il cioccolato, fare le cretine, disegnare, nuotare, tirare con l'arco. Non ci piace la verdura, ma quella a chi piace, i compiti, andare a scuola in generare. Ma la cosa che ci lega di più è viaggiare. Per questo ho voluto portarla con me a Miami, è un ottimo punto di partenza. Il mare, le spiagge, i negozi, i ragazzi. Sclero malissimo e conoscendo la mia amica anche lei starà già fantasticando sui ragazzi.
Finito di mettere le cose in valigia mi siedo sopra e dopo cinque minuti buoni la chiudo. Sono pronta per il viaggio.
Scendo dalle scale che portano al salone dove si trovano i miei genitori.
< Fai buon viaggio tesoro > dice mia madre abbracciandomi forte forte.
< Chiamaci appena arrivi > continua mio padre.
< Non è la prima volta che vado dalla zia in limousine senza di voi > affermo io. Loro non possono mai accompagnarmi per affari di lavoro. I miei genitori sono scienziati, cercano di scoprire nuove cose, curano l'ambiente, cercano di mettere al sicuro animali in via di estinzione e cose simili. E poi sono dei geni, sono molto intelligenti e io ho preso da loro modestamente. Ah già dimenticavo loro hanno inventato la bomba atomica, lo so che è impossibile per l'età che hanno, ma i nonni hanno sempre detto che sono speciali, infatti il loro lavoro ha un non so ché di magico.
< Lo sappiamo tesoro, ma ci dispiace tanto > dice mio padre.
< Lo so Lo so. Ora vado, devo anche passare a prendere Phoebe. Ciao ci vediamo tra due mesi >
Ci abbracciamo ancora e mi riempiono di baci. Quando finalmente mi lasciano respirare esco di casa e vado verso il mezzo di trasporto dove c'è l'autista Tom che mi aspetta. Appena mi vede mi apre la portiera e io salgo.
< Andiamo subito da Phoebe per favore > dico gentilmente.
< Certo signorina > mi risponde Tom.
Il mio autista è giovane in realtà, ha circa trent'anni, capelli castani e occhi verdi, muscoloso ed è un gran figo, ogni volta la mia migliore amica sbava quando lo vede. Non ci ha ancora fatto l'abitudine. Tom è il più giovane del nostro staf. Questa è una fortuna, altrimenti tutte le ragazze che invito a casa mia sverrebbero per la sorpresa o farebbero finta per farsi soccorrere da tali fighi. Io non lo accetterei, perché poi non presterebbero più attenzioni alla sottoscritta o se lo facessero riguarderebbe solo il loro tornaconto personale.
Ad ogni modo passiamo davanti a casa di Phoebe. Lei si trova già pronta sulla scala vicino alla porta d'entrata di casa sua. Lei non è ricca come me, ma non si porta male nemmeno lei. Forse è anche per questo che siamo diventate subito amiche, perché così nessuna delle due è attirata dalla ricchezza dell'altra, anzi a noi non importa più di tanto, difatti a scuola non sono in tanti a sapere del nostro stato sociale, di certo non ce la tiriamo, anche se siamo bellissime. Seh come no, penso che mi vedano di più come un mostro. Ma Phoebe è davvero bellissima. Occhi azzurri e capelli biondi, magrissima ma molto alta, più o meno come me, 1.80, potrebbe fare la modella. Non siamo schizzinose, tutto il contrario. Io se vado un ragno non dico "che schifo" e poi urlo come una matta, io lo trovo carino e lo prendo in mano, è pur sempre un essere vivente e come tutti ha un compito nella vita, cioè uccidere le zanzare. Per questo bisognerebbe ringraziarli.
Durante il viaggio, che dura tre ore, lo so che da Roma a Miami dovrebbe durare un botto di tempo in più, ma a quanto pare questa macchina ha il turbo che si inserisce mentre dormo, perché in un ora di sonno in men che non si dica siamo a casa di mia zia ogni volta che mi sveglio. Comunque io e Phoebe parliamo di ragazzi e di gossip della scuola, guardiamo il telefono, video a caso, cantiamo e ridiamo come delle matte. Questo per due ore, poi ci addormentano e appena sveglie siamo a Miami. Ormai ho smesso di farmi domande.
Scendiamo dalla limousine e Tom ci scarica i bagagli e li porta nella rispettiva camere indicate dalla zia. Lei mi viene ad accogliere calorosamente come al solito e fa la conoscenza della mia migliore amica, di cui le ho parlato tantissimo.
Dopo i saluti ci fa entrare in casa sua, che è praticamente un castello, è un po' come una villa di Versailles in America e più moderna. Il bello è che vive da sola, ha solo due maggiordomi e un autista. Ora ci siamo anche io e Phoebe.
Appena entrate nella villa faccio subito una mappa alla mia compagna di avventure perché so già che si potrebbe perdere, è come un labirinto questa abitazione.
< Ragazze ho sentito una cosa che potrebbe interessarvi, stasera ci sarà una festa nella spiaggia qui vicino, ho pensato che magari volevate andarci > ci informa la zia.
Noi ci illuminiamo subito:< Festa, mare, costumi da bagno, ragazzi stra fighi, ovvio che ci interessa > urliamo all'unisono io e Phoebe.
< Allora dovete prepararvi, sono già le quattro, la festa inizia alle sei > continua la zia.
< Solo due ore, dobbiamo spicciarci Tri > dice la mia BFF.
Io le do ragione e ci fiondiamo nelle camere, sono una davanti all'altra, con i nostri nomi segnati sopra con una calligrafia elegante.
< Ci vediamo fra due ore esatte >
Entriamo nelle nostre camere e ci prepariamo.
La mia camera non è cambiata affatto. C'è sempre il letto a baldacchino con le lenzuola bianche di seta, comodini color perla ai lati del letto alti con un cassettino e un ripiano verso la fine per appoggiare i libri, anche se ora ci sono foto mie della scorsa estate, quadri di fiori sempre bianchi attaccati al muro, pareti grigio chiaro, la cabina armadio enorme, come quella di una principessa e una scrivania con il computer, ma essa serve anche per leggere i libri della mini biblioteca attaccata alla camera. La nonna l'aveva pensata così, era della mamma di mia mamma la villa, in ogni camera doveva esserci una porta che portava alla biblioteca personale della stanza con i libri preferiti della proprietaria della camera. Per me per esempio ci sono horror, gialli e fantasy. Per Phoebe ci saranno romanzi e tragedie. Di fianco alla porta della biblioteca c'è il bagno gigante. Ha sia la doccia che la vasca da bagno con idromassaggio. Il lavandino, il WC e il bidet non possono mancare. Un armadio intero con tutte le essenze, profumi, creme, docciaschiuma, smalti e tutte cose legate al bagno. Sopra al lavandino c'è un ripiano sul quale si trova un porta gioie, all'interno ci sono tantissime collane, orecchini, braccialetti e anelli. Il colore del tutto è bianco naturalmente, perché come ho già detto è il mio colore preferito. La camera e la toilette di Phoebe saranno verde acqua, lei adora quel colore.
Mi faccio una doccia veloce completa, quindi con i capelli. Mi metto lo smalto nero sia sulle unghie dei piedi che su quelle delle mani. Mi metto un asciugamano intorno al corpo e vado nella cabina armadio a scegliere dei vestiti da mettere. Li passo in rassegna tutti, alla fine opto per dei jeans neri e un top del medesimo colore con delle rose bianche. Metto delle scarpe a sandalo scure col tacco. Così si vede lo smalto dei piedi. Torno in bagno e prendo una collana argentata con un ciondolo fatto a sfera blu elettrico. Mi cospargo di profumo, Chanel ovviamente e sono pronta. Ah no, dimenticavo la cosa più importante, l'orologio sul polso. Ora sono davvero a posto. Guardo l'ora e sono le 17.55. È ora di andare. Esco dalla camera e mi trovo davanti Phoebe mentre chiude la porta della sua stanza.
Lei ha un vestito rosso che le arriva fino alle ginocchia senza spalline, pendenti come orecchini, un braccialetto di diamanti e degli stivaletti bassi neri come scarpe.
< In perfetto orario > dico io.
< Per fortuna. Ora muoviamoci > afferma entusiasta la mia migliore amica.
Faccio il segno di ok con la mano e ci incamminiamo verso l'uscita.
< Ciao zia, noi andiamo > urlo nella speranza che mi senta.
Detto ciò apro la porta e andiamo a piedi alla festa.

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