Beating Heart

308 12 16
                                    

ATTENZIONE: possibili spoiler Divergent.

Il caos più totale regnava tra gli Abneganti: bambini che piangevano terrorizzati, donne che cercavano di proteggerli e gli uomini che venivano uccisi ogni secondo per conto degli Intrepidi. Lei però non poteva fare niente o avrebbero scoperto il suo segreto. Lei era una Divergente. Lei era pericolosa.
Si guardò intorno, col fucile in mano, scorgendo il viso di Chat Noir. Anche lui era diventato un Divergente. Anche lui era pericoloso.
Diventato un Divergente...si diventa o si è già Divergenti?, pensò mentre lo raggiungeva.
Quel siero, quel maledettissimo siero che aveva fatto diventare gli Intrepidi persone da odiare, persone pericolose, assassini. Per cosa? Cosa nascondevano gli Abneganti? C'erano soltanto motivi politici? Oppure qualcosa che loro non sapevano e non dovevano sapere?
Affiancò Chat che, come se fosse davvero sotto l'effetto del siero, guardava fisso avanti e camminava, seguendo un gruppo di Intrepidi.
«dobbiamo trovare i miei» gli sussurrò.
«non adesso, M'Lady» disse lui, continuando la camminata «seguimi» disse girando l'angolo, seguito dalla corvina «dove si trovano i tuoi genitori?» le chiese.
«è questa la casa» disse aprendo la porta di una casa vicino a loro.
Da quant'è che non ci entrava? Quanto tempo era che non passava le solite serate a sentire i discorsi di sua madre e suo padre, seduti sul divano?
«mamma! Papà!» urlò non avendo nessuna risposta.
«non sono qua, Principessa» le disse il biondo, facendola arrossire per il nomignolo dato «dobbiamo andarcene di qua» disse aprendo la porta e vedendo in lontananza Max e Kim «cammina, Ladybug. Cammina e non fermarti» le disse aumentando il passo.
«ma guarda un po'» sentì alle sue spalle «la Rigida piatta e il famoso Chat Noir...l'invincibile» disse Kim, mettendogli una mano sulla spalla e facendolo voltare «l'invincibile...ridotto così...avanti cammina» gli ordinò, vedendolo fermo sul posto. Si guardò negli occhi con Max, sfiorando con le dita la pistola e guardando negli occhi il biondo, due cani che si sfidavano.
Con uno scatto prese la pistola, puntandola alla testa del ragazzo e ghignando appena lui e la Rigida la puntarono rispettivamente verso di lui e verso Max, che la teneva puntata verso la ragazza: «prevedibile»
«tanto la Rigida non riesce a sparare» disse il ragazzo con gli occhiali, facendo una smorfia di dolore non appena la ragazza gli sparò alla caviglia «ma porc...»
Kim, con uno scatto felino, prese per le braccia il biondo, disarmandolo, mentre un altro Intrepido faceva la stessa cosa con la ragazza.
«andiamo...Divergenti» disse come se quella parola fosse un insulto.
Li diressero verso una casa, dove al suo interno vi era l'Erudita Audrey  Bourgeois, la donna che tanto era odiata da suo padre.
«Marinette Dupain-Cheng? La figlia di Tom e Sabine? Ma guarda un po'...» disse lei prendendole il mento fra le dita «sei tanto diversa dall'ultima volta...vediamo come ti sta il sangue sulla tua fronte»
«lasciatela stare!» urlò il biondo, cercando di liberarsi.
«un principe senza macchia e senza paura...ci servirà» disse la donna bionda andando verso di lui, la rabbia nei suoi occhi «portatelo via e liberatevi di lei» ordinò, vedendo i due che cercavano di liberarsi.
«Ladybug!»
«Chat! Chat Noir! Lasciatelo!»
«Ladybug!» urlò il suo nome, vedendola sparire.
Lei doveva fare qualcosa, doveva sopravvivere, doveva salvare lui e i suoi genitori, doveva porre fine a tutto questo.
La portarono in una zona verde, facendola inginocchiare a terra.
Sarebbe finita, quel giorno avrebbe perso la vita.
Chiuse gli occhi, aspettando che la pistola sparasse quel colpo, il suo colpo.
Strinse i denti sentendo uno sparo e poi un altro, ma non sentendo alcun dolore.
Aprì gli occhi, vedendo i due uomini che si dovevano occupare di lei a terra, sanguinanti.
«ma che cosa...»
«Marinette!» urlò a bassa voce sua madre, la sua mamma.
«mamma...mamma!» disse lei, facendo cadere alcune lacrime.
«non abbiamo tempo, Marinette» disse Sabine, slegandole le mani «dobbiamo andare da tuo padre»
«è ancora vivo allora» disse lei asciugandosi le lacrime.
«si trova con altri Abneganti, adesso andiamo» le disse, facendo strada.
«mamma, ma...eri un'Intrepida, vero?» le chiese sorridendo.
«da cosa l'hai capito?» disse ridacchiando insieme alla figlia.
Andarono a passo svelto, cercando in tutti i modi possibili di sfuggire ai soldati degli Intrepidi.
Sobbalzarono, all'udire degli spari.
«coprirmi le spalle, Marinette» disse Sabine.
«no mamma» le disse decisa «tu, coprirmi le spalle» disse andando e iniziando a sparare ai soldati.
Attraversarono velocemente la strada polverosa di Chicago, entrando in una viuzza, abbastanza nascosta.
«qui dovremmo essere al rip...attenzione!» urlò la donna, sparando ad un altro soldato, nascondendosi con Marinette dietro a dei barili.
La ragazza spalancò gli occhi appena vide chi le stava sparando.
«Nino...Nino ti prego...» gli disse, mentre le lacrime minacciavano di scendere e lui si avvicinava. No, non avrebbe sparato ad un suo amico: «Nino sono io...Nino sono io, ti prego!» urlò schivando un proiettile «Nino!» disse uscendo allo scoperto e sparandogli. Lo aveva ucciso. Aveva ucciso un suo amico. «mamma...mamma io...»
«lo so, tesoro» disse abbracciandola «lo so, ma adesso dobbiamo andare»
Lei si asciugò le lacrime, correndo insieme a sua madre verso il nascondiglio, sobbalzando all'udire nuovi spari.
«Marinette fai attenzione!» le urlò sua madre, mettendosi a scudo e sparando al loro assalitore.
Continuò a sparare finché lui non fu ucciso e loro non furono fuori pericolo.
Si accasciò a terra, allungando le gambe e premendo contro il fianco: era stata colpita.
«mamma...mamma tutto a posto?» le chiese Marinette.
«Mari...nette...salva...salva tutti...fai attenzione...tesoro mio...» disse prima di chiudere gli occhi e andarsene via, per sempre.
«mamma...mamma! Mamma! Mamma ti prego svegliati! Mamma! Mamma...» urlò Marinette piangendo «basta...basta! Basta, basta, basta!» urlò sentendo altri spari «mamma...» disse poi asciugandosi le lacrime e entrando dentro il nascondiglio «papà?» lo chiamò, vedendolo uscire allo scoperto e abbracciarla.
«Marinette...» sussurrò «dove...dov'è tua madre?» le chiese, capendo subito grazie al suo sguardo.
«papà devo salvare tutti...» disse lei «io vado»
«Marinette fermati» la fermò suo fratello.
«tu...traditore!» gli urlò in faccia lei. Lui che era andato negli Eruditi. Lui che era stato così cieco da non riuscire a salvare la sua ex fazione. Ma come ripeteva sempre lui e tutta la città: "la fazione prima del sangue".
«Marinette...io...come potevo saperlo?!» si difese Theo.
Lei sospirò. Doveva salvare almeno lui.
«io devo andare» disse incamminandosi «se qualcuno vuole venire, è il benvenuto»
«veniamo noi» disse suo padre, indicando se stesso e suo figlio.
«vengo pure io» disse Gabriel, capo fazione degli Abneganti.
Presero il treno, arrivando in poco tempo dove vivevano gli Intrepidi.
«so chi può dirci dov'è Audrey» disse Marinette. Doveva trovare Luka.
Girò l'angolo, trovando il ragazzo vicino al precipizio: «tu!» disse prendendolo dalle spalle «tu non sei sotto l'effetto del siero...perché?»
«perché a loro servo, Rigida» rispose lui con il suo solito ghigno.
«dov'è Audrey?» gli chiese «dimmelo oppure ti sparo»
«tanto non lo fai»
«ma perché lo dite tutti?» chiese lei, sparandogli al piede.
«bastard...» disse lui, dolorante.
«zitto e rispondimi»
«vi guido io...» disse iniziando a zoppicare verso un corridoio.
Marinette si spose a vedere chi era a guardia di Audrey e vide tre soldati con un fucile in mano.
«vado io» disse lei «sono più esperta»
«no» la fermò suo padre «vado io» disse prendendole il fucile e iniziando a sparare ai soldati.
Marinette non perse tempo, prese la pistola e iniziò a sparare anche lei, cercando di proteggere il padre.
Lo superò, disarmando alcuni dei soldati venuti in soccorso e uccidendone altri.
Eliminati i soldati Intrepidi a guardia, si girò verso il padre, vedendolo a terra, con il fratello che piangeva accanto a lui.
Aveva perso anche suo padre.
«restate qua» disse scandendo bene le parole «è un ordine» disse decisa, entrando dentro una stanza bianca, piena di computer e con una sedia, dove vi era seduto Chat Noir: «Chat!»
«ma guarda un po'» disse Audrey, guardandola e arrivando con altri Eruditi «non ti arrendi per niente, eh? È ora di usare il ragazzo» ordinò ad uno degli uomini accanto a lei, che scollegò i cavi attaccati alla testa del ragazzo «uccidila» gli ordinò, vedendolo combattere corpo a corpo con la corvina.
«Chat! Chat Noir sono io!» gli urlò prima di schivare un suo pugno.
«non perdere tempo ragazzo! Uccidila!» continuò ad ordinargli Audrey, vedendo il biondo buttare a terra la ragazza con un calcio.
Lui si mise sopra di lei e prese la pistola, puntandogliela alla fronte e distogliendo lo sguardo.
Ma certo!, pensò lei, una delle sue paure era di vedere negli occhi l'innocente a cui doveva sparare. Sicuramente, questo, lo avrebbe fatto ritornare lo Chat Noir che conosceva.
Lei prese un bel respiro, non facendo caso alle tante lacrime che scendevano insieme al sangue del naso e prese con una mano la pistola e l'altra la appoggiò sulla guancia del ragazzo.
«va tutto bene...» disse facendo incrociare i loro occhi «ti amo, ok? Andrà tutto bene»
«che scena patetica» si lamentò Audrey.
«Chat...Chat io ti amo» disse poi vedendolo sbattere le palpebre e facendole l'occhiolino. Ci era riuscita.
Si alzarono tutte e due di scatto, iniziando a sparare ad alcuni Eruditi e Intrepidi, mentre la donna bionda scappava, andando verso il pannello per controllare gli Intrepidi.
«Ladybug!» le urlò il biondo, mentre dava un pugno ad un Erudito. Che idiota, pensò, mettersi contro ad un Intrepido come lui.
Lei si voltò verso la donna che aveva iniziato il processo per eliminare gli Abneganti.
Guardò i monitor, dove alcuni Intrepidi, tra cui Alya, stavano facendo inginocchiare un gruppo della sua ex fazione.
Doveva fare qualcosa.
Prese il coltello che aveva nella sua cintura, tirandolo verso la donna e centrando perfettamente la mano di lei.
«e adesso» le disse avvicinandosi a lei «ferma tutto»
«no» disse lei, fiera.
Marinette si guardò intorno: in uno dei monitor due Abneganti venivano uccisi perché avevano cercato di scappare. Vide su un tavolo una fialetta del siero, iniettandolo alla donna e digitando l'ordine su un computer.
«desso, ferma tutto» disse levandole il coltello dalla mano, guardandola annullare il tutto e vedendo gli Intrepidi risvegliarsi dallo stato di trance che aveva causato il siero.
«Principessa dobbiamo andare» le disse il biondo prendendola per un braccio e scappando verso il treno.
Sobbalzò alla sua vista, alla vista del padre, continuando però il suo cammino.
Arrivarono velocemente al treno, salendo tutti.
«Adrien...» lo richiamò suo padre, chiedendogli aiuto per salire sul treno.
Lui sospirò, non lo poteva lasciare là: gli prese la mano, aiutandolo a salire e poi andando verso la corvina, che malinconica guardava il panorama.
«i miei genitori sono morti» disse lei, sentendo lui cingerle i fianchi con le mani.
«ti hanno protetta, Ladybug» le disse dolcemente «sono stati molto coraggiosi»
«già...» disse lei semplicemente «adesso cosa succederà? Non abbiamo più una famiglia, amici...una fazione...»
«riusciremo a cavarcela» disse lui «sta tranquilla, Principessa» le disse baciandole la testa.
Si...riusciranno a cavarsela.

And I don't know where I'm going 
But I know it's gonna be a long time 
And I'll be leaving in the morning 
Come the white wine bitter sunlight
Wanna hear your beating heart tonight 

Before the bleeding sun comes alive 
I want to make the best of what is left, hold tight
And hear my beating heart one last time 
Before daylight


Nota autrice
Mi spiace tanto per non essere riuscita a postare domenica...ma!...eccomi qua con questa OS!

Che ne dite?

Fate parte del fandom di Divergent?

Io vi saluto!

Alla prossima One-Shot!

La vostra HermionedeVillers❤️

Symphony...-Miraculous One-ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora