Capitolo IV

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Peter lo evitò in tutto e per tutto. Non aveva alcuna voglia né di incrociare il suo sguardo, né di sentire il suo odiosissimo e buonissimo profumo, né di ascoltare la sua voce e nemmeno la sua risata dannatamente finta che stava rivolgendo a zia May, ora tutta emozionata a raccontare quella volta che zio Ben aveva dimenticato di andarlo a prendere a scuola e lui era rimasto sotto la pioggia, bagnato come un pulcino e la risposta di Tony fu ancora più odiosa, dopo quel racconto.

«Adorabile».

Adorabile? Già, esattamente quello che Peter avrebbe voluto sentirsi dire dopo quello che era successo e, senza dire nulla e sospirando, si alzò dal divano per andarsene dal salotto, dove si erano riuniti in attesa della cena siccome fuori ancora pioveva a dirotto.

Insofferenza. Ecco cosa provava. Rabbia, frustrazione ma soprattutto insofferenza. Era un'agonia terribilmente inconcepibile.

Doveva fingere che non era successo nulla e non per lui o per Tony ma per zia May e zio Ben. Non gli piaceva dare di matto quando c'erano loro nei paraggi perché se lui dava di matto anche loro poi davano di matto, e odiava quando succedeva.

«Peter?», lo chiamò zia May, smettendo di ridere quando nell'ilarità generale lui aveva rotto quell'atmosfera alzandosi.

«Torno subito», rispose, rendendosi conto di averlo fatto con nessuna intonazione di voce e per rimediare cercò di sorridere in direzione della zia.

«Stai bene? Sei pallido», chiese zio Ben, poi si alzò e si avvicinò.

Peter ebbe il fastidioso istinto di scansarsi, ma non voleva farlo e fu contento di essere riuscito a restare esattamente dov'era quando gli posò una mano sulla fronte.

«Sì, sì. Ho mal di testa e... ho bisogno di stendermi un minuto», rispose e Tony lo guardò ma non riuscì a ricambiare lo sguardo. Sapeva che aveva qualcosa da dire, ma che non lo avrebbe detto in quel frangente e lui non aveva tutto questo interesse nell'ascoltare le sue... scuse? O magari le sue ragioni? Non poteva mai sapere cosa frullava per la testa di quell'uomo.

«Misurati la febbre. Avete preso un bel po' d'acqua tu e Tony, questo pomeriggio», si raccomandò zio Ben, lanciando un'occhiata a Stark che si esibí in una piccola risata finta.

«È stata piuttosto imprevista», rispose l'uomo poco dopo, aggiungendo con una punta di dolcezza che fu quasi uno stridere contro un vetro: «Vero, Peter?».

«Vero», rispose lui, lapidario, lanciandogli giusto uno sguardo fugace perché voleva solo andarsene. Voleva solo smettere di averlo vicino, di sentire la sua presenza distante dopo averlo avuto a due centimetri dalle sue labbra.

Poteva ancora sentire le sue mani sulle spalle che lo accarezzavano con una dolcezza sconfinata.

«Vai pure, Peter», sorrise zio Ben, pizzicandogli la guancia con l'indice e il medio con quel suo modo di fare sempre così protettivo e premuroso che lo faceva sentire sempre fortunato, malgrado non avesse più i genitori.

Annuì, ricambiando quel sorriso: «A dopo», disse e voltandosi alzò gli occhi al cielo quando Tony, in un tono addolcito che non gli si addiceva, lo salutò.

«A dopo», disse l'uomo e lui evitò di votarsi o sapeva che avrebbe dato di matto per davvero, sta volta.

♦♦♦

Non voleva mangiare, non voleva parlare, non voleva nemmeno alzarsi dal letto sulla quale si era appoggiato da qualche minuto.

Soprattutto però, non voleva vedere Tony.

Era ovvio che nessuno al mondo poteva giustificare un gesto come quello spacciandolo per una prova, ed era questo che faceva più rabbia a Peter.

Fools In The Rain - StarkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora