XXII

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Negan inspirò profondamente ancorandosi alla ringhiera arrugginita come timororso di cadere nel baratro che si presentava ai suoi piedi.

La morte si divincolava davanti ai suoi occhi, le figure danzavano sotto il balcone dimenandosi in una danza frenetica di corrosione. Uomini che agonizzanti morivano con gli occhi immersi nel cielo stellato sopra di loro, erranti infuocati che arrancavano nell'oscurità come messia perduti. Grida disumane miste a ringhi animaleschi.

La sua gente divorava la sua gente che a loro volta avrebbe divorato la sua gente.

E lui era lì.

Stringeva il freddo metallo mentre gli occhi velati di dolore si perdevano ipnotizzati da quelle immagini così laceranti.

<< Lucille... >>

La invoco senza guardarla. Appoggiata contro la ringhiera affianco a lui, sembrava osservare lei stessa addolorata quello spettacolo di morte e dolore.

<< Dammi. La. Forza. >>

Chiuse gli occhi come a tentare di ripudiare quegli avvenimenti che continuavano a invocarlo ma le grida di dolore, il fetore della carne bruciata e putrefatta gli impedivano di fuggire da essi.

Doveva fare qualcosa, doveva liberarsi da quella sensazione di immobilità.

Si sentiva imprigionato da pareti invisibili che gli aderivano alla pelle arroventandola. Percepiva delle corde stringergli la carne fino a marchiarla sebbene non potesse scorgerle.

Tentava inutilmente di combattere quella morte che lo perseguitava da tutta la vita.

Prima e dopo la fine del mondo.

Lentamente ogni cosa si sciolse in un anonimo nulla, si fusero nel vuoto dominato dal silenzio.

<< Devi respirare... >>

Sussurrò a quell'abisso che lo scrutava attonito.

<< Devi respirare! >>

La incoraggiò con dolcezza.

Una mano ampia accorse al cranio tremante ricoperto a chiazze da una debole peluria, l'altra invece, andò a racchiudere quella gracile e magra della moglie.

<< M-male... >>

Pianse quella osservandolo senza forze, il petto scheletrico avvolto nel camice d'ospedale si alzava frenetico come arso vivo dalle fiamme.

<< Fuoco... >>

Sussurrò mentre delle calde lacrime si srotolovano sul viso pallido e incavato.

Negli occhi lividi dominava un buio corrosivo che sembrava divorare quell'ultima scintilla che rimaneva di lei,

la sua Lucille.

Negan le sorrise sebbene dentro di lui un coro assordante gridava, piangeva, si divincolava per strappargli la pelle, per scavargli la carne.

<< Resisti, stai andando benissimo! >>

La rincuorò appoggiando la fronte sulla sua.

Era bollente, la febbre era tornata anche più forte di prima.

Avrebbe solo voluto strappare via quella cazzo di flebo, avrebbe solo voluto estirpare quel male che le si annidava nel sangue, avrebbe solo voluto darle la vita che meritava.

Negan•Sweet darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora