13 maggio 2013
Ore 8.12
Johann sentì una voce che lo chiamava. La udì rimbombare nella sua testa, ma attorno era tutto nero e la voce parlava sempre più forte, poi un rumore secco lo richiamò ancora e due braccia lo scossero finché non aprì gli occhi.
«Völler!» esclamò un agente che era entrato nell'ufficio. «È sveglio?»
Johann sbadigliò, si stiracchiò e si stropicciò le palpebre. «Ora sono sveglio, non si vede?»
L'agente non replicò.
«Che c'è, Bert?»
«Mi spiace disturbarla... ma il capitano vorrebbe vederla», spiegò, svelto.
«D'accordo», replicò Johann. «Grazie, Bert.»
Mentre si alzava dal divanetto su cui era sdraiato da ore, intravide con la coda dell'occhio Mark che veniva verso il suo ufficio con due caffè e un sacchetto di brioche, quindi lasciò libero di andare l'agente Bert e attese l'arrivo del collega.
«Sapevo che ti avrei trovato in questo cesso di posto», esordì con un sorriso di rimprovero. «Hai fatto nottata un'altra volta?»
Johann lo guardò di sottecchi e fece spallucce.
«Bevi un po' di caffè!» esclamò, porgendo a Völler un bicchiere. «Hai una faccia da zombi. Ti serve anche zucchero per carburare.»
«Già, hai ragione», e detto ciò Johann afferrò una brioche vuota e l'addentò con avidità, ci bevve dietro qualche sorso di caffè bollente, quindi agguantò pure un krapfen alla crema e lo divorò. Si pulì con un fazzoletto di carta e si alzò in piedi sentendo scricchiolare le ossa e infine si accomodò alla scrivania per fare ordine.
«Le tue seratine qui in centrale mettono fame, vedo», commentò Mark, osservando la voracità dell'amico.
Johann annuì. «Pensare mette appetito.»
«Certo», fece il collega. «Soprattutto se sono più di ventiquattro ore che non metti niente sotto i denti.»
Tra i due scese il silenzio e alla fine Bauer restò a fissare Johann con aria interrogativa. L'amico gli restituì lo sguardo, sbuffando. «Non chiedere, per favore», disse, irritato.
«Cosa?» domandò Mark con candore innocente.
«Vuoi sapere se ho scoperto qualcosa.»
L'altro fece un mezzo ghigno. «Non ti ho chiesto nulla, ma se così fosse, hai scoperto qualcosa?»
Johann scosse il capo e si abbandonò contro lo schienale della poltrona. «Niente, uno stracazzo di niente! Sto impazzendo! Sono settimane ormai che ci lavoriamo, eppure non ho scoperto niente! Lukas Wolfe, lui non mi porta da nessuna parte. Ci sono sempre due agenti di guardia davanti alla porta di casa sua, eppure quell'idiota non va mai da nessuna parte, dannazione!»
Mark abbassò lo sguardo. «Forse non ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Ci hai mai pensato?»
«Hai un'idea migliore, tu?» replicò, caustico Johann. Imprecò e batté il pugno sulla scrivania.
«No, mio malgrado», rispose Mark, mitigando quel clima teso.
Völler a quel puntò saltò su e fece un cenno al collega. «Seguimi.»
«Dove vuoi andare?» chiese Mark, incuriosito.
«Kurtz vuole vederci», spiegò. «E la cosa non sarà piacevole.»
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E le tenebre scesero sopra Friburgo
Про оборотнейNella cittadina di Friburgo in Brisgovia, ai margini della Foresta Nera, improvvisamente un misterioso animale all'assalto inizia la sua carneficina, mese dopo mese. Nessuno crede più alla favola del lupo cattivo, eppure pare che questa volta, a fur...