C'è un'aria strana nel cielo

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28 Luglio 2016

Appena Sam entrò in salotto una cascata di coriandoli vennero sparati su di lui. Bucky aveva comprato uno di quei tubi pieni di coriandoli in onore del compleanno dell'amico che si era decisamente spaventato un sacco.

- Buon compleanno! - e gli era saltato addosso. C'era solo lui, erano le dieci del mattino ed erano entrambi in pigiama. Si abbracciarono e Sam lo ringraziò per averlo svegliato in quel modo.

- Sei il migliore Bucky! Se questo è il risveglio non oso immaginare stasera per la mia festa cosa hai preparato, voglio i fuochi d'artificio eh - rise e poi si sedettero a far colazione. La festa di Sam sarebbe stata bella grande, era uno che stava sempre fuori e aveva un sacco di amici. Bucky sapeva che si sarebbe autoescluso, riusciva a sentirsi a proprio agio solo con qualche bicchiere in più e dopo la sbronza di due sere prima non aveva intenzione di bere. Dopo la colazione si erano diretti a lavoro e Sam venne investito da auguri, abbracci e anche una mini-torta.
Durante tutta la giornata Steve cercò di parlare con Bucky ma quest'ultimo neanche lo ascoltava. Il biondo non era riuscito neanche a bloccarlo, era sempre lì con dieci piatti tra le braccia che cercava di non cadere e scansava i bambini. Non ci riuscì anche a turno finito, il moro scappò via subito per andare a preparare tutto con Sam.

- Cosa hai di così importante da dirgli? - gli chiese Tony mentre tornavano a casa a piedi.

- Volevo scusarmi per l'altra sera - alzò le spalle Steve.

- Perchè? - ecco, un'altra domanda a cui non voleva rispondere.

- Ho detto delle cose, non chiedermele, non te le dirò. Ma sono sicuro che lo ha già fatto lui - sospirò.

- Ti sbagli, non mi ha detto niente - fece il finto tonto Tony.

- Si si e io ci credo molto - alzò gli occhi al cielo il biondo, poi si fermò davanti al portone di casa dell'altro.
- Senti Tony, non mi importa se lo sai o meno, non è stato niente anzi è stato volgare e in seguito idiota quello che ho fatto. Questa sera gli chiederò scusa, mi sembra ci sia rimasto male - continuò.

- Steve a lui non interessa se sei stato volgare o meno, le tue attenzioni sono oro per lui qualunque cosa tu faccia. Hai ragione, ci è rimasto male perchè non l'hai baciato, perchè vi siete fermati a fissarvi e non è accaduto niente. Adesso mi dirai il tuo solito "perchè devo fare tutto io?" da quando questa storia è cominciata e adesso ti dirò una cosa: tu hai fatto assolutamente niente. Questo gli fa più male. Quindi se è come dici, se lui ti piace fa qualcosa per farglielo capire.
Ciao Steve, ci vediamo stasera - lo salutò senza aspettare risposta ed entrò in casa. Tony era amico di Steve da una vita ed era sempre stato sincero con lui. Il ragazzo stava cercando di fargli capire che magari doveva provarci, senza pensare alle conseguenze, senza piani precisi. Ma Steve non riusciva ad uscire dal suo schema, non riusciva ad improvvisare a fare cose senza pensare alle conseguenze delle sue azioni. Era fatto così ma alla fine decise che avrebbe fatto qualcosa per far sentire Bucky speciale per lui.
Bucky aveva smesso di pensare al biondo, era troppo impegnato a festeggiare il compleanno di Sam. Appena tornati a casa da lavoro si prepararono e poi andarono in giro per le ultime commissioni. Come promesso Bucky andò a prendere una scatola di fuochi d'artificio, poi andarono a prendere la torta e in seguito andarono alla villa in cui dovevano festeggiare il compleanno. Sam dava dritte su come le cose dovevano essere ben aggiustate e parlò anche con il Dj per la musica. Nel frattempo il moro era andato dal direttore e aveva portato con sè la scatola dei botti, ci mise un pò per convincere il capo ma alla fine vinse. Gli diede la scatola e poi tornò da Sam. Tutti i suoi amici erano arrivati, ovviamente lui cercò tra tutti Steve che trovò con facilità. Sam era immerso tra le braccia di tutti per prendersi gli auguri mentre lui stava in disparte a chiacchierare con Natasha e Tony.
Quando arrivarono anche gli altri invitati si sedettero al tavolo. Steve invitò Bucky a sedersi affianco a lui, lo prese per mano e lo trascinò ai loro posti. Il moro era diventato rosso porpora in viso ma era felice che il biondo lo volesse affianco a lui. Significava che ci teneva almeno un pò a rimediare all'errore di qualche sera prima. Chiacchierarono per la maggior parte del tempo e Steve cercava in tutti i modi di farlo sentire qualcuno per lui. Gli aveva chiesto della sua giornata, poi quando avevano iniziato a parlare della famiglia gli aveva chiesto dei suoi e poi si erano ritrovati a parlare di come erano finiti a lavorare in un ristorante. Bucky era altrettanto curioso perciò la conversazione andò avanti per un pò. 

- Steve, come mai hai rinunciato all'università? - gli chiese il moro.

- Sinceramente non sapevo quale facoltà scegliere e sinceramente ero stufo di vivere con l'ansia dello studio e dei miei genitori che non facevano altro che dirmi che non ero bravo come mia sorella. Me ne sono andato, ho preso un appartamento e poi Tony mi ha detto che c'era un posto al ristorante. Sinceramente sono felice di aver fatto questa scelta - sorrise. Bucky avrebbe voluto dirgli che era felice anche lui della sua scelta dato che li aveva fatti incontrare, sarebbe stato troppo imbarazzante e per fortuna il biondo continuò a parlare.  - Tu invece? Wanda mi ha detto che avevi cominciato ma poi ti sei fermato - poggiò il gomito sul tavolo girandosi più verso di lui. 

- Si, andavo ad una scuola d'arte privata, una specie di accademia delle belle arti. Ci sono stati dei problemi che non mi hanno permesso di continuare e il resto lo sai - alzò le spalle. La mano di Steve si poggiò sulla sua, in silenzio e attentamente incrociò le sue dita con quelle del moro. Senza dire una parola. Bucky rimase a guardarlo con un sorriso da idiota in viso. Rimasero mano nella mano fino a che non arrivarono le prime portate di cibo. Avevano chiacchierato con gli altri, avevano riso, scherzato, ascoltato le vicende di qualcun'altro e le loro mani erano sempre state incrociate.                                                                                                                                                              Una volta finito di mangiare Steve propose a Bucky una passeggiata nel giardino della villa, da soli. Il moro accettò e insieme si alzarono e andarono lontano dagli occhi di tutti. Le loro mani tornarono ad incrociarsi, lontano da tutti. Stettero in silenzio per almeno venti secondi dopodiché il biondo parlò.

- Senti, volevo scusarmi per l'altra sera. Sono stato un idiota - fu tutto quello che disse.

- Non preoccuparti, davvero - sorrise. La musica in lontananza si faceva spazio nella sera. 

- Ti va di andare a ballare? - ricambiò lo sguardo dell'altro e poi senza aspettare risposta lo trascinò sulla pista da ballo. 

Ballarono assieme tutta la notte, come se non ci fosse un domani. Le loro mani si sfiorarono più volte e il filo rosso si era accorciato e li aveva spinti ad amarsi da più vicino.

Ti Dedico il SilenzioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora