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era passata la mezzanotte a Seoul e un ragazzo dai capelli neri si trovava seduto su un muretto, nonostante l'ora e l'incessante pioggia che non voleva saperne di smettere. ma al ragazzo, di cui il nome era yoongi, andava più che bene così.
infatti, la pioggia era l'unica cosa capace di tranquillizzarlo a parte la musica, ma da quando aveva perso lui, la musica era solo un'ulteriore pugnalata nel cuore. sentiva le guance umide, ma non per la pioggia, no no, ma per le lacrime. infatti, era da mezz'ora oramai che gli occhi di yoongi non smettevano di piangere ininterrottamente.
il periodo di fine maggio/inizio giugno era il periodo più difficile di tutto l'anno. la mente di yoongi veniva invasa dai ricordi e ogni piccolo passo, ogni piccolo fiore, ogni piccolo respiro non faceva altro di ricordargli il passato.
era passato già un anno ormai, eppure yoongi passava ancora le giornate a pensare a lui, a jimin, senza neanche accorgersene. no, non importava quanto tempo fosse passato, min yoongi non l'avrebbe mai dimenticato. anche se ciò lo rendeva vuoto e apparentemente apatico, non l'avrebbe dimenticato.
park jimin è stato l'errore più bello della sua vita. è stato l'unica persona a cui aveva mostrato la sua passione per la musica, l'unica a cui aveva fatto ascoltare i suoi pezzi, l'unica con cui si era realmente aperto.
ma ora, ora che tutto era finito non sapeva più che farsene della sua vita. certo, aveva continuato a suonare ma era diventato tutto così spento senza di lui.
anche la pioggia gli ricordava jimin. ricordava le giornate in cui il ragazzo si metteva a correre e a piroettare sotto la pioggia trascinando il maggiore con se. ricordava le loro risate e i loro sorrisi, così veri da sembrare finti. si, quei ricordi facevano ancora sorridere yoongi.
iniziò a ballare senza musica, se non il rumore della pioggia. nella testa i tasti di un pianoforte suonavano solo per lui. si ritrovò a ridere come non faceva da tempo e si stupì di sé stesso. tornò a casa, correndo e ridendo sotto la pioggia come non succedeva da tempo. poi fece una cosa che non faceva da tanto tempo.
si sedette al pianoforte e suonò le note piene di ricordi ed emozioni che aveva avuto in testa per tutto questo tempo e, senza volerlo, le parole vennero da sole.
❝ i always smile at you even the love is a tradegy for me i always cry after it's over farewell even though it's a comedy for you yes nothing is everlasting i live without you even I feel like dying over, over, love is not over please take me out of this endless maze ❞
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❝ dedicato ad ogni ricordo difficile,
ad ogni persona che se n'è andata e a chi invece è rimasto, nonostante tutto. ❞
