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Erin

Sentivo che qualcosa dentro me non andava. Come se avessi qualcosa di rotto. Come se mancasse qualcosa. Capii dopo che "quella cosa" che mancava in realtà eri tu.

Guardavo il nostro divano, che era tornato ad essere il mio. Guardavo i post-it ancora appesi al loro posto. La tua camicia dentro il mio armadio. Tutto mi parlava di te, tutto parlava di noi.

Parlava di quello che eravamo stati, delle nostre anime in collisione. Eravamo stati un incidente noi. Ci eravamo scontrati per caso e tenuti per scelta. Eppure adesso, che ancora tutto parla di te, rifarei tutto ciò che feci.

Ricordi ancora il nostro primo appuntamento? Ricordi la nostra prima notte insieme? Ricordi il nostro primo tramonto

La solitudine si fece sentire quando presi coraggio e andai a guardare il primo tramonto da sola, perché devi sapere che da quando sei andato via i tramonti non sono così belli.

Eppure non ho paura di stare da sola. Sapersi fare compagnia è una cosa bellissima. Ho paura di non poter più sfiorare le tue mani, le tua labbra, i tuoi occhi o il tuo cuore.

I tuoi occhi che mi guardavano quella sera al parco, sono ancora impressi nella mia mente.

Io me lo chiedo se mentre sei sdraiato sul letto guardi il soffitto e mi pensi. Io me lo chiedo se qualche volta mentre sei con lei mi pensi. Mi chiedo se hai ancora i miei elastici per capelli che mi rubavi sempre. Sai ho sempre voluto sapere che fine facevano. Se li tenevi stretti al polso, oppure se li mettevi sulla scrivania. Ho sempre voluto sapere cosa passava per la tua mente mentre in silenzio mi fissavi con quegli occhi grandi e neri, profondi come chissà cosa.

Come foglie degli alberi in autunno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora