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"Jake!" la voce acuta di sua madre lo risvegliò dal lungo sonno che lo aveva accompagnato in tutto il viaggio verso quella che sarebbe stata la loro nuova casa.
Uscì dall'abitacolo dell'automobile ed iniziò a sgranchirsi , mentre un caldo sole gli baciava la pelle color cappuccino lasciata libera dagli indumenti estivi.
Iniziò a guardarsi intorno : la casa bianca aveva il tetto e le rifiniture nere,un vialetto non troppo adornato ma adeguatamente sistemato per il loro arrivo. C'erano alcuni alberi a fare ombra e dalla recinzione si intuiva che fosse fornita anche di un giardino più grande dall'altro lato della casa, quello più riservato.
Sul grande portico accanto agli scatoloni ed ai bagagli , Jake intravide un dondolo che a prima vista gli sembrò più che familiare. Non erano mai stati lì prima d'ora , ma aveva scoperto che quella casa era appartenuta alla sua famiglia per anni, forse aveva già visto l'oggetto d'arredamento in qualche album di famiglia.
"Jake! Sei più lento del solito stamattina, ti muovi o tuo padre deve fare tutto il lavoro da solo?" 
gli urlò nuovamente sua madre, affacciandosi da una delle finestre del primo piano.
"Lui si è voluto trasferire qui, lui si fa il trasloco da solo" bofonchiò tra i denti il ragazzo, cercando di non farsi sentire , per poi rispondere rassegnato alla madre " Arrivo! "
Prese il suo borsone nero, contenente tutti gli effetti personali di cui aveva bisogno, e si avviò all'interno della casa.

L'odore di chiuso e di casa gli pervase le narici, mentre guidato dall'istinto iniziò a salire al piano di sopra dove pensava potesse esserci la sua nuova stanza, trovandola infatti senza grandi problemi all'ultimo piano della villetta.Era in una mansarda illuminata con una piccola finestra a balconcino che dava direttamente sul giardino interno: il letto a due piazze  di fronte ad essa ai piedi del quale c'era una piccola cassapanca , un armadio fin troppo grande per una sola persona ed una scrivania .
Poggiò distrattamente il borsone sul letto e si lasciò cadere stremato: avrebbe riposato qualche ora e poi sarebbe andato a fare un giro in spiaggia.
L'unica nota positiva di questo trasferimento era proprio la presenza del mare a pochi passi da casa : i suoi genitori avevano deciso di trasferirsi durante la stagione estiva, una volta che Jake si fosse diplomato, sia per dare il tempo al ragazzo di terminare gli studi, sia perchè suo padre stava seguendo l'apertura di una nuova catena di ristoranti sulla costa e quale periodo migliore per verificarne l' affluenza se non l'estate?
I suoi pensieri furono interrotti da delle risate provenienti dall'esterno, così ,curioso di scorgere il vicinato dall'alto della sua finestra, si avvicinò ad essa pronto a scoprire cosa stesse accadendo al di fuori delle sue mura domestiche.
Riuscì a scovare subito la direzione da cui provenivano le voci e le risate : la casa dei suoi vicini aveva una grossa piscina nel giardino sul retro ed essendo Sabato , probabilmente avevano approfittato per dare un barbecue.
Erano tutte persone adulte, sulla quarantina, vestiti in abiti casual ma accuratamente scelti. Jake pensò potesse essere un barbecue di lavoro, visti i loro indumenti.
Passò in rassegna tutti li invitati, stando attento a non farsi vedere : le donne erano tutte sedute ai tavolini posizionati al bordo della piscina, con i loro drink in mano e parlavano animatamente, mentre gli uomini erano radunati accanto al barbecue in attesa di poter assaggiare qualche prelibatezza.
Tutti, tranne uno : un uomo avvenente nel suo completo di lino e con una bottiglia di birra tra le mani, era leggermente in disparte.
Jake non riusciva a vederlo distintamente, ma da quello che riusciva a scorgere aveva un corpo statuario, nonostante l'età.
Provò ad affacciarsi ancora di più per poterlo vedere in volto, ma fu un attimo : mentre faceva un passo in avanti sul balcone, l'uomo si voltò, e come se avesse sentito la sua presenza ,lo guardò dritto negli occhi. Nonostante la distanza, Jake riuscì a vedere quegli occhi color di foglia , ne percepì la profondità e l'intensità.
Durò pochi secondi perchè , come scottato, si ritrasse subito all'interno della sua stanza e si nascose come un bambino tra le tende color avorio. 
Sentì il suo cuore fino in gola: il respiro era accelerato , le mani stranamente sudate ed uno strano calore gli infiammava il basso ventre.
No, era impossibile, quell'uomo non poteva fargli venire un principio di erezione con un solo sguardo.
Provò a riaffacciarsi di nuovo, ma l'uomo misterioso non era più nella sua visuale. Lo trovò di schiena,  accanto alla piscina, mentre chiacchierava sornione con il gruppo di donne che pendevano dalle sue labbra e ridevano come oche giulive a quelle che dovevano essere delle battute davvero divertenti.
Si soffermò ad osservarne le spalle , si spostò con lo sguardo sul suo sedere sodo fasciato da bianchi pantaloncini classici e quando tornò con lo sguardo più in alto lo trovò di nuovo lì, intento a guardarlo mentre lui lo osservava senza alcun ritegno.
Provò a nascondersi di nuovo tra le tende, ma questa volta l'ultima cosa che vide, furono un paio di labbra carnose che adornavano dei denti bianchissimi.
Un sorriso consapevole,fatto apposta per lui.


                                                                                      ***
Come ho annunciato, sono tornata.

Questa storia è nata da sola, come tutte le altre che ho scritto. E' nata però non pensando ai #clario, bensì è ispirata a personaggi completamente inventati.
Spero vi piaccia comunque.
Ho scritto e risposto a qualcuna di voi stamattina, tornerò con #onfire nei prossimi giorni. Nonostante avessi deciso di lasciarla incompleta, ho realizzato che soo "nata" con lei e merita un continuo ed un finale.

Aspetto di sapere vostri commenti, ma non pensate di aver capito tutto. Sarà una storia....particolare...




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