Pensieri invadenti

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Erano passati tre giorni dalla formazione delle squadre per il serale.
Einar era diventato lascivo,stressato e paranoico.
Quei tre giorni erano stati davvero pesanti per lui non credeva che Filippo gli mancasse così tanto.
Gli mancava tutto di lui:il suo essere paranoico e farsi mille problemi,la sua voce stupida che proferiva quando faceva stupide instagram stories,il suo sorriso che faceva ridere anche lui,le sue battute squallide,le sue mani grandi ricoperte di anelli,i suoi occhi verdi trasparenti,i suoi capelli marroncini,le giornate passate insieme al supermercato a ridere e scherzare chiamandosi casalinga cubana o principessina Fanti,gli mancava tutto di loro due e pensava che forse non era normale sentire la sua mancanza così tanto,la sentiva più della sua ragazza che non vedeva da alcuni mesi.
Le sue giornate erano monotone,sempre le stesse.Certo,aveva la compagnia vi erano gli altri 5 compagni di squadra ma non erano come Filippo con loro poteva scherzare si,ma fino ad un certo punto avendo paura che quello che dicesse sfociasse nella volgarità o nell'infantilità aveva paura di non essere accettato dagli altri,era sempre stato così molto introverso e chiuso in se stesso però con Filippo era diverso,riusciva a parlare con lui di tutto di qualunque cosa e stando con lui si era accorto di aver costruito un'amicizia davvero speciale.
Einar i pomeriggi li passava fuori al giardino di quelle quattro mura che lo circondavano,si sedeva sempre sulla solita sedia del tavolo che era fra la porta della casa e fra le piante che circondavano il perimetro e scriveva come si sentiva in quei giorni.
Poi aspettava il tramonto e lo guardava da solo immaginando che Filippo stesse con lui,ma un po' si sentiva in colpa per la sua ragazza credeva di mancargli di rispetto e si sentiva sbagliato pensando di più a Irama che a Valentina,ma alla fine al cuore non si poteva comandare,lui pensava costantemente a Filippo anche involontariamente.
Quei pomeriggi e quei tramonti gli ispiravano scrittura,ma no scrittura di testi o di melodie,scrittura di sentimenti scriveva tutte le sue sensazioni e emozioni che provava in quella solitudine che lo circondava da quando non erano più insieme.
Una delle sue lettere più significative l'aveva conservata in una scatolina e la notte a volte la rileggeva piangendo pensando a tutte le cose che avevano fatto insieme.
Accendeva la piccola lampadina che era appoggiata sul comodino e incominciava a leggere le parole un po' storte scritte su quel foglio bianco:

"Oggi mi sento un po' giù come la maggior parte dei pomeriggi,dei giorni,delle mattine,delle sere e delle notti.Non sono mai stato bravo a manifestare i miei sentimenti a dirti che mi manchi e ora vorrei farlo ma non posso perché sono rinchiuso in queste mura che vorrei tanto scavalcare per venire da te per abbracciarti forte e sussurrarti un "mi manchi",posso solo vederti il sabato e guardare i tuoi occhi verdi che tanto mi fanno impazzire incrociare i nostri sguardi e sorridere,darti un piccolo bacio sulla guancia come facevamo sempre,prendere le tue mani quando faceva freddo e riscaldarle con le mie come mi dicevi sempre tu "Le tue mani sono così calde Ein."e le prendevi e si univano sai non ho mai capito se lo facevi di proposito o era solo per riscaldarti,non ho mai davvero capito se tu provavi qualcosa per me e nemmeno io l'ho capito,ma questa lontananza da te mi rende docile e mi sento sempre un po' più giù come se i giorni non passassero mai,come se tu fossi sempre più lontano da me e io non posso raggiungerti come due rette parallele.Ogni giorno penso ai nostri momenti alle nostre risate,ai nostri sguardi,alle nostre carezze involontarie alle notti passate in hotel,ai nostri finti svenimenti,alla tua storia a te e a tua nonna,ricordo ancora i tuoi occhi quando mi dicesti che ti mancava che volevi che lei avesse assistito almeno ad un tuo concerto e mi ricordo ancora quando mi facesti ascoltare un respiro in quella saletta della scuola di amici era da poco che ti conoscevo ma avevo già capito che persona eri,i tuoi occhi quando mi guardavi e mi chiedevi un parere su quella musica e io mi complimentavo con te perché quella che scrivevi non era semplice musica ma era arte.Ricordo ancora quando mi spiegasti tutti i tuoi tatuaggi e che alcuni te li eri fatti senza alcun senso,ricordo ancora quando quella notte ci addormentammo abbracciati in stanza perché io avevo paura di uscire visto che il giorno dopo sarei andato in sfida è tu mi rassicurasti dicendomi che ce l'avrei fatta ed era vero perché ora sono qui al serale,non rimpiango niente di tutto il mio percorso,ma la cosa che mi ha fatto star male è sentire il tuo nome nella squadra bianca e il mio nella squadra blu,ti lanciai uno sguardo triste e tu mi guardasti con quegli occhi umidi e le labbra racchiuse in un broncio come se dovessimo abbandonarci per sempre e poi vedevo te spaesato in quella squadra non avevi legato tanto con quei ragazzi,non so ora forse adesso sei felice e non pensi a me,forse ora sei sul tuo letto o a scrivere canzoni oppure stai cantando o ti stai divertendo con i tuoi amici,ma forse se fossimo stati compagni di casetta io sarei stato più tranquillo ad averti con me,avrei superato le mie paure,le mie indecisioni e le mie paranoie che per colpa tua ne ho troppe,avrei affrontato le giornate sorridendo e alzandomi con un sorriso la mattina sapendo che avrei visto il tuo volto di nuovo e la tua voce.Questi giorni lontano da te mi hanno fatto riflettere molto e sto capendo di essermi innamorato di te ma non ho paura a dirlo è solo che mi sento così dannatamente stupido a non avertelo detto prima anche se non so se i tuoi sentimenti sono uguali ai miei,vorrei tanto saperlo.Non leggerai mai tutto questo ma sai come sono,no?Non riesco a non scrivere quando devo sfogarmi .Ti amo."

Sono giù che grido come un pazzo dove sei|eiram|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora