Second chance

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Il ragazzo si svegliò di soprassalto, affannato, come se avesse appena avuto un incubo, e cominciò a scrutare la stanza in cui si trovava, cercando di far abituare gli occhi al buio pesto dell’ambiente.

Era notte fonda, senza dubbio, e sicuramente aveva solo avuto un incubo, ma si sentiva strano, come se… fosse tornato dalla morte, o come se fosse tornato indietro nel tempo.

Si portò una mano al volto, e toccando la guancia sinistra, questa gli risultò liscia al tatto, come se la cicatrice che lo deturpava fosse sparita.

Sentiva anche che i capelli non gli andavano a sfiorare le spalle, ma non arrivavano nemmeno a coprire la base del collo, e i ciuffi della frangia non gli ricadevano più sugli occhi, ma arrivavano invece appena sotto le sopracciglia.

Non fece neanche in tempo a chiedersi cosa fosse successo, che sentì un leggero e familiare russare.

<<Mail…>> pensò, poi gli rimbombarono nella mente le parole da lui pronunciate nel presunto sogno.

<<Ero innamorato di lui… certo, ero il suo migliore amico, ma se fossi riuscito ad essere qualcosa in più… se solo potessi rivivere i miei ultimi sette anni di vita… ma credo sia un lasso di tempo troppo lungo da rivivere…>>.

Poi di seguito gli tornò alla mente la risposta, data da un’entità non meglio definita.

<<Puoi anche rivivere tutta la tua vita, se lo desideri, ma…>>.

Le parole dell’entità si interruppero lì, come se il ragazzo le avesse dimenticate.

<<Quindi non era un sogno… mi è stata data una seconda chance, e sono di nuovo qui, alla Wammy’s, a casa, con il mio Mail>> pensò, realizzando quanto appena accaduto.

<<Ancora sveglio, Mihael?>> biascicò Mail, vedendo la figura snella dell’amico stagliarsi sulla parete illuminata dalla luna.

<<Ho… solo avuto un incubo>>

<<Vuoi dormire con me?>>

<<No, sto bene così>>

<<C’è qualcosa che non va? Sembri strano>>

<<Sto bene>>.

Il minore andò a sedersi accanto all’amico, e gli accarezzò lentamente la schiena.

<<Sto bene, davvero>> ripeté Mihael, ma l’altro non gli credeva.

<<A me non sembra. Se vuoi parlare sono qui>>.

Senza dire una parola Mihael prese tra le dita il mento dell’altro e lo baciò, staccandosi solo dopo un po’, quando vide che Mail non ricambiava.

<<Scusa, non avrei dovuto>> sussurrò con voce appena udibile, ringraziando dentro di sé il buio della notte, che nascondeva il rossore, seppur lieve, delle sue guance.

<<No, scusami tu. Sei il mio migliore amico, ti considero come un fratello. Non riesco a innamorarmi di te, mi dispiace. Perdonami>>.

Tra i due cadde un lungo e imbarazzante silenzio, interrotto solo dal minore, molto tempo dopo.

<<Scusami di nuovo>> concluse, quasi sottovoce, poi tornò a dormire, combattendo il desiderio di abbracciare stretto l’amico, gesto che non gli sembrava appropriato dopo quanto detto.

Anche l’altro si coricò, ma non riuscì a dormire, a causa della vergogna che provava, e a causa delle immagini dell’auto macchiata del sangue del suo migliore amico, e crivellata da colpi di pistola, che continuavano a tormentarlo, quasi una funesta previsione.

Second chance - One-shot Death Note - MalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora