… Continuai a camminare lungo il sentiero creato da terra, dura e secca, e da rami secchi.
Quest'ultmi scricchiolavano sotto i miei piedi nudi creando un rumore poco piacevole, quasi sinistro.
Davanti a me vedevo comunque il mio obbiettivo, era una specie d'arco farro da rami e foglie.
Mi avvicinai sempre di più abbastanza spaventata dagli alberi secchi introno a me, sembravano senza vita, come se una forza oscura gliel'avesse strappata via, nonostante fossimo in estate faceva freddo, come se fossero gli alberi a trasmettere il loro dolore.
Arrivai all'arco, mi feci coraggio e lo attraversai.
Era una vista meravigliosa.
Il cielo, prima coperto da nuvole cariche di pioggia, era azzurro, quasi come il mare da sogno che si vede nelle cartoline, mi fermai a osservare le poche candide nuvole che lo occupavano, sembravano fatte di panna, una sembrava avere la forma di un orso.
Rivolsi l'attenzione al resto.
La Radura era perfettamente rotonda, gli alberi che delimitavano il suo confine erano belli e rigogliosi. Si sentivano gli uccellini cantare.
Camminai lungo il perimetro e dalla parte opposta all'arco trovai un cespuglio di rose. Erano bellissime, c'erano i boccioli, così piccoli e delicati, le rose sbocciate, sembravano forti e indistruttibili, e infine quelle appassite, quelle che perdevano i loro petali lentamente, ma anche solo il pensiero di doverle stappare era sbagliato, sembrava così giusto che quelle rose restassero lì, rappresentavano il ciclo della vita: nasce, cresce e muore.
Andai oltre, fino a trovarmi ancora al punto di partenza.
L'erba sotto i miei piedi era fresca, il colore verde intenso e la rugiada la rendevano magnifica, era alta fino alla mia caviglia.
Il prato era pieno di fiorellini di tutti i colori, sembrava quasi un'arcobaleno.
Andai verso il centro, dove si trovava un imponete salice piangente. Era grande senza dubbio, i rami pendenti erano ricoperti di foglioline e fiorellini rosa, sembrava qualcosa di mistico.
Mi feci spazio tra i rami e andai sotto il grande albero, rimasi stupita, sotto di esso si trovava un magnifico laghtto, l'acqua era lipida, si vedeva chiaramente il fondo, fatto con pietre bianche. L'acqua era fresca, mi diressi verso il tronco, camminando nel laghttoper poi fare attenzione alle grandi radici nascoste dall'erba.
Arrivai.
Accarezzai la corteccia, sembrava dura e morbida, liscia e ruvida. Trasmetteva sicurezza e tranquillità. Continuai a far passare la mia mano sull'albero scontrandomi con le piccole sporgenze del tronco.
Presi il mio libro, per poi sedermi su quella magnifica erbetta, poggiai la schiena alla pianta e m'immersi nella lettura...
#N/A
Salve a tutti, ho deciso di creare questa storiella per pura noia,
mi son messa a immaginare un luogo per poi descriverlo,
vi è piaciuto???
Kiss Kiss Fede