A pier, a guitar and the moon (COMPLETA)

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Ho deciso di unire sia la prima che la seconda parte della OS perciò, per chi già avesse letto la prima, può passare direttamente alla seconda parte (Day 2)

«Si era abituato a nascondere
quello che sentiva, a mostrarsi sempre calmo ed esteriormente
felice. L'autocontrollo gli stava crescendo sulla pelle ancora più
spesso della corteccia di un albero»

Erano le 7 di mattina di un caldo e afoso mercoledì d'estate a Brescia. Il sole aveva iniziato a sorgere velocemente, prendendo il posto della bellissima luna. La città iniziava a svegliarsi e il cinguettio degli uccelli venne presto sostituito dal rumore assordante del traffico dell'ora di punta, causato dallo spostamento di tutti i lavoratori che, dalla periferia della città, si dirigevano a suon di clacson e di bestemmie , verso il vero e proprio centro della cittadina.
Non tutti però si stavano recando a lavoro. Luglio infatti, per molti, è periodo di vacanze. C'è chi parte e va al mare o al lago, chi in montagna o a visitare una città; E poi c'era chi invece preferiva passare il proprio periodo di meritato risposo a casa, dormendo fino a tardi e oziando davanti alla TV , mangiando schifezze, cercando di uscire il meno possibile dalla propria abitazione, così da evitare il caldo nauseante tipico delle città del nord Italia. Einar aveva deciso di trascorrere le sue ferie proprio in quest'ultimo modo. Almeno, questo era quello che aveva inizialmente pianificato.

[...]

Einar stava dormendo beatamente da parecchie ore e non aveva nessuna intenzione ad alzarsi presto. Forse perché la sera prima era rimasto sveglio fino alla 2 di notte a recuperare tutte le puntate della sua serie TV preferita, che era stato costretto ad abbandonare subito dopo le vacanze di Natale a causa del poco tempo che il cubano possedeva. O forse perché aveva semplicemente bisogno di far riposare il suo corpo dal duro lavoro che egli svolgeva nell 'officina in cui lavorava da parecchi anni.
Il suo sonno venne però interrotto dall'incessante suoneria del suo telefono. Einar, con ancora gli occhi chiusi, allungò il braccio verso il comodino e prese a tastare alla cieca alla disperata ricerca del suo smartphone. Quando finalmente riuscì a captarlo, il cellulare smise di suonare ed Einar si ritrovò a dire nella sua mente i peggior insulti. Sbloccò comunque il telefono è noto che, oltre a quella chiamata, vi erano 10 messaggi, tutti inviati dalla stessa persona .

DA LULI💘✨:

«Einar»
«Ho una notizia bombaaa»
«stai ancora dormendo
«Eeeeeiiiinaaaaaaar
«SVEGLIATI CAZZO
«okay, mi stai evitando»
«5 minuti e sono sotto casa tua»
«vedi di farti trovare in piedi»
«probabilmente appena ti svelerò la notizia mi odierai a vita, ma who cares
«amami»

Luli era il diminutivo di Lucrezia, ovvero il nome della sua migliore amica. Aveva conosciuto la ragazza 4 anni prima, durante una lezione di chitarra. Einar, come sempre di fretta, era andato a sbattere contro la bionda, facendole cadere degli spartiti. Da quel piccolo scontro era nata una grande amicizia. Il cubano aveva ritrovato un poco di tranquillità grazie alla ragazza.
E fu proprio quella stessa ragazza a far alzare dal letto Einar, o forse meglio dire, fu il suo dito, costantemente premuto al campanello del piccolo monolocale del cubano, a far scattare il moro dalla sua comoda e confortevole branda.
Indossati i primi pantaloncini e la prima canotta che aveva incontrato sul suo cammino, il ragazzo dagli occhi blu si incamminò a passo decisamente troppo lento verso la porta di casa, non del tutto pronto a subire il "tornando Lucrezia". Non fece nemmeno a tempo ad aprire l'uscio della sua dimora che, immediatamente, fu investito dal profumo dolce e dalla voce squillante della bionda. Einar si trovò a domandarsi come fosse possibile che la ragazza fosse già così pimpante e attiva a quell'ora della mattina.
-Einar cos'è quella faccia scazzata e da funerale?! Oggi è una giornata magnifica. Non hai idea di cosa sia successo- Lucrezia disse quelle parole con talmente tanto entusiasmo, che Einar non poté fare a meno di sorridere, nonostante non avesse la ben che minima idea del motivo di così tanta gioia.

A pier, a guitar and the moon [Eiram OS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora