we will never be friends.

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Ancora stordita dalla super festa di ieri notte e dai miei che mi facevano la predica,eccomi qui 7:45 l'autobus come sempre è in ritardo e io con lui,la lezione inizierà tra meno di venti minuti,ed io sono ancora sulla fermata,con la mia musica ed una sigaretta che a tratti mi annebbia la vista.
È così strano che una ragazza che provenga da una famiglia così benestante debba prendere un bus per andare a scuola.
Finalmente è arrivato,e per miracolo sono arrivata in orario a scuola,un po spaesata cerco di incrociare lo sguardo della mia migliore amica,Lily
'Finalmente sei arrivata jamie!'
Sì,mi chiamo jamie un nome maschile,dato che i miei avrebbero voluto un maschio,ma invece eccomi qui jamie clifford,la ragazza più ricca della Harvard.
'Lil,i miei mi hanno sequestrato l'auto per un mese visto che sono tornata dalla festa di Micheal ubriaca fradicia.
Mi hanno detto che non ero sola,ma tu rimanesti li ricordi?'
'Oh,bhe io non ricordo con chi fossi.'
Rispose fredda Lily.
'Lil andiamo tanto non m'importa'
'Jamie davvero non lo ricordo.'
ribatte ancora,lei sapeva con chi ero ma non voleva dirmelo per qualche strano motivo,avrei voluto davvero insistere ma la campanella mi batte' sul tempo l'unica cosa che avrei voluto in quella giornata iniziata male e finita peggio,era stare nel mio letto a cercare di riprendermi completamente dalla sbronza della notte precedente.
Le sei ore infernali passarono ed io senza nemmeno guardarmi intorno sfrecciai fuori dalla classe dirigendomi verso quella fermata che avrebbe dovuto farmi compagnia per un mese intero,era tutto così strano,da quella sera tutti erano diversi con me,tutti più freddi,ma non avevo nemmeno il tempo di pensare a loro,dovevo far calmare a tutti i costi i miei per riavere la mia auto.
Secondo giorno seconda rottura di palle,seconda predica dai miei sul fatto che io sia stata un'irresponsabile immatura a guidare da ubriaca a quell'ora di notte,capi subito che quella predica sarebbe stato il mio buongiorno per tutto il tempo,così uscì di casa senza dar conto a loro.
Tutto uguale a ieri stessa musica,stessa sigaretta e stata fermata,aspettai per qualche minuto l'autobus quando ad un tratto mi sentii chiamare 'jamie clifford,la ragazza più ricca della Harvard'
Non avevo idea di chi potesse essere quel ragazzo,era abbastanza alto capelli color nocciola e occhi neri,con una pelle bianca come la neve e sulle guance dei piccoli puntini rossi che lo facevano sembrare quasi un bambino.
'Scusami?'gli feci io
'Hey J sei la ragazza più popolare della scuola,queste cose si sanno.'
Mi disse lui sorridendomi con area sarcastica.
'Ah,bhe io non ti ho mai notato.'
Risposi fredda,accendendomi una sigaretta.
'Lo hai fatto adesso'
disse porgendomi la mano
'piacere Jared.'
Pensai che il suo nome non mi era del tutto nuovo ma ero sicura di non averlo mai visto prima.
'Piacere mio'
gli dissi invadendogli il viso con una nube di fumo proveniente dalla mi bocca.
L'autobus era arrivato entrammo in fretta per poi ripartire subito,mi stette vicino tutto il tempo e una volta arrivati andò via lasciandomi sola in mazzo a più di mille persone.
Era strano quel ragazzo e io non volevo averci proprio acchefare con uno come quello,provai a cercare Lily ma era sicuramente già in classe,dato che odiava fare tardi a lezione.
Odiavo quella scuola e odiavo tutti quelli che ne facevano parte ad eccezione di Lily ovviamente.
Ero davvero stanca di tutto questo casino con i miei genitori,non solo per l'auto,ma io per loro ero sempre stata una figlia modello,e non si sarebbero mai aspettati una cosa simile da me.
Decisi di non andare a lezione,almeno per la prima ora,così rimasi seduta a terra a fumare una sigaretta e pensare.
Delle Timberland si avvicinarono a me e alzando lo sguardo capi che si trattava di Jared.
'Cosa?una ragazza così ricca e popolare da sola?'
Disse sedendosi di fianco a me.
'Bhe adesso a quanto pare questa ragazza non è più tanto sola'
Gli dissi senza nemmeno guardarlo e continuando a fumare.
'Sei solo una stupida ragazza ricca con un bel fisico' mi disse aspirando la sigaretta che avevo tra le due dita.
Non capivo perché lui ce l'avesse tanto con me,lo conoscevo solo da qualche ora.
'Cosa ti fa credere questo?'gli dissi inarcando le sopracciglia
'So più di quanto tu creda sul tuo conto' disse ridendo appoggiando la testa all'indietro sul muretto cacciando via il fumo dalla bocca.
'Mi parli come se fossi un mio amico,o una persona che conosco,cos'hai contro di me?'
'Niente' ribatte lui mentre si alzava e andava via da me.
Non capivo cosa lo spingesse a fargli provare così tanto odio contro di me,e come facesse ad essere così sicuro di ogni sua singola parola sul mio conto.
Lo studiai mentre si allontanava da me,ad un tratto si fermò e mi disse.
'Ah e ricorda,noi non saremo mai amici.' Disse lui.
E mille domande senza risposta mi travolsero.

7:45 || crookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora