Soundless scream

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Appena i rumori si fermano, prendo per i capelli Imlach e la tiro fuori dall'acqua
Tutta bagnata, come me d'altra parte, si comincia a strofinare gli occhi velocemente e a respirare con la bocca aperta.

"Rigel! Un orco è più delicato di te!"mi grida contro.

Io faccio finta di non ascoltarla, togliendo le mani dai suoi capelli e scuotendo la testa per far sparire le goccioline che scendono dai miei capelli inzuppati.
Più tardi, giro lo sguardo verso la terza nave, ormai inesistente.
Intorno a me vedo girare pezzetti di legno e dall'alto posso percepire la caduta della cenere.
Se prima provavo freddo, ora mi sembra di bruciare.
Il mare è ormai diventato una pozza di sangue.
Sangue non rosso e vivo, ma nero e denso.
Mi guardò intorno senza parole.
Io ho ucciso tutte quelle cose.
Sono stata talmente spietata per la paura che potesse succedere qualcosa alle persone che conosco.
Cosa ancor più strana è che io ho sterminato la maggior parte di quei mostri.
Io, da sola.
Potevo morire, ma non è successo, stranamente.
Ma soprattutto ho deciso di farlo per delle persone a cui voglio bene.
Mi sembra abbastanza.

Imlach mi tira per un braccio e io mi volto verso lei.
Non sta guardando nella mia stessa direzione: guarda verso la spiaggia, dove c'è vita, dove ci sono volti a me noti.

Girandomi, mi dirigo fino al limite della cinta di mura.
Non ho intenzione di passare di nuovo le cinta di mura.
Il dolore indescrivibile che ho provato è bastato per dieci volte.

Fisso, tra tutte, una persona in particolare: Ingwë.
Sul suo viso compare un sogghigno.

"Ottimo lavoro, Calien." Poi, spostando il viso e rivolgendosi alla folla domanda: "Non credevate anche voi di dover fare un bel funerale?"

La gente scoppia in un risolino sforzato.
Il suo regno è peggio di una dittatura.

"Comunque..." continua, stavolta parlando con me.
"I patti sono patti. Ora, chiunque è libero di andare verso la Terra di Mezzo. Andate!" ordina.

Io spalanco il mio sorriso quando noto che un centinaio di persone stanno già venendo fuori dalla massa e, in passi che sembrano danza, si stanno dirigendo verso il limite del mare.

Uscite, le persone , come successo a me, si piegano in due dal dolore, urlando in modo alieno.

Provo pietà per loro: per inseguire la morte con me, nella Terra di Mezzo, devono persino provare dolori così forti da desiderare di non esser mai esistiti.

Finite le urla, si sdraiano sull'acqua, in attesa che il loro corpo si abitui al cambiamento.

Intanto, Ingwë ride.

"Guardie!" Urla.

Una fila di elfi, vestiti con coperture di ogni tipo e con spade da far invidia a Narsil, si fa spazio in mezzo alla folla e si avvicina a Ingwë, aspettando gli ordini.

Io li fisso corrucciata e confusa.

"Prendete Gimli, Gandalf, Frodo e Legolas. Voglio che siano giustiziati sotto i miei occhi"

Io spalanco gli occhi, più per la rabbia che per la sorpresa.

"Nadorhuan! Avevi promesso."
Vile cane!

Alle mie parole si gira, piuttosto annoiato, fatto che mi fa innervosire ancor di più.

"Io ho promesso che chiunque avesse voluto avrebbe potuto andarsene, ma non ho mai detto che io, se avessi potuto, non avrei fermato nessuno." Mi annuncia sempre ridendo.

Vedo le guardie correre a prenderli e, purtroppo, essendo molto più numerosi di loro, riescono a catturarli senza nessuna fatica.

Li squadro uno per uno.

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