24. Rabbia Rossa

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Come c'era da aspettarsi, Ron evitò Leanne per tutto il weekend. E per quello dopo ancora.

Hermione, Ginny e Lavanda le ripetevano di non demordere, che prima o poi sarebbe riuscita a bloccarlo per parlargli.

Ma per Lea non c'era già più niente da fare.

— No, basta, ho chiuso con Ronald Weasley: non vuole parlarmi, vedermi? Eccolo servito, ditegli pure che per lui non esisto! — sostenne infuriata.

Se ne andò sbattendo la porta, e le tre amiche sussultarono. Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Ginny sussurrò minacciosa: — Se lo prendo, lo strozzo con le mie mani: e non m'importa che sia mio fratello! —

Uscì anche lei a passo svelto e, dandosi un'occhiata, Hermione e Lavanda si misero d'accordo tacitamente per andare a placarla o, per il piccolo della casa Weasley, sarebbe stata la fine.

— Gin, vedi di darti una calmata! —

Sentirono le urla ancora prima di arrivare.
Ripensando a quando c'era Lea al posto di Ron, la riccia non fece a meno di pensare che la sua cara amica rossa si ritrovasse sempre in mezzo a litigare.

— Dattela tu una calmata e rispondimi, invece di sviare il discorso: perché sei così stupido da lasciarti scappare una ragazza come Lea? —

Quando arrivarono finalmente alla fine delle scale, entrando così nella sala comune, affiancarono Ginny per intervenire in qualsiasi momento vi fosse bisogno.

— Io non sono stupido e non mi sto lasciando scappare niente! Sto aspettando il momento giusto... — cercò di spiegare il fratello, ma venne subito interrotto da quella belva della sorella.

— Il momento giusto? Datti una svegliata, Ronald, il momento è appena passato visto che Lea non vuole saperne più di te ormai! Te la sei fumata la tua opportunità, mi dispiace. Anzi, forse no, perché così forse ti renderai conto dell'idiozia che hai fatto! —

Ron ammutolì di colpo e la guardò con gli occhi sgranati.

— C-cosa vuoi dire con Lea che... —

— Quello che hai appena sentito, testa di rapa! Mi ha detto di dirti che per te, lei non esiste più, quindi puoi anche cominciare a disperarti. —

Il rosso sembrava sconvolto, per non parlare dei presenti che avevano assistito alla scena.
C'erano anche Fred e George: quest'ultimo, aveva smesso di masticare improvvisamente una Cioccorana, mentre il primo guardava Hermione. E non in modo molto amichevole.

"Cos'è successo adesso?" si chiese la riccia, ma smise di pensarci quando vide Ron correre via, dicendo che doveva trovare Leanne e parlarle.

— Finalmente ci è arrivato! — esclamò Ginny, poi, voltandosi verso il "pubblico" disse: — E voi che avete da guardare? Non avete altro da fare, non so, magari studiare visto che siamo in una dannata scuola? —

Herm la prese per un braccio e la tirò da parte insieme a Lavanda.

— La vuoi smettere? Sembri Fuffy quando Hagrid si scorda di dargli da mangiare! Dovresti darti un contegno, oppure fare un po' di yoga così, per rilassarti. E poi non puoi trattare così tuo fratello, lo mortifichi ogni volta! —

La rossa sbuffò. — Yoga? È una cosa che si cucina e poi si mangia? Comunque hai ragione, ma è più forte di me: quando mi fanno arrabbiare è come se si accendesse un fuoco dentro di me e non riesco a spegnerlo facilmente. Mi dispiace di urlargli sempre contro, ma alla fine ha funzionato: gli ho fatto una bella strigliata e adesso è andato a cercarla. —

— Speriamo per il meglio... — sospirò Lavanda, poi fissò il suo sguardo su Hermione.

— A cosa stai pensando? —

— A Fred — rispose l'altra instintivamente.

Lav e Ginny si scambiarono un sorriso.

— Mi guarda in modo strano: deve essersi arrabbiato per qualcosa. —

— Perché? Che hai fatto? —

— Che io sappia, niente. Devo andare a parlargli. —

Si avviò verso il fondo della stanza, per andare dal suo migliore amico e non aveva neanche detto una parola che lui sbottò: — Che vuoi? —

La riccia lo guardò con sorpresa. Non le aveva mai parlato così prima d'ora.

— Ehi, non hai dormito bene stanotte? Niente sogni d'argento e ti sei svegliato con la luna storta? — cercò di metterla sullo scherzo ma, evidentemente, non funzionò.

— Lasciami in pace — rispose prima di andarsene.

Hermione rimase di stucco, poi si voltò verso George.

— Ho fatto qualcosa di male? — chiese avendo un brutto presentimento.

— Ci sono delle voci — disse il rosso con tono duro.

— Voci? Quali voci? —

— Chiacchiere di corridoio, per così dire. —

— E cosa c'entrano con me? —

— C'entrano eccome. Perché sono iniziate proprio da te. —

La riccia lo guardò senza capire.

— Io non ho messo in giro nessuna voce! E chi meglio di voi dovrebbe sapere che se c'è una cosa che odio, è proprio il gossip? —

George le restituí lo sguardo e anche se vacillò per un minuto, disse: — Stavo quasi per crederti. —

Detto questo, se ne andò anche lui.

Hermione aprì la bocca per dire qualcosa, ma la chiuse subito dopo.

Era fin troppo surreale ciò che stava accadendo.
Ed era determinata a scoprire di cosa diavolo si trattasse.

Fred & HermioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora