Warriors

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13 Dicembre 1993

h.11 p.m

È una notte di luna piena.

Londra, come sempre in questo periodo vicino al natale, è una delle città più trafficate.

Chi in giro per i regali, chi semplicemente a visitare la città, chi a trovare i parenti e poi c'è semplicemente svolge le stesse attività tutto l'anno.

Esattamente come Jack, il povero senza tetto che torna sempre nel suo vicolo, vicino alla spazzatura per dormire e se è fortunato trova qualcosa da mangiare, nel retro del ristorante li vicino.

Odia il natale, ma non la festa di per sé, di quella non gli importa niente, è il freddo che c'è in quel periodo che odia.

Ma quella sera Jack tornando al cassonetto sente muovere e inizia a imprecare, "Albert, Albert", inizia a gridare.

"Albert, quante volte ti devo dire di andare a dormire da un'altra parte.", intanto si avvicina per scuotere, il suo vecchio amico di strada.

Ma c'è qual cosa di strano quello non è Albert, sposta la coperta che c'è e rimane sorpreso quando davanti a lui trova 5 bambini molto piccoli.

Nota che ognuno di loro, sulla coperta che li avvolge, hanno un biglietto con nome e data.

"cazzo sapevo che qualche fottuta cagna butta i figli nel cassonetto, ma cinque? E adesso che cazzo faccio con voi?"

Il primo pensiero che ebbe Jack e di spostarli in un altro vicolo e mettersi a dormire.

Successivamente pensa che se nessuno gli avrebbe trovati probabilmente sarebbero morti e se cosi non fosse, buon per loro.

Ma non avrebbe voluto sulla coscienza, cinque mocciosi morti.

Cosi semplicemente prese il suo carrello dove ci infilò i bambini e li porto allo sportello per abbandonare gli orfani più vicino.

12 Febbraio 2006

Mullingar, Westmeath, in Irlanda.

Dalla cucina si sente Maura, la madre di Niall,"Piccolo sei pronto per andare dalla nonna?".

Maura era troppo impegnata a confezionare la torta per notare che Niall non gli aveva risposto.

In quel momento il ragazzo, non riusciva neanche a muovere un muscolo, era strano, era bloccato.

Neanche le iridi degli occhi riusciva a muovere.

Era davanti alla finestra, sentiva tutto cosi amplificato, tutto rimbombava nella sua testa senza però distinguere i rumori da dove provenivano, la televisione andava, le macchine fuori, gli sembrava di sentire perfino ridere il bambino che giocava in fondo alla via.

E fissava fuori, senza riuscire a distogliere quel casino dalla sua testa, senza distinguere veramente cosa stava fissando.

Sente una mano sulla spalla che lo scuote "Niall, tutto ok??" esattamente in quel momento cessa tutto il casino, si gira e vede sua mamma preoccupata.

"si mamma." "ti ho chiamato ben cinque volte", il ragazzo abbassa la testa a disagio, "scusa mamma, stavo pensando".

Maura rivolge un sorriso radioso a sua figlio " oh tesoro, non avrai incontrato la tua prima fidanzatina", ovviamente il tono era molto scherzoso, ma Niall rosso in faccia con tono arrabbiato prega sua madre di smetterla.

Quella notte Niall non riuscì a dormire, sentiva ancora i rumori da tutte le parti.

Passo cosi una settimana, un mese.

15 Marzo h 2.38 a.m

Niall sentiva le macchine fuori che passavano, come se gli passassero accanto.

Si agitava nel letto, sentiva i vicini urlare, a quel punto non sapeva se gli davano fastidio le urla o le macchine.

Apri gli occhi di scatto nervoso, ma si spavento quando vide un qualcosa di strano volargli davanti alla faccia era marrone brutto.

Chiuse gli occhi e li strizzò.

Quando li riapri non c'era niente.

Era sicuro che quello che aveva visto, assomigliava a uno di quei cosi che c'erano nel suo libro di scienze.

Ma si dava dello stupido, quelle cose non si vedevano da occhio nudo.

20 marzo h 3.58 a.m

Un'altra notte in bianco.

Guardava fuori dalla sua finestra nervoso.

Era cosi nervoso e quel lampione fuori che continuava a spegnersi e accendersi gli dava ancora di più sui nervi.

Si era talmente concentrato su di lui, che si spaventò quando vide il lampione scoppiare danti ai suoi occhi.

E il suo stato d'animo cambiò in un attimo da arrabbiato a scioccato.

16 Febbraio 2006

Wolverhampton, West Midlands

h.10.17

Sono finite da circa un mese le vacanze; come ogni buon studente ognuno è a scuola che segue il suo corso.

Liam in questo momento si trova al suo corso di chimica.

Questa è sempre una materia che lo ha affascinato, ma un po' come tutte le materie, per avere solo dodici anni, non ha mai deluso i suoi genitori.

Porta sempre voti alti a casa e spesso i suoi genitori si chiedono come faccia.

Si studia e loro lo aiutano.

Ma il punto è che passa tante ore a guardare i film dei suoi eroi preferiti che le ore di studio non si compensano con i suoi voti.

Anche se era molto bravo e ben educato, non era il classico bambino da mettersi al primo banco.

Quel giorno il suoi professore stava spiegando cosa possono fare degli agenti chimici messi insieme.

Il ragazzino, per quanto gli piacesse la materia era tremendamente annoiato.

Non volendo fece cadere una delle boccettine, che il suo professore aveva posto davanti ad ogni alunno.

Liam sapeva quanto era severo il prof, anche se lui personalmente non era mai stato soggetto alle sue cattiverie, ma era comunque il panico

Stava pensando come risolvere il danno, non sapeva se alzare la mano per dire al prof del danno.

Il docente alzò lo sguardo verso gli alluni e fu in un attimo che il professore iniziò a camminare tra i ragazzi verso la direzione di Liam.

Il ragazzino era preso come da un attacco di panico mentre guardava il prof avvicinarsi, fu questione di secondi, con il dito indicò il liquido verso la boccetta e rientro dentro come se nulla fosse.

Era scioccato e non si accorse che il professore lo sorpasso per andare a ritirare il disegno che stava facendo il suo compagno non prestando interesse alla lezione.

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