Il fiume era immobile, l'acqua tersa e immobile, dal bosco provenivano cinguettii e altri rumori di selvaggina. Il sole era al crepuscolo e la calma regnava nella vallata, una leggera brezza frusciava tra i pini in armonia con tutta l'atmosfera. L'acqua iniziò a muoversi ed il terreno a tremare, dapprima il tremare era leggera, ma poi aumentò a dismisura, alcuni alberi cadevano altri, più vicini, presero fuoco o iniziarono ad emettere fumo. Dopo qualche minuto, l'acqua del fiume, evaporò in parte, la terra si spezzò in due, dai meandri della terra emerse, all'inizio salì una punta nera grigiastra larga come un albero, Dalla fenditura scaturirono scuri vapori dall'odore acre, la puzza di zolfo si sparse per la foresta dando fuoco ad animali e cespugli, la "cosa" emerse totalmente. Era un'immensa canoa nera e marrone, con un palo nel mezzo che spiccava tra gli alberi, da questa scese una creatura. Alta circa tre metri, incappucciata con un mantello nero che lo copriva interamente, le maniche lunghe fino quasi alle ginocchia, una cintura grigia alla vita, che stringeva la veste. Il sole era oscurato da pesanti nuvole rosso sangue, i tuoni sferzavano l'aria colpendo alberi e animali, dal fondo del bosco uscì una creatura alta mezzo metro con i capelli argentei. In testa un cappuccio verde, indossava un vestito grigio e verde adornato di foglie, sulla schiena portava un manico di spada con l'elsa color avorio e l'impugnatura nera e argento. Sulla cintura teneva una piccola spada sottile, lunga non più di venti centimetri, brillava e luccicava anche senza luce, l'immensa creatura si tirò indietro di una decina di metri. Dalla terra emersero cinque esseri terrificanti simili a corpi putrefatti che si trascinarono avanti verso il piccolo essere, questo posto la mano pallida alla cintura ed estrasse una manciata di palline color terra minuscole, le scagliò contro i mostri, queste presero fuoco a mezz'aria ed esplosero non appena colpirono i corpi distruggendoli. Uno solo sopravvisse, era più grosso degli altri, avanzò per qualche metro fino, altre palline esplosive gli si abbatterono contro senza danneggiarlo per nulla. Il portatore di spada gli saltò in testa con prodigiosa destrezza e gli conficcò la minuscola arma in testa, continuò così una, due, tre volte e andò avanti finchè il suo avversario non smise di cercare di disarcionarlo e collassò al suolo. L'uomo incappucciato avanzò di nuovo, dalle lunghe maniche estrasse una lunga spada di fiamme cremisi, la calò sulla creaturina, che si buttò di lato schivandola e facendola conficcare nel terreno. Strisciò la spada di nuovo, sta volta a lato, ma l'esserino la schivò nuovamente saltando. Prese il manico che portava sulla schiena, da questo si materializzò una spada di fiamme nere e viola che andò a scontrarsi contro la spada dell'essere infernale, dallo scontro delle due magiche lame scaturirono fiamme, fumi ed esplosioni. La personcina fatata riuscì finalmente a colpire il suo avversario ad un fianco, questo emise un urlo soffocato e straziante, poi si accasciò a terra ed il mantello si sgonfiò. Tutt'intorno alla valle risuonò una risata malefica e compiaciuta, enormi artigli neri e porpora fuoriuscirono dalla fenditura nel terreno tenendola aperta da tutti e due i lati, poi una testa di drago, immensa, scarlatta con gli occhi pervasi di odio e di fiamme. Poi uscì completamente, le ali enormi, la coda lunghissima che terminava con una punta nera, il dorso ricolmo di tre file di spine nere, le ali si erano distese nel cielo e le possenti