Capitolo 14

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Mika POV.
Oggi mi dovevo infiltrare nel locale, c'era qualcosa di sospetto. Va bene che il lunedì era il giorno di chiusura ma mai in precedenza avevano sprangato il locale per questo.
In più vedevo entrare e uscire un sacco di persone con la divisa degli 'Uomini in Bianco' e soprattutto vedevo un sacco di 'vampiri', in entrambi i sensi della parola.
Ora però dovevo trovare come, entrarci così com'ero era fuori discussione, mi avrebbero sgamato subito. L'unica opzione era soatituirmi a qualche membro. Non era un impresa impossibile, infondo io ero uno di 'loro'. Ahimè ero stato trasformato dall'assassino dei miei genitori. Invecchiavo normalmente solo perché mi rifiutavo di cibarmi di sangue umano.
Adocchiai un ragazzo dalla corporatura simile alla mia, era lontano dall'ingresso del locale, la preda perfetta, sembrava anche un pesce piccolo quindi nessuno avrebbe fatto caso alla sua assenza.
Mi avvicinai a lui da dietro e appena ne ebbi l'occasione lo trascinai in un vicolo, poi con una rapida mossa lo morsi e li prosciugai di tutto il suo sangue. Un pochi minuti cadde ai miei piedi, morto.
Avevo preso due piccioni con una fava, avevo il mio biglietto d'ingresso alla festicciola dei vampiri e mi ero civati, cosa che non facevo da un bel po'di tempo.
Una volta entrato trovai il locale vuoto e perfettamente in ordine, nessuno in vista di quelli che prima di me erano entrati. Poi intravidi qualcuno scendere delle scale che molto probabilmente portavano ai sotterranei.
Il corridoio che percorsi era il più macabro che avessi mai visto, sembrava di essere tornati nel Medioevo, pareti costruite con grosse pietre, ammuffite e illuminate da alcuni piccoli candelabri appesi alle pareti.
Il lungo corridoio era tutto in discesa e lungo esso si aprivano una ventina di porte, molte erano celle altre erano vere e proprie stanze delle torture. Quest'ultime erano addirittura ancora sporche di sangue fresco, segno che qualcuno doveva averle usate di recente.
In una intravidi una grossa ruota piazzata al centro della stanza, al fianco di questa vi erano un manganello e una Brathgag. Mi vennero i brividi solo al pensiero di cosa ci avessero fatto con quell'affare.
Arrivato alla fine del corridoio trovai ad aspettarmi un enorme portone in legno.
Una volta varcato questo mi ritrovai in un piccolo anfiteatro.
Per farmi notare il meno possibile mi attaccai al muro di fondo, tanto la visuale era buona anche da lì.
Ora non mi restava altro da fare che aspettare che lo spettacolo iniziasse.
Erano circa le 16 e il posto era già quasi del tutto pieno, sperai di non dover aspettare molto.

Yuū POV.
Sette e trenta spaccati era di nuovo dentro a quello studio, ancora gonfio del loro sperma e con i 'vestiti' a me dati il giorno prima, come da richiesta.
Ovviamente Urd era già li ad aspettarmi.
<<il lavoretto di ieri sera non è ancora finito, mi sono interrotto perché temevo di rompere il mio giocattolo preferito>>
In men che non si dica mi ritrovai sbattuto al muro con una gamba sollevata sopra la sua spalla e il suo cazzo dentro di me, con il dildo ancora dentro. Iniziò a muoversi subito con potenza e non pienamente soddisfatto azionò anche la vibrazione.
Nonostante la doppia penetrazione ero in estasi. Nelle ultime ore ero stato scopato così tante volte che piano piano la mia lucidità stava andando a farsi fottere anche lei.
Dopo un po' iniziò a venirmi dentro a ripetizione, una, due, tre volte. Alla quinta si stufò della posizione corrente e decise di cambiarla, così uscì da me e io ebbi un attimo di pausa. Per reggersi in piedi mi appoggiai al muro e mi guardai, se all'inizio la mia pancia sembrava quella di uno che aveva mangiato troppo ora sembrava quella di una madre al quinto mese di gravidanza. Stavo ancora riflettendo si questi particolari quando vidi la mano di Urd andare ad estrarre il dildo.
<<vedi di non farti scappare niente, neanche una goccia>>
Così mi contrassi il più che potevo.
Poi ritornai con lo sguardo a Urd, notai che si rigirava il dildo fra le mani, non sapendo cosa farsene, quando infine mi guardò sorrise e con molta poca delicatezza me lo ficcò in bocca.
<<almeno non rischio che mi vomiti tutto lo sperma>>
Poi si allontanò per andare a prendere qualcosa, quando fu tornato mi levò la parrucca e andò ad aggiungere una mascherina di metallo che sembrava essere stata fatta apposta per agganciarsi alla base del dildo. Questa si fissava alla mia testa tramite alcune fasce di cuoio, due che mi passavano sopra le orecchie e due che poi diventavano una che partivano ai lati del naso e si unificavano sopra di esso per poi cingermi la testa e andare ad agganciarsi insieme alle altre due a un moschettone alla base della nuca.
Quando finalmente ebbe le mani libere mi afferrò le gambe sotto le ginocchia e mi sollevò all'altezza del suo bacino e mi calò nuovamente sul suo pene, per muoversi in me iniziò a muovere il bacino limitando i movimenti delle braccia allo stretto indispensabile. Le miei braccia rimasero penzoloni lungo il corpo, a rimbalzare a ogni suo movimento.
Inoltre stava sorgendo un grosso problema, mi stavo eccitando.
In quest'altra posizione Urd venne un altro paio di volte, ora la pancia iniziava seriamente a farmi male, quasi come quella volta con Ferid e le maledette palline.
Ricambiò per l'ennesima volta posizione, si era stancato di tenermi in braccio, così (ovviamente rimanendo dentro di me) spostò le sue mani sui miei fianchi e lasciò cadere le mie gambe, che data la differenza d'altezza rimasero a penzoloni. Non avendo più una base per tenermi in equilibrio e rimanere quindi col busto eretto anche la mia schiena cedette e mi ritrovai praticamente ad arco, questa posizione faceva male. Quando affondava la pancia mi tirava e rimbalzava. Poco dopo mi venne il fiato corto, poiché la mascherina mi impediva una corretta respirazione.
In quella posizione tutto il sangue mi stava affluendo alla testa.
Per la milionesima volta venne dentro di me, stavo iniziando a perdere il conto di quanto era venuto.
Stavo letteralmente impazzendo.
Poi quando si fu stufato anche di questa posizione mi mollò a terra, facendomi sbattere la testa al suolo.
<<ora rimettiti a 90>>
Ancora mezzo stordito per la botta iniziai ad alzarmi anche se con molta fatica, appena fui in posizione rientrò in me e mi diede l'altro comando, quello più strano, mentre mi prendeva le braccia per entrambi i polsi.
<<ora aggancia le gambe al mio bacino, sarà divertente>>
Appena lo ebbi fatto iniziò a darsi poderose spinte con le gambe e di conseguenza anche le anche iniziarono a spostarsi e mentre affondava mi tirava per le braccia.
Tutto quel movimento, su e giù, avanti e indietro, mi stava veramente tornando su tutto quello che quei due mi avevano messo dentro, se non fosse stato per quello che Urd mi aveva infilato in bocca ora sarebbe tutto sul pavimento, però a suo favore va detto che era veramente eccitante (cacchio ero propio andato).
Poi ogni volta che veniva mi tirava le braccia all'inverosimile facendomi inarcare la schiena in modo innaturale.
La mia mente era andata in totale black-out e il mio amico li sotto richiedeva attenzioni.
L'ultima volta che mi venne dentro fu la più violenta, mi fece passare il pancione da madre al quarto mese a madre all'ottavo mese. I miei occhi erano pieni di lussuria, il respiro era corto.
Quando si fu svuotato completamente mi lasciò le braccia e io staccati le gambe dalla sua vita crollando a terra, di nuovo a carponi con il culo all'aria, tutti i muscoli contratti.
Poi sentii per l'ennesima volta qualche oggetto entrare in me, questa volta(ne ero certo) fu un buttplug, di sicuro inserito per bloccare ogni possibile fuoriuscita, che venne bloccato dalla chiusura di tutte le fibbie.
La cosa che fece in seguito mi stupì non poco, mi issò sulla sua spalla a sacco di patate. Mi aspettavo un ordine del tipo <<alzati e seguimi>> o roba simile. Probabilmente aveva fretta.
Così messo mi stava comprimendo tutto lo stomaco.
La mia mente era ancora spenta per pensare a qualsiasi cosa, ma il mio istinto mi diceva che a breve niente di buono sarebbe successo.
La stanza in cui mi portò sembrava quasi una sala da parto da com'era arredata.
Era completamente fatta di mattonelle lucide bianche e al centro c'erano degli strani macchinari e una sedia da parto.
Fui sbattuto proprio su quest'ultima.
Le braccia mi vennero bloccate ai braccioli da spesse cinghie di metallo.
Finito di bloccarmi i polsi passò ad altro.
Mi vennero divaricate le gambe e bloccate agli appositi appoggi, questa volta con delle cinghie di cuoio, sia alla caviglie che hai polpacci.
<<sai mi dispiace doverlo fare ora, sei bellissimo così messo, così pieno di me, ma purtroppo a breve abbiamo un importante cerimonia, quindi dovremo toglierlo e conservarlo per la prossima occasione, per ciò preparati a trattenere ogni cosa>>
Ok, ciò che mi era stato appena detto non prometteva niente di buono. Cosa voleva dire con "abbiamo una cerimonia"?
Ahimè le risposte me le avrebbe date solo il tempo.
Appena fu tolto il butt-plug mi contrassi al massimo, ma non passo molto che questo fu sostituito da qualcosa di più piccolo e cavo. Ora a trattenere tutto c'era solo la mia forza di volontà.
Questo nuovo oggetto dentro di me era abbastanza flessibile da riuscire a muoversi in me e inoltrarsi in profondità, molto in profondità. Lo sentivo risalire fino alla bocca dell'intestino. Ma non si inoltrò in questo.
Finito il suo percorso si allargò di colpo facendomi sussultare.
Ero ancora concentrato sulla cosa dentro di me quando Urd andò ad azionare uno di quegli strani macchinari accanto a me. Sentii subito qualcosa iniziare ad aspirare tutto lo schifo che avevo dentro. Questo processo era davvero orrendo, il macchinario era talmente potente che mi pareva che pure le mie viscere venissero risucchiate.
Quando alle mie orecchie giunse uno strano rumore e una sensazione di vuoto mi pervase capii che il lavoro di quell'aggeggio era terminato.
Infatti il tubo fu selvaggiamente estratto e io potei rilassarmi.
<<ora mentre io vado di la a preparare il tutto tu ti svestitsvesti e poi mi raggiungi>>
Appena mi ebbe liberato se ne andò, aspettai qualche minuto prima di alzarmi, dovevo ritrovare la mia lucidità.
Quando fui completamente nudo raggiunsi Urd.
La stanza in cui mi ritrovai era completamente diversa da quella adiacente, sembrava un vecchio scantinato, dal soffitto pendevano un paio di catene e un'altro paio era fissato al suolo .
Vagai con lo sguardo alla ricerca di Urd e lo trovai appoggiato a un muro di fianco a una cavità semicircolare ricolma di carboni ardenti dalla quale spuntavano diverse sbarre d'acciaio.
Mi paralizzai sul posto. Non potevo credere a ciò che i miei occhi vedevano, non poteva fare sul serio.
Ancora perso nei miei pensieri non sentii l'ordine di Urd e in poco tempo mi ritrovai sollevato dal suolo di una buona decina di centimetri e con una mano a serrarmi la gola.
<<ragazzino odio ripetermi>>
Farfugliai delle scuse mentre disperatamente cercavo di liberarmi dalla sua presa, alla disperata ricerca d'aria.
<<piazzati al centro, ORA! >>
Mi aveva praticamente urlato in faccia e poi scaraventato al suolo.
Una volta al centro, dove voleva lui, non passò molto perché le gelide manette fossero agganciate ai miei polsi e alle miei caviglie. Erano messe a un altezza tale che tutto il mio corpo fosse teso, ma non all'inverosimile, semplicemente mi impedivano ogni movimento.
Se prima il mio sguardo era perso, vacuo e terrorizzato, ora era ricolmo d'odio. Con questo la mia sopportazione era arrivata al limite, e volevo trasmetterglielo, nonostante non avessi alcuna possibilità di ribellarmi.
<<oh oh oh Yuū-chan mi piace quello sguardo>>
Mi stava palesemente prendendo per il culo.
<<odiami quanto vuoi... ne sarò solo felice>>
Se fosse stato possibile probabilmente ora i miei occhi starebbero bruciando dalla rabbia.
<<comunque oggi è il tuo diciottesimo compleanno, auguri Yuū-chan! Ora sei ufficialmente pronto per diventare la mia cavia personale, tempo fa avevo iniziato un rituale sperimentale ma per poterlo termine dovevo aspettare che il tuo corpo si sviluppasse, così l'ho interrotto e ho modificato le tue memorie. Ora per ridare inizo al rituale ci sarà bisogno di porre alcuni marchi su di te. Ma questi non sono gli unici marchi che avrai, tu d'ora in poi sarai la mia dama di piacere ufficiale e in quanto tale ti devo porre il mio marchio per sottolineare che tutto di te mi appartiene e lo farò in un posto assai evidente. Ora ritornando al rituale, questo serve a invocare un demone, anzi non un demone qualsiasi, io voglio evocare Satana in persona, fargli possedere un corpo e confinarlo al suo interno in modo da poterlo sfruttare a mio piacimento, ora l'arma da sempre usatancontro i demoni è la croce quindi e uno dei numeri sacri di Dio è il 3, questo per renderti partecipe. Concludendo l'ultimo marchio che andrò a farti ora è un enorme croce ribaltata sulla schiena, le altre due che farò in seguito saranno sui polsi. Tutto chiaro? Bene possiamo iniziare allora>>
Mentre diceva le ultime parole le disse iniziando a strofinarsi le mani per l'eccitazione.
Io ero rimasto sconcertato dai suoi piani invece, ma non avevo intenzione di arrendermi e cedere così facilmente il mio corpo al primo demone che capitasse, NO!
Avrei trovato un modo per controllare il demone e rovinare tutti i suoi piani.
Mentre architettato congetture su congetture Urd si avvicinò alla fornace e afferrò il manico del primo marchio, che risultò essere un enorme croce incandescente. Strinsi immediatamente i denti e appena mi fu alle spalle iniziai a trattenere il respiro, non volevo emettere il minimo suono, non gli avrei dato anche quella soddisfazione.
Quando il ferro rovente venne a contatto con la mia schiena strabuzzai gli occhi e buttai la testa all'indietro nel vano tentativo di inarcare la schiena e spostarla così da quel coso.
Il ferro rimase in posizione per una decina di secondi prima di staccarsi e permettermi così di riprendere fiato.
<<così però non c'è divertimento, le tue urla sono così belle, vedi di farmele sentire>>
Se lo poteva scordare pensai subito ancora intento a riprendermi, se non ci fossero state le catene sarei già crollato al suolo.
Cosa che feci appena queste furono sganciate.
Ora mi stava guardando dall'alto in basso e mentre lo fissato con i miei occhi ricolmo di ira lo vidi fare un gesto con la mano per far entrare nella stanza tre strane persone.
Vestite con lunghe toghe bianche, incappucciati e il volto coperto da delle maschere nere dal lungo becco.
Una portava in spalla un enorme croce, la seconda invece stringeva tra le mani dei lunghi chiodi e un martello, la terza era invece l'unica senza niente.
La croce venne posizionata proprio alle mie spalle e l'uomo a mani libere si apprestò a prendermi e a bloccarmi alla croce, fu aiutato subito anche dal primo.
Mi avevano afferrato le braccia e le avevano distese sui bracci della croce.
Fu allora che si avvicinò anche il terzo, questo posizionò il primo chiodo esattamente al centro della mia mano e con un unico colpo lo pianto dentro. Stesso procedimento seguì per l'altra mano.
Questa volta non potei evitare di urlare.
Era arrivato a crocifiggermi, la sua follia non aveva limiti.
Una volta che mi ebbero allinearono i piedi alla base della Croce in cui vi era un'altra sporgenza in legno, abbastanza grande da ospitare tutta la lunghezza dei miei piedi, questi furono inchiodati, pure questa volta non potei non urlare e insieme alle urla mi scappò una lacrima.
<<bene ora gli ultimi ritocchi e finalmente saremo pronti per il rituale>>
Già, aveva ragione, le mie pene erano appena iniziate.
Quando Urd aveva iniziato a parlare i tre tizi mascherati si erano dileguati nel nulla.
Di nuovo soli, ora avrebbe finito il lavoro, mancavano ancora tre marchi.
Infatti estrasse dalla fornace un'altro marchio, questa volta più piccolo ma sempre a forma di Croce e andò a marchiarmi entrambi i polsi.
Non urlai, anche se dai miei occhi continuavano a sfuggirmi piccole lacrime.
Il mio corpo era davvero al limite.
<<cavolo Yuū  speravo così tanto di riuscire a sentire la tua splendida voce continuare ad urlare... mi deludi nuovamente>>
Lo guardai con sguardo gelido e inespressivo, non avevo più neanche la forza per odiarlo.
Al mio sguardo sbuffò e andò a prendere l'ultimo marchio, quello che sanciva che io ero di sua proprietà.
Questo risultò essere a forma circolare, con un diametro di circa 10 cm. Decise di piazzarmelo esattamente al centro del torace, sopra l'ombelico.
L'ultimo marchio fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso, non gridai anche questa volta ma appena staccò il ferro ardente svenni.
Mi risvegliai con qualcuno che con uno straccio umido mi ripuliva il corpo ancora appeso alla Croce.
Era una donna, praticamente nuda, con a decorarle il corpo dei nastri. Il volto parzialmente coperto dalla stessa maschera dei tizi di prima, i lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, occhi rosso cremisi, era un vampiro. Attirò la mia attenzione il segno che aveva leggermente sotto il seno, era il mio stesso marchio, quella ragazza, come me, era una schiava di Urd.
Quando si accorse che la stavo osservando mi parlò.
<<mi è stato ordinato di ripulirla per l'imminente rituale>>
Mi stava dando veramente del lei?
Annui col capo, in quel momento non ero in grado di fare altro, anche se mi sarebbe piaciuto sapere di più su di lei, da quanto fosse costretta a servire quel mostro e soprattutto mi sarebbe piaciuto dirle di non usare il voi con me.
Quando passava lo straccio fresco sulle zone ustionate era una sensazione fantastica.
Quando ebbe finito fece un inchino come saluto e silenziosamente si dileguò.
Non era passato molto tempo da quando la ragazza se n'era andata che una botola sopra di me si aprì e io venni portato in superficie.

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