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JIMIN POV'S
Mi trovavo in casa mia, in bagno; precisamente davanti allo specchio continuando a ripetermi che potevo farcela, che nessuno mi avrebbe tirato dei pomodori come nei film, ma sicuramente prenderanno di mira il mio aspetto esteriore e la mia voce.
Vi starete chiedendo il perché, bhe, quando nacqui si accorsero che avevo una malformazione genetica agli occhi, infatti non erano marroni come tutta la popolazione coreana, ma erano azzurri, un azzurro che non dimentichi facilmente.

 Vi starete chiedendo il perché, bhe, quando nacqui si accorsero che avevo una malformazione genetica agli occhi, infatti non erano marroni come tutta la popolazione coreana, ma erano azzurri, un azzurro che non dimentichi facilmente

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I miei genitori non accettavano questa cosa, a loro non piaceva, anzi mi ripudiavano e tutte le volte che bisognava uscire mi facevano indossare degli occhiali da sole o delle lenti a contatto marroni. Da bambino non ho fatto tante amicizie, soltanto una è rimasta fino ad ora; ed è quella con Kim Seokjin. Mi è sempre stato vicino ed anche in questo istante mi sta aiutando, avevo bisogno di un lavoro e lui mi ha accolto nel suo bar come intrattenitore canoro. Lui è stato il primo a vedere il vero colore dei miei occhi.
È la prima volta che qualcuno sente la mia voce oltre a Jin.
Mi preparai con velocità indossando un jeans stretto nero strappato, un maglione rosso, un leggero trucco sugli occhi e per finire le Timberland rigorosamente nere.
Ero in ritardo.
Mi fiondai alla porta accaparrando la giacca, la custodia della chitarra e gli occhiali da sole, che indossai alla velocità della luce, ed uscì correndo verso l'auto.

20 minutes later

Ero arrivato al bar, parcheggiai la macchina e mi avviai all'entrata di esso.
Entrai e la prima cosa che vidi fu il gran casino di persone che c'era, per poi riconoscere una faccia tra di esse; quella di Jin. Su di essa era piazzato un piccolo sorriso. Mi avvicinai con passo veloce a Jin, sembravo un demente con gli occhiali da sole di sera, però sono nato e cresciuto con questa abitudine..Non posso farci niente..
Jin: "Hey Jimin, allora sei pronto?" Mi disse appena gli arrivai di fronte.

Jimin: "B-bhe, s-sono un pochino in ansia. Ma non per il fatto di dover cantare." Dissi con un flebile tocco di insicurezza nel timbro della voce.

Jin: "Andrai bene, vedrai. Vieni con me, ti mostro dove prepararti." Mi disse,
Io annuii flebilmente seguendolo, durante il tragitto un gruppo di ragazzi seduti ad un tavolo cominciò a schiamazzare contro di me.

?: "YAH! GUARDATE QUELLA PALLA DI LARDO! Non vorrai mica rotolare giù dal palco?" Disse uno dei 5 ragazzi ridendo. Ci rimasi un pò male, ma passai oltre. Ma poco dopo un'altro ragazzo fece prendere aria alla sua bocca.

?: "E dai Yoongi, smettila non vedi che porta gli occhiali da sole al buio, sicuramente avrà dei problemi" Disse il secondo ragazzo rivolto verso di lui, aspirando il fumo dalla sua sigaretta.
Dopo questo commento mi bloccai e voltai la testa verso di loro; lasciando proseguire Jin da solo, c'erano circa 3 metri di distanza tra me e loro. Ma sentii comunque cosa dicevano.

Y: "Yah! Jeon Jungkook, tu che ne pensi?" Disse il ragazzo dai capelli bianchi.

Cercai di individuare questo famigerato Jeon Jungkook, anche se con gli occhi lucidi e le lenti nere degli occhiali, non vedevo una beata minchia. Riuscì a focalizzare il diretto interessato posto nell'angolo del tavolo, con una sigaretta intrappolata tra le labbra, rossastre, dalle quali usciva una leggera quantità di denso fumo, come se aspirasse alla francese e tra le mani teneva una fragola. I suoi capelli erano castani chiari, qualche ciuffo ribelle ricadeva sulla fronte e piccole punte di inchiostro spuntavano dal collo della maglietta che indossava.
In un piccolo angolino del tavolo era collocato il ciotolino in vetro con all'interno le fragole.
Esse erano di un dolce e aspro rosso scarlatto, le quali avevano colorato le labbra del castano.

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