QUATTRO

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'Mi stai ascoltando?' mi chiedeva continuamente Ruby, quando arrivammo nel cortile della scuola. Lei parlava senza sosta, ma l'unico rumore su cui riuscivo a concentrarmi erano le mie chiavi, che attaccate al passante del mio jeans, facevano un rumore metallico che non mi dispiaceva affatto. 'No, scusa, ero distratto' dissi tornando con i piedi per terra. 'Ti ho chiesto se hai bei ricordi di quando frequentavi questa scuola' disse calma. Il cortile era molto grande e per attraversarlo ci vollero diversi minuti. Pensai alla domanda di Ruby. 'Si, anche se vorrei poter tornare indietro nel tempo e prendermi a schiaffi' dissi ridacchiando. Potevo fare molto di più, ma ho deciso di prenderla con filosofia. Il passato è roba vecchia, e se è costituto principalmente da brutti ricordi non deve intaccare il tuo presente o essere troppo invasivo nella tua mente. Le cose finiscono. Grazie a Dio, ruby non era entrata nei dettagli limitandosi a parlare dei fatti suoi. 'Scommetto che le ragazzine non smetteranno di guardarti neanche per un secondo' ridacchiò spingendomi lievemente. 'A giudicare dalla tua descrizione, anche tu sei una ragazzina dato che durante il viaggio non hai smesso di guardarmi. Il ritratto fammelo recapitare direttamente al mio appartamento, grazie' dissi facendole l'occhiolino e aprendo la grande porta di entrata. 

Non mi ricordo come ma, ci siamo trovati entrambi in una grande aula affollata dove c'erano una trentina di adolescenti che ci fissavano e commentavano. C'era un professore di matematica che, gentilmente, ha spiegato chi eravamo senza entrare troppo nei dettagli. Lasciando un po' di mistero e curiosità in quelle creature che erano finalmente contente di vedere un cambiamento nella loro routine. Io e Ruby ci sedemmo in un angolo vicino al professore. Gli alunni svolgevano un problema di matematica da un bel po' fino a quando una studentessa non alzò lo sguardo verso il suo professore, annunciando che aveva finito. Guardò il professore sulla sessantina, il suo compito svolto, Ruby e poi si gelò quando guardò me. Pensai che magari avevo uno sguardo un po' imbambolato, ma fui lei la prima a parlare. 'Ma io ti conosco' disse immobile, in piedi. Mi fissava con quegli occhi verdi. 'Shawn, giusto?' mi chiese indicandomi con dei fogli in mano. Non riuscivo a capire come una ragazzina di quindici anni potesse conoscere il mio nome, ma cercai comunque di comportarmi in maniera neutrale. 'Sì, scusa ma non mi sto ricordando di te al momento.' dissi con un lieve sorriso. 'Sono la cugina di Melissa'. disse. Mi crollò il mondo addosso. Siamo in un cazzo di film? Cos'è, incontriamo casualmente i parenti delle ex per portare un po' di scena? Non sapevo cosa dire. Era ovvio che mi conoscesse, io e Melissa avevamo fatto molti pranzi assieme alle nostre rispettive famiglie, oltre ad aver seminato la camera della sua vecchia casa di nostre foto. Speravo con tutto il mio cuore che il capitolo Melissa l'avrebbe riaperto solo Thomas in certe situazioni,non di certo che si presentasse a dieci metri da me sua cugina. 'Oh, ciao?' dissi, ma suonava più come una domanda. Mi voltai un attimo da Ruby, mi guardava in maniera molto confusa (come del resto tutta la classe), non potevo biasimarla. Non avevo mai parlato con lei di questa storia. 'Sono Viola, volevo farti una domanda' disse, aveva un aspetto apparentemente innocuo. Dopo averle detto di si, partì in quarta. 'Sai, mi domandavo come mai hai deciso di spezzare il cuore a mia cugina così lentamente. Non sarebbe stato meglio un colpo secco del tipo -tesoro ti ho tradita, tra noi è finita- , soprattutto tu che lavori molto sull'empatia, insomma lei mi ha raccontanto..' la ascoltavo, sconvolto ma stranamente con un sorriso beffardo stampato in faccia perchè neanche io potevo credere a quello che stavo ascoltando. 'Qualsiasi cosa ti abbia raccontato lei, non la voglio sentire. Grazie. E tieni a bada la lingua, ragazzina. Questi non sono di certo affari tuoi' dissi per poi andarmene dall'aula. Facendo così era sembrato quasi di rivedermi al liceo. Io che andavo via da qualsiasi situazione non mi andasse a genio. Mi diressi in un ampio corridoio alla ricerca di una macchinetta per il caffè, ricordandomi che qua non ci sono. Vagai senza meta, semplicemente esplorando le porte delle aule che trasudavano un forte odore di vernice e odio. Il mio primo pensiero fu quello di tornare alla macchina e tornare in ospedale. Ma non potevo lasciare Ruby da sola, difatti, la rincontrai mentre ripercorrevo il tragitto per tornare in quell'aula. 'Giusto perchè tu lo sappia, è stata messa in punizione'. 'Dovrebbe farsi gli affari suoi' dissi camminando fuori. 'Senti, è una lunga storia. Non mi interessa quello che mi dirà Richard, torneremo domani. Adesso ho solo bisogno di un caffè, ti va?' chiedo davanti all'auto. 'Certo'. 

Arrivati alla caffetteria le parole uscivano come le lacrime bagnavano il mio viso quella notte. 'Non sapevo che fossi uno spezza cuori' mi disse. Mi incazzai subito, per rendermi conto che era solo un modo per sdrammatizzare. Lei mi ascoltava, i suoi occhi erano puntati dritti verso i miei. 'Lei è uscita da una relazione tossica e tu avevi il cuore spezzato senza alcuna carta da giocare' era esattamente così. 'Anche se è passato un po' di tempo, ricordo perfettamente come mi sentivo quei giorni; a sentire il sapore delle lacrime salate che giungevano alla mia bocca. La prima settimana è stata pesante, ma mi so rialzare'. dissi. Ad un tratto mi prese la mano, ma non sentì niente. 'Mi dispiace che tu abbia sofferto' disse. 'Ora è tutto okay' dissi sorridendo educatamente, ritraendo la mano lentamente'. Tornati in ospedale, pulii da cima a fondo il mio studio. Perchè è questo quello che faccio quando penso troppo. Il disordine riflette quello che ho in mente e riordinando mi auto convinco che anche i miei pensieri si stabilizzino. Uscì dalla stanza dopo molto tempo, solo per prendermi un'altro caffè. 'Mamma mia, che ti è successo' mi chiese Sabrina quasi urlando per tutto il corridoio. 'Una ragazzina ha pensato bene di ricordarmi la mia storica relazione con la mia ex. Ah, e sto andando a farmi un caffè dopo non aver concluso niente oggi' dico poggiandomi al bancone. 'Ralph mi ha chiesto circa un'ora fa di te.' Speriamo non sia adirato. 'Sai dov'è?' chiesi impaziente, sbattendo il piede a terra. 'Starà facendo il controllo giornaliero, come al solito'.

 Sabrina non si sbagliava quasi mai, infatti quando finì di pronunciare quella frase vidi in lontananza Ralph uscire dalle camere dei pazienti che seguivo. 'shawn!' esclamò quasi urlando. 'Menomale Shawn che siete andati stamattina a scuola e non ho pensato di mandarvi domani mattina. Hai un nuovo paziente, domani mattina ha il primo appuntamento.' mi disse quasi euforico. Per essere spinto un po' in la con gli anni non perdeva mai l'entusiasmo quando parlava con me. 'Ah, volevo dirti che ho parlato con tutti i pazienti. Stai facendo davvero un bel lavoro con loro, ragazzo mio farai strada. Ma dimmi, com'è andata a scuola oggi? Avete notato qualcosa di sospettoso che nessun altro sospetterebbe?' il suo profumo amaro mi stordiva ma mi faceva ugualmente realizzare che ero nella merda. 'Beh, ci sono state delle divergenze e ce ne siamo andati prima del previsto' dissi serio, cercando di non far trasparire le emozioni. 'In circostanze normali mi sarei adirato ma dato che siete voi due, vi do un'altra possibilità. Dopo domani.' disse. voleva dirmi qualcos'altro, ma un infermiera che si precipitò da noi interruppe quel momento per catapultarmi in una notizia troppo grande, che sconvolse sia me che il mio "capo". 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 16, 2018 ⏰

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Controlled life (SHAWN MENDES)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora