Charming

Prologo

Prima che accadesse mi perdevo in discorsi che negavano l’esistenza del principe azzurro, ero convinta che l’amore fosse oramai una vecchia leggenda metropolitana e che l’altro sesso fosse un gruppo di diversi individui maschilisti con la testa vuota e le mani perennemente nei pantaloni. Non avevo idea di cosa mi sarebbe successo da un momento all’altro, così velocemente che neanche me ne accorsi, ed era qualcosa di così singolare e perfetto da darmi l’impressione di essere bloccata in un magnifico sogno. Quel meteorite colpì la mia Terra in un attimo.

Luglio era terribilmente afoso a Roma quell’anno e l’umidità mi stava uccidendo. Non vedevo l’ora di scappare e stavo contando i giorni che mancavano a quell’evento uno ad uno, come fossero i petali di una rosa, così fragili che potrebbero stropicciarsi da un momento all’altro ed essere distrutti dalle mani del tempo. Non aspettavo altro. Volevo solo che quella rosa rossa come il sangue avesse perso ogni suo petalo. Ero stanca di essere chiusa perennemente in casa, anche se la cosa andava avanti da solo due settimane dato che erano partiti da poco tutti i miei amici. Passavo le giornate a leggere libri davanti a un ventilatore difettoso – non che mi desse fastidio immergermi nel mare della fantasia- e sentivo a malapena quelli che consideravo amici.

Mancava solo un petalo, solo un giorno mi separava dall’Inghilterra, dalle nuove esperienze, da due settimane di nuova vita.

Ero quasi libera.