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Yoongi's POV
Siamo in macchina. Tutti e tre. Seduti dietro. Mentre alla guida c'è Jin.
Di tanto in tanto ci guarda dallo specchietto retrovisore, per poi ritornare con lo sguardo sulla strada. Mi mette i brividi.
Hoseok è al centro e prende sia la mia mano che quella di Jimin intrecciandole tra loro: sicurezza, lui mi da sicurezza insieme a Jimin.
C'è silenzio ed il tempo sembra trascorrere a rallentatore, ed io non posso far altro che stringere questa mano come se fosse l'ultima volta prima di morire.
Il cuore mi martella nei polsi, nelle dita, nelle tempie... il sangue fluisce veloce nelle vene e negli occhi... lo stomaco invece sembra voler rigettare tutto il cibo che non ho mangiato in questi giorni. Sono esausto, eppure non è ancora iniziata la vera guerra.
Dopo quelle che a me sono sembrate ore, finalmente arriviamo di fronte un locale dove un Namjoon vestito col solito sorrisino beffardo e malefico sul volto, ci accoglie e sembra quasi... gentile.
«Sapevo che non vi sareste sottratti ai vostri doveri» sorride mentre fa passare un braccio attorno al collo di Jimin.
«Dov'è V? Sta bene?» chiedo io dimenticandomi del terrore che sto provando in questo momento.
«V fa, come al solito, il suo lavoro e ora andiamo!» risponde indignato trascinandosi il nostro maknae all'interno del posto.
Io e Hoseok li seguiamo e con noi c'è anche Jin che si mette dietro di noi per poterci sorvegliare meglio. Una volta entrati vengo ammaliato da cotanta eleganza che alberga questo locale: non ha niente a che fare con lo strip club squallido e pieno di gente arrapata e sudicia di Namjoon, qui è tutto un altro livello.
Ci sono camerieri col papillon che portano champagne sui vassoi; donne di un certo rango con abiti lunghi e tacco dodici e che conversano deliziosamente sia tra loro che con uomini di un certo fascino, e sicuramente di un certo spessore sociale: sembrano tutti usciti da un mondo parallelo dove spruzzano soldi da tutti i pori.
La musica è soft, leggera, melodia da sala... nessuno si spoglia, nessuno balla in maniera esagerata, non ci sono cubiste o cubisti, vi è solo aria di serietà e ricchezza.
«Non fatevi ingannare dal luogo e dall'apparenza, mi raccomando! Sono esattamente come i tizi di Namjoon, solo di unostile più elevato. A Nam piace essere rozzo, a D.O. piace l'eleganza e la raffinatezza» sento ad un tratto al mio orecchio la voce di Jungkook che ci avvisa dentro l'auricolare che ci ha dato.
Mi ero dimenticato per un attimo che Jungkook ci sta osservando e può comunicare con noi quando gli pare. E' un maestro di computer e tecnologia ed è riuscito ad hackerare le telecamere del posto e a sorvegliare ogni movimento sospetto, è un grande!
«Kim Namjoon! Quale buon vento ti porta qui in carne ed ossa?» si avvicina ad un tratto un uomo sulla quarantina, rasato e dal sorriso coinvolgente ma enigmatico come quello del nostro capo.
I due si stringono la mano e si baciano una guancia mentre noi tre restiamo a guardare in silenzio come l'uomo accoglie Namjoon con tutto il calore possibile.
«Ah, Do Kyungsoo è un piacere vederti. Mi sono liberato dei miei impegni e stasera sono venuto stesso io a fare affari con te, non sei contento?»
Ah, questo deve essere il capo del locale, il cosiddetto D.O.
«Sono più che contento, ma hai portato dei bei signorini a quanto vedo» dice affacciandosi da dietro il petto di Namjoon osservandoci con occhi famelici. Che schifo.
«Ti piacciono? Sono tre baldi giovani che ho portato come omaggio ai tuoi ragazzi» sorride mentre indietreggia per farci guardare meglio dal tizio quasi calvo. Ha ragione Jungkook, questo è decisamente peggio di Nam.
«A proposito, chi è il fortunato che avrà l'onore di stare con i miei tre ragazzi preferiti?» aggiunge Monster mentre lo sconosciuto bacia le nostri mani in segno di saluto.
«Oh, Xiumin ne sarà davvero felice, che ne dici di accompagnarli su Jin?» si rivolge al braccio destro di Namjoon che fin'ora si trovava alle nostre spalle.
«Subito hyung » si inchina leggermente per poi intimarci a seguirlo lasciando i due capi a parlare in intimità.
«Jin vi sta portando da Xiumin al piano superiore dove ci sono varie camere con i diversi scagnozzi di D.O... Tae ha sempre avuto a che fare con Sehun, quindi non vi so dire che tipo è questo Xiumin ma non vi preoccupate: ho occhi dappertutto» cerca di rassicurarci Jungkook, forse captando dalle telecamere le nostre facce quasi disperate.
Non voglio che qualcuno tocchi Jimin.
Non voglio che altri continuino ad abusare di Hoseok.
Non voglio che rovinino il nostro rapporto.
No, no, no!
Stringo i pugni mentre continuo a seguire su per le scale il finto angelo dalle spalle larghe evitando di guardare i miei due ragazzi: non ce la faccio, non posso vederli, ne morirei troppo.
Una volta al piano di sopra, ci si para davanti un corridoio lunghissimo con delle porte, come se stessimo in un hotel a cinque stelle, con tanto di moquette rossa a mo' di red carpet e ci incamminiamo verso una di quelle porte numerate.
Arriviamo di fronte il numero 402 dove un Jin convinto bussa per poi dire quella che sembra essere una parola segreta: cetrioli.
Mi viene da ridere in un momento del genere solo per quella strana parola: ma che cosa si sono inventati? Forse per sottolineare il fatto che sono tutti dei gay pervertiti e che magari si soddisfano con un cetriolo.
Mi mordo il labbro per evitare di essere ammazzato per poi accorgermi che anche i miei due ragazzi stanno trattenendo le risate come me: ecco perché siamo anime gemelle.
Finalmente qualcuno ci apre, un ragazzetto sulla ventina circa, a petto nudo con addominali ancora in fase di definizione, una canna tra le labbra ed i capelli tutti alzati e spettinati come se si fosse alzato da poco: dobbiamo avere a che fare con un bambino capriccioso, siamo seri?
«Xiumin questi sono da parte di Monster, buon divertimento»
Che? Buon divertimento? O gesù, questo ci muore non appena vede il cazzo di Hoseok... forse l'aiuto di Jungkook per scappare non ci servirà. Mi sento sollevato ma questa sensazione passa non appena il ragazzetto ci afferra e ci lega i polsi dietro la schiena con una corda per non farci muovere.
«Grazie, addio» dice per poi sbattere la porta in faccia a Jin mentre tutti e tre ora siamo dentro la sua camera incasinata e dallo strano odore d'erba misto a cibo mangiucchiato.
«Carini» ci squadra legando la corda al tavolo, mentre si scompiglia un altro po' i capelli.