TEMPESTA.

-mi sorridi e mi scivolo dalle mani-

ero giovane, e questa è la mia scusa per non capire namjoon da tre anni.

namjoon è bello, alto, premuroso, ha dei buoni gusti in fatti di vestiti, gli piace il the e mi compra sempre quello che mi serve senza indugi.

lo fa con una naturalezza disumana, soffice e dolce al punto tale che non mi sento viziato, mi sento solo amato.

quello che non capisco di lui è la sua concezione dei suo io. ha così tanti lati, ogni sua parte ha un tassello che lo compone, ogni pezzetto crea un giusto equilibro. mentre io rimango a guardarlo fra le mie lenzuola da lui lavate, con tutti i cassetti aperti e rovesciati dalla tempesta di me stesso e di lui.

lo guardo ed è tempesta, va così.

mi fa dubitare delle cose, le ribalta, le smonta, e poi per me non sono più quelle che erano prima. per lui si, per questo sa vivere bene con il cambiamento, riesce ad assimilare e a considerare ogni opzione e ad accettarla. può apprezzare persino il mio, di cambiamento, e ciò quasi mi scombussola.

mi scombussola quando torna a casa e mi mette a posto ma.. appena lo guardo negli occhi mi distruggo. cedo. mi spezzo.

lo vedo bello, alto, premuroso, a posto. ordinato nel suo disordine con cui convive alla perfezione, per niente toccato da me, da me in qualsiasi forma.

non ha paura del taehyung arrabbiato, e con il taehyung felice ci fa l'amore.

e poi piango perché mi spezzo.

mi crei uno scompiglio con il tuo ordine che mi spegne, come se il mio lato più razionale morisse sul posto e l'unica cosa che mi sento di fare è stringermi a te.

quello difficile sono io, ma non mi fai mai sentire strano, perché dici che essere diversi è la cosa più bella che c'è. ma alla fine cosa c'è di bello?

cosa c'è di bello nel sentirsi così strani con te che piovi e mi sciacqui via le certezze, e più tuoni più la mia pelle cerca la tua?

ogni giorno cambi e cambio anche io, ma non cambiamo mai perché per te funziona così
e io non ti capisco.

namjoon, sei tempesta.