Capitolo 1

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Mi strinsi nella felpa nera con il cappuccio tirato su e le mani in tasca. La pioggia mi bagnava comunque anche se ero sotto il portico.

Che giorno di schifo. Andare a scuola con quel tempo... Uff il massimo.

Guardai l'orario sul cellulare e calcolai quanto tempo ci avrei messo ad arrivare in classe correndo. Pochi minuti? Probabile.

Misi il telefono nella tasca e mi sistemai lo zaino in spalla.

Era il caso di partire; e subito.

Fece due saltelli per riscaldarmi e poi corsi sotto la pioggia. Scavalcai il cancelletto del giardino e continuai a correre sul marciapiede con la pioggia che mi veniva addosso.

La vita è così, quando non si hanno genitori responsabili, in grado di badare a loro figlia e loro figlio.

Mi sentivo libera, però. Scappare dai quei muri maledetti... che liberazione.

Le nike calpestavano le pozzanghere di acqua formatesi sul marciapiede.

Socchiusi gli occhi quando sentii un tuono.

Corsi ancora più veloce, stando attenta a non correre con la velocità del mio potere.

Ecco la scuola... Dovevo stare rinchiusa ancora in delle stanze con tanta gente. Troppa per i miei gusti.

Ma ad un certo punto un altro tuono si sentì e un fulmine cadde a pochi metri da me. Mi fermai incredula. Nel mio paese non c'era mai stata una cosa simile. Sì, okay, magari qualche fulmine e qualche blackout, ma niente di che, insomma.

Rimasi a guardare il punto sulla strada dove il fulmine aveva colpito. Era una macchia blu elettrica sul cemento grigio.

Che cosa anomala. E si che io ne avevo viste tante di cose anomale.

Un altro tuono riempì il cielo e un secondo fulmine cadde dal cielo.

Dritto verso di me.


Ripresi conoscenza dopo... quanto era passato? Un ora? Due? Non lo sapevo.

Mi alzai sui gomiti gemendo. Ero ustionata dappertutto. Mi trovavo in un bosco.

Come c'ero finita in un bosco? Però mi era familiare. Sì, ora che lo guardavo meglio mi era molto familiare.

Le foglie per terra erano di tanti colori. L'Autunno... la mia stagione preferita.

Le foglie... perché io non le sentivo? Guardai dove ero seduta e con mio grande stupore notai che ero sopra un grandissimo tronco.

Quel tronco...

Come c'ero finita in quel posto non lo sapevo proprio.

Mi alzai dolorante e mi guardai attorno girando su me stessa per osservare meglio dove mi trovavo.

Sì, era proprio quel posto. Il posto che sognavo ogni notte.

Il dolore cominciava ad essere insopportabile, così mi lasciai cadere di nuovo sul tronco e rimasi lì, con la speranza che la guarigione si desse una mossa a fare effetto. 

Chiusi gli occhi e svenni.








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